Arnioni in piazza, una installazione di blocchi di alabastro illuminati dall’interno, è la prima tappa del progetto 22 designer per 22 artigiani, curato da Luisa Bocchietto e sostenuto da Regione Toscana, con cui Volterra si candida a Capitale italiana della cultura 2022.
«La realizzazione di questa opera urbana per il primo Natale di Volterra dell’alabastro – sottolinea Luisa Bocchietto, past-president e ora senator della World Design Organization – è la prima tappa di un percorso che si svilupperà nel corso del 2021, per valorizzare la trasparenza e le peculiarità di questo materiale. È importante trasmettere il messaggio che le venature dell’alabastro, che è un materiale naturale sempre diverso, sono caratteristiche della sua preziosità e rendono unica ogni opera.
Il progetto – prosegue l’architetto e designer internazionale – nasce dal fascino esercitato su di me dalle immagini degli arnioni, geodi liberati in cava dal materiale inerte per iniziare il loro percorso verso la luce. Per i non addetti ai lavori l’alabastro si identifica con il marmo, pensando che venga semplicemente cavato da blocchi all’esterno. Non si conosce il percorso di lavorazione del materiale, la sua unicità, il valore, le caratteristiche di trasparenza e modellabilità che ne fanno un materiale unico e prezioso. In questo senso, piuttosto che realizzare una forma disegnata, mi è sembrato interessante trovare il modo di evidenziare quest’unicità, con l’obiettivo di valorizzare il materiale e il processo che si svolge a monte della realizzazione dei prodotti, in modo da costruire un racconto d’immediata comprensione».
L’idea è stata quella di portare degli arnioni in piazza, con le loro forme “pettinate” a una scala più grande possibile, inserendo della luce al loro interno, per mettere in evidenza la varietà dei colori e delle venature che contraddistinguono il materiale naturale. Un’idea, accolta durante un workshop dall’amministrazione e dagli artigiani, che si sta sviluppando con il contributo di tutti, per realizzare un’installazione urbana in grado di mettere in luce la qualità del materiale e la capacità delle imprese locali di lavorarlo per trarne prodotti eccellenti.
L’alabastro
L’alabastro di Volterra, pietra gessosa formatasi 6-7 milioni di anni fa, è considerato il più pregiato d’Europa e cambia aspetto, colorazione e consistenza al variare della composizione chimica del terreno, mostrando diverse venature che rendono ogni oggetto unico e non replicabile. In epoca etrusca fu utilizzato per la produzione di urne cinerarie e Volterra divenne il centro di produzione di questo prezioso materiale. Poche testimonianze ne attestano l’uso nel Medioevo, ma è alla metà del ‘500 che si afferma una vera rinascita della sua lavorazione. Oggi Volterra è un centro di manifattura esclusivo di questa pietra naturale dalle magnifiche trasparenze.
La candidatura
L’alabastro è una delle basi su cui poggia la candidatura di Volterra a Capitale italiana della cultura 2022. Il progetto complessivo, diretto da Paolo Verri e presentato nel dossier dal titolo Rigenerazione umana [pdf], mette al centro la rigenerazione delle persone e delle comunità, ponendosi come esempio di sperimentazione e punto di riferimento per la rinascita dell’Italia attraverso i centri di media dimensione e i loro territori. Accanto alla sapienza artigiana, il dossier trova forza propulsiva nelle esperienze di rigenerazione umana che hanno modellato la città, in particolare quella dell’ex Ospedale Psichiatrico, dove si conserva parte del graffito di Nannetti capolavoro dell’art brut, e quella della pluripremiata UBU, Compagnia della Fortezza, la più importante e longeva esperienza di teatro-carcere nel mondo, condotta da Armando Punzo, che ha creato un modello di ricerca culturale unico e in continua evoluzione.