Firenze-Kyiv e ritorno, le fotografie di Massimo Listri a Palazzo Vecchio

Inaugurata ieri, proseguirà fino all’8 marzo, nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, la mostra Firenze – Kyiv e ritorno di Massimo Listri, a cura del direttore artistico del Museo Novecento di Firenze Sergio Risaliti.

Si tratta di un inedito ciclo di fotografie del patrimonio architettonico e artistico di Kyiv, ormai da due anni a rischio di sopravvivenza. Dodici di queste fotografie, stampate su grande formato, sono esposte su strutture metalliche, come quadri antichi sul loro cavalletto. Le altre, proiettate sulle pareti della Sala d’Arme con l’uso di videoproiettori già installati nella Sala, esaltano la cristallina, nitida qualità dei dettagli fotografici, vero cavallo di battaglia di Listri, conosciuto nel mondo per le sue ‘metafisiche’ vedute artistiche.

 

Kyiv, cattedrale di Santa Sofia, ©Massimo Listri

 

La peculiarità della mostra è che, pur trattando di un sanguinoso conflitto in corso, non troviamo immagini di guerra, distruzioni di teatri e biblioteche, di case e scuole, feriti e morti.
«È una scelta precisa quella che fa Massimo Listri con queste foto – ha dichiarato il sindaco Dario Nardella – immagini che a una prima occhiata frettolosa sembrano fuori dal tempo e dallo spazio ma che, a uno sguardo più attento e approfondito, svelano tutta l’angoscia che accompagna da due anni l’invasione russa dell’Ucraina. Una guerra senza protagonisti e senza sangue ma che si intravede incombente dalle immagini di Listri».

 

Kyiv, museo Khanenko. ©Massimo Listri

 

«L’Unesco – ricorda il curatore Risaliti – stima in più di 250 gli edifici culturali danneggiati o interamente distrutti, con un danno economico di quasi 3 miliardi di euro. Qualche decennio fa è accaduta la stessa cosa alla biblioteca di Sarajevo, simbolo di valore e significato universale, come la città di Palmira. Tutti noi ci sentiamo depredati di qualcosa che ci appartiene, perché la cultura ci afferma come esseri umani dotati di una coscienza superiore, raggiunta non per intervento divino ma grazie all’arte, alla musica, a tutto ciò che di bello e di memorabile abbiamo creato nei secoli».
«Massimo Listri – ha poi proseguito – non ha voluto documentare l’orrore, la disperazione. Il suo reportage di altissima qualità poetica e formale ha cercato di generare contemplazione, durata, proiettando sentimenti di morte attraverso la compassione per quanto di bello ha costruito il popolo ucraino nei secoli».

Kyiv, il monastero delle grotte. ©Massimo Listri.

 

La mostra è anche un omaggio di Firenze alla capitale dell’Ucraina, con la quale è gemellata dal lontano 1967 (l’allora sindaco era Piero Bargellini).

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