Architettura solida e tridimensionale, sistema espositivo leggero nel quale sono i materiali a caratterizzare e scandire lo spazio.
È la logica adottata da David Chipperfield Architects Milano per il primo prototipo di negozio Akris – casa di moda fondata cento anni fa a San Gallo in Svizzera – aperto pochi mesi fa a Washington Dc.
Gli elementi espositivi sono volutamente ridotti al minimo: una serie di cavi tesi sostengono mensole e appendiabiti con l’intento di esporre i prodotti come se fossero sospesi all’interno di una scatola architettonica di pietra calcarea e legno.
Il progetto fa riferimento alle Tensostrutture di Bruno Munari, la cui natura fondamentale risiede nel contrasto tra due forze opposte: tensione e compressione.
All’interno della boutique una serie di pannelli in acero scialbato bianco pre-sagomato riveste le pareti, ospitando il sistema espositivo e mettendo in risalto le collezioni davanti ad una quinta neutra, accostata al pavimento in arenaria grigia.
Partizioni in maglie metalliche di acciaio inossidabile, appese al soffitto, fungono da filtro e suddividono la boutique, valorizzandone la profondità senza ostacolare lo sguardo. Insieme ai tavoli espositivi in alluminio anodizzato naturale, queste partizioni interrompono il flusso all’interno della boutique per creare fluidità di movimento e trasmettere una sensazione di trasparenza.
Nei camerini, per le pareti e il soffitto sono stati selezionati il tessuto di crine di cavallo color avorio – materiale appartenente alla tradizione di AKRIS – e il feltro color grigio mélange, mentre a pavimento è presente un tappeto di lana color avorio.
Un secondo negozio prototipo è stato aperto di recente anche a Tokyo.