Qual è in concreto l’impatto degli incentivi fiscali introdotti il primo luglio scorso con il Superbonus 110%?
L’ufficio Studi Gabetti e Gabetti Lab hanno condotto una ricerca attraverso l’analisi di 59 condomini che hanno contrattualizzato interventi di riqualificazione energetica.
Concentrandosi poi su 17 condomini del campione che hanno già concluso i lavori lo studio ha potuto quantificare il risparmio ottenuto in termini economici, energetici e di emissioni di CO2.
Considerando tale campione (un totale di 463 unità immobiliari) e analizzando i documenti di progetto allegati alla domanda di incentivo fiscale (APE pre e post intervento), la ricerca ha dimostrato che si è passati da un fabbisogno energetico medio di partenza di 122,8 KWh/mq/anno a quello medio di arrivo, post-intervento, di 66,76 KWh/mq/anno, con un abbattimento del fabbisogno medio del 43%.
Un secondo dato significativo è il salto di classe energetica medio, che è risultato di 2,6 punti (ovvero, ad esempio, da G a D), mentre la percentuale di risparmio energetico medio è del 34%.
Infine, un terzo dato ricavato dalla ricerca attraverso l’analisi delle APE è la percentuale di risparmio medio di emissioni CO2 che, sempre per le 463 unità immobiliari del campione, è circa del 35%.
Un altro indicatore emerso dalla ricerca è la percentuale di abbattimento della trasmittanza, ovvero la capacità dell’involucro edilizio di isolare l’ambiente interno da quello esterno e contenere la dispersione di calore.
Dall’analisi dei dati sulla trasmittanza pre e post operam, emerge che l’abbattimento della trasmittanza termica stimato è tra l’81 e l’84% per le strutture opache orizzontali, verticali e inclinate. Per i serramenti la percentuale si aggira intorno al 53%.
Infine l’aspetto economico: i vantaggi del Superbonus 110% sono significativi rispetto all’Ecobonus 65%.
Considerando l’intero campione, l’importo totale dei lavori è pari a 42,6 milioni di euro (in realtà 44,5 milioni considerando che nel corso dei lavori le unità immobiliari hanno effettuato anche altri interventi non legati all’efficientamento energetico), di cui il 95% ha riguardato gli interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali, orizzontali e inclinate (cappotto termico) che interessano l’involucro degli edifici, e il restante 5% gli interventi di sostituzione dei generatori di calore.
In questo caso, attraverso l’Eco/Sismabonus (65%; 85%) tradizionale e il Bonus Ristrutturazione per la quota residua (50%), il credito di imposta cedibile è del 71%, mentre per il 29%, ovvero 12,7 milioni di euro nel caso del campione considerato, rimane a carico del condominio.
Partendo dai valori economici relativi al costo totale dell’intervento, al credito d’imposta cedibile e al residuo a carico del condominio, è stata fatta poi un simulazione applicando i parametri economici previsti dal Superbonus 110%.
Al costo totale degli interventi in Ecobonus per ognuno dei 17 condomini è stato aggiunto un 25% in più: una percentuale stimata rappresentativa del numero di interventi aggiuntivi (building automation, pannelli fotovoltaici, colonnine per la ricarica elettrica, etc…) che il Superbonus consente di fare rispetto all’Ecobonus. Oltre a questo, per gli interventi che riguardano l’involucro edilizio e la sostituzione del generatore di calore, l’aliquota del 65% è stata sostituita con un’aliquota al 110%, mentre è stato confermato al 50% lo sconto fiscale della ristrutturazione edilizia.
Dalle stime effettuate emerge che la percentuale a carico del condominio scenderebbe al 6%: su un totale di importo lavori pari a 15,5 milioni di euro, il residuo a carico del condominio andrebbe a ridursi del 71%, da 3,6 milioni a 1,04 milioni di euro.
«Nel nostro Paese circa 2 milioni di edifici, su un totale di 12 milioni, sono in uno stato conservativo pessimo o mediocre – commenta Alessandro De Biasio, Amministratore Delegato di Gabetti Lab –. Inoltre, gli edifici residenziali in classe energetica G sono più di 9 milioni, pari al 75% (Stime Gabetti). L’avvio di un processo di ristrutturazione edilizia degli edifici che non rispondono agli standard abitativi in termini di risparmio energetico potrebbe determinare una notevole riduzione delle emissioni di CO2 e attenuare gli effetti del cambiamento climatico. Pertanto, è necessario affrontare gli interventi di riqualificazione attraverso una politica di ampio respiro basata sui principi del consumo di suolo, della rigenerazione urbana e della mobilità sostenibile. Partendo dal presupposto, come sostenuto anche dal Decreto Rilancio, che non si tratta solo di incentivi economici, ma di un nuovo modo di vivere le abitazioni e lo spazio urbano, favorendo la rigenerazione dell’enorme patrimonio abitativo energicamente obsoleto. Riqualificazione che diventa essenziale per raggiungere sia gli obiettivi sia di sostenibilità ambientale, anche in ottica UE, sia di rilancio economico del comparto edile. Tra l’altro, gli incentivi lanciati dal Governo possono influire positivamente anche sul settore immobiliare, stimolando le compravendite, perché non solo garantiscono un beneficio diretto all’acquirente in termini di risparmio economico, ma sposano il concetto dell’abitare sostenibile».