Saranno installate in alcuni Paesi europei (non ancora in Italia) le prime 400 caldaie funzionanti al 100 per cento a idrogeno presentate pochi giorni fa da Baxi, che le produce in un impianto pilota che opera in sinergia con il reparto Ricerca & Sviluppo dell’azienda nello stabilimento di Bassano del Grappa.
Questa rivoluzionaria caldaia utilizza idrogeno puro, che non rilascia alcuna CO e CO2, lavora con la stessa efficienza termica delle caldaie a condensazione a gas naturale ed è stata progettata per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria.
La sua installazione e messa in servizio sono del tutto simili a quella dei prodotti attuali a gas naturale, e inoltre con l’enorme vantaggio di abbattere ulteriormente le emissioni di NOX.
Baxi, che fa parte del gruppo europeo Bdr Thermea, è impegnata da anni sul progetto idrogeno – aveva già dato vita alla produzione di caldaie ad alta efficienza certificate per lavorare con una miscela composta all’80% di metano e al 20% di idrogeno – che con la nuova caldaia entra ora nella fase finale di sperimentazione sul campo in attesa di arrivare, entro il 2025, alla diffusione su larga scala.
L’idrogeno è una fonte energetica a saldo zero: per scinderlo dalle molecole di ossigeno contenute nell’acqua è necessaria tanta energia quanta ne viene restituita.
Attualmente ne esistono tre varianti: l’idrogeno grigio, ottenuto attraverso lo steam reforming del metano, quello blu, nel quale la CO2 emessa nel processo di steam reforming viene sequestrata prima del rilascio in atmosfera, e infine quello verde, prodotto con l’uso di fonti energetiche rinnovabili. Al vantaggio di rendere stabile la produzione per definizione variabile di fotovoltaico e eolico, l’idrogeno unisce quello di poter essere distribuito attraverso la rete del gas già esistente.
La tutela ambientale è da tempo la priorità di Baxi, che agisce attivamente in tre ambiti in riferimento al framework ESG: ambientale (con una maggiore decarbonizzazione sia per l’attività produttiva che per i prodotti realizzati, l’ottimizzazione della gestione dei rifiuti e l’adozione del principio della circolarità); sociale (sensibilizzazione della società, catene del valore e collaborazione con la comunità); e amministrativo (modalità virtuose di gestione aziendale e coinvolgimento degli stakeholder), con l’obiettivo di ridurre mediamente, entro il 2030, del 30% le emissioni di CO2 dovute all’uso del prodotto.
Baxi certifica i propri prodotti tramite LCA (Life Cycle Assessment), produce autonomamente – mediante 6.200 mq di fotovoltaico installato in copertura – il 25 per cento dell’energia elettrica utilizzata in stabilimento, mentre il restante 75 per cento proviene da fonti rinnovabili (idroelettrico certificato dal fornitore) e produce idrogeno in proprio – per elettrolisi – in un’area esterna al fabbricato.