L’architettura di Jouin Manku interpreta il terroir della Champagne

Ispirato dalla bellezza naturale del sito che si affaccia sulle colline coltivate a vite della regione francese della Champagne, lo studio Jouin Manku ha progettato un nuovo hotel termale a Mutigny.
A differenza delle architetture solitamente associate allo champagne, lo spazio concepito da Patrick Jouin e Sanjit Manku è crudo e onesto, un omaggio al lavoro, alla passione e alla conoscenza del vino.

 

L’edificio del Mutigny resort hotel è rivestito in legno di pioppo sostenibile, ph. ©Nicolas Mathéus.

 

L’obiettivo era quello di inserire in modo discreto un hotel/spa di 101 camere nel paesaggio. L’architettura assicura una costante connessione visiva con l’ambiente circostante: dalla foresta e la sua vegetazione, all’orizzonte con le valli e colline ricoperte di vigneti nel mezzo.

 

Grandi pareti vetrate e l’uso diffuso del legno contribuiscono a integrare l’architettura nel paesaggio, ph. ©Nicolas Mathéus.

 

Rivestito in legno di pioppo, l’edificio vuole essere un’estensione architettonica e culturale della foresta circostante. Le pareti vetrate da pavimento a soffitto su ogni livello assicurano agli interni un collegamento panoramico con l’ambiente circostante.

 

La piscina attraversa l’involucro dell’edificio con accesso sia interno sia esterno, ph. ©Nicolas Mathéus.

 

Il layout vede due blocchi collegati, uno dedicato all’interazione e alla socializzazione, trasparente e leggero, con un camino centrale e una scultura di luce che sale attraverso la scala monumentale. Lo spazio pubblico è unito a un secondo volume più verticale che contiene le camere.

 

Lo studio di Patrick Jouin e Sanjit Manku ha utilizzato una gamma limitata di materiali naturali per costruire un luogo dedicato alla cultura dello champagne, ph. ©Nicolas Mathéus.

 

Negli interni, rivestiti di pannelli di quercia, i pavimenti sono in rovere a contrasto con la natura minerale del marmo nero che definisce le aree del bar e del caminetto.

Tutti gli elementi d’arredo fissi, i banconi bar e i tavoli da degustazione sono stati progettati ad hoc dallo studio Jouin Manku con dettagli in pelle e ottone. Metallo e vetro completano la limitata gamma di materiali naturali utilizzati.

 

The Chefs table, ph. ©Nicolas Mathéus.

 

Due le zone pranzo. The Chefs table è una serie modulare di tavoli da pranzo rialzati situati vicino alla cucina pensata per promuovere intense interazioni personali tra il personale e gli ospiti. A ridosso delle ampie finestre, il ristorante più tradizionale è scandito invece da pareti in cemento che creano zone pranzo intime e incorniciano la vista esterna.

 

Il ristorante più tradizionale con ampie aperture verso l’esterno, ph. ©Nicolas Mathéus.

 

Il soffitto, anch’esso in cemento armato, è corredato da pannelli insonorizzanti in rovere. Le panche in legno e pelle lungo le pareti sono completate da sedute più tradizionali, adattabili a diverse configurazioni.

 

Il camino rappresenta il fulcro degli spazi pubblici dell’hotel, ph. ©Nicolas Mathéus.

 

Le 101 camere da letto sono arredate interamente con progetti dello studio Jouin Manku realizzati in rovere, lana, lino e pelle. Le maniglie degli armadi su misura, a forma di tralcio di vite, sono fuse in metallo.

 

Orientata verso l’esterno, l’architettura è attenta a garantire che da ogni camera sia visibile solo il paesaggio collinare, ph. ©Nicolas Mathéus.

 

Per la spa e l’area benessere, situate al livello inferiore dell’edificio, è stato utilizzato un intonaco di tonalità gesso per le pareti e le superfici verticali, che richiama le particolari caratteristiche del suolo della regione. Anche i pavimenti in ceramica color ardesia blu rimandano al territorio.

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