L’École Ducasse di Arte Charpentier Architectes

Arte Charpentier Architectes ha progettato per Alain Ducasse un nuovo grande centro di formazione dedicato alla trasmissione e alla promozione della cultura gastronomica francese.

L’architettura è caratterizzata dai ritmi curvilinei del metallo spazzolato punteggiato da ampie facciate in vetro, ©Boegly Grazia.

Disposto su un’area di 5000 metri quadrati nella zona di Meudon-la-Fôret, ai margini dell’omonima foresta, a 10 km a sud-ovest di Parigi, l’edificio dell’École Ducasse Paris Campus si ispira alla presenza della natura.

Jérôme Le Gall di Arte Charpentier Architectes ne sottolinea l’importanza: «Fin dall’inizio, la vicinanza della vasta foresta di Meudon ha giocato un ruolo importante nello sviluppo della proposta architettonica, e abbiamo voluto trovare un modo per riecheggiare una presenza naturale così forte. Il brief di progetto ha ulteriormente rafforzato questa idea, sottolineando l’importanza di trovare il percorso più diretto tra la natura e la tavola».

 

Il paesaggio e l’orto sono parte strutturale del progetto di Arte Charpentier Architectes, ©Boegly Grazia.

 

L’edificio poggia su una base di calcestruzzo liscio, scuro e solido, che rappresenta simbolicamente i fondamenti teorici dell’apprendimento. La parte superiore, rivestita da una leggera pelle metallica a richiamare le cucine in acciaio inossidabile che si trovano all’interno, rappresenta invece la pratica e l’esperienza. È questo contrasto tra forma e materiale che conferisce al campus tutta la sua forza e il suo carattere.

 

La pelle metallica ondulata sul corpo principale dell’edificio, ©Boegly Grazia.

L’architettura è suddivisa in quattro entità separate, che rappresentano i quattro elementi di terra, acqua, fuoco e aria, riunite intorno a uno spazio centrale aperto, il ‘vuoto’ come quinto elemento.

I laboratori e le cucine vengono gradualmente svelati attraverso aperture e pannelli trasparenti che permettono di comprendere l’organizzazione spaziale dell’edificio, le sue funzioni e gli usi.
Il percorso interno evoca con il suo ambiente vivace i famosi passaggi coperti parigini. Alle estremità della strada, formando una croce in pianta, le vetrate a tutta altezza fanno entrare la massima quantità di luce naturale e portano all’interno dell’edificio la vista del paesaggio naturale.

 

Una delle cucine interne all’École Ducasse, ©Boegly Grazia.

La facciata principale è dominata da un grande ristorante aperto al pubblico. Allestito e decorato da Jouin Manku, lo spazio a doppia altezza offre due diversi stili di ristorazione – ‘gastronomico’ e ‘bistrot’.
Le diverse aree di formazione e attività sono organizzate al piano terra e al primo piano: laboratori per l’arte culinaria, una pasticceria, una panetteria, una pasticceria, una cioccolateria e una gelateria, un’area per l’analisi sensoriale per l’abbinamento cibo-vino e per la scoperta di nuovi sapori, aule per l’insegnamento di materie come finanza, marketing e risorse umane e gli uffici amministrativi.
Oltre al ristorante, l’altra area aperta al pubblico è la boutique culinaria con servizio da asporto. Come spiega Stéphane Quigna, interior designer di Arte Charpentier Architectes, «Abbiamo articolato i volumi, i materiali, i colori e l’illuminazione per trasformare gli interni in un luogo di conoscenza e di emozioni».

 

Un percorso interno all’edificio, ©Boegly Grazia.

Intorno alla scuola, per una migliore integrazione dell’architettura nel contesto naturale della foresta di Meudon, sono stati piantati alberi e arbusti per creare una zona cuscinetto di piantumazione intorno all’edificio.
Composto da una varietà di specie sempreverdi e caducifoglie, lo schermo visivo cambia colore con l’evolversi delle stagioni. La biodiversità del sito è incrementata dalla vasta gamma di erbe aromatiche e commestibili per uso didattico.
«Il giardino è il luogo dove la cucina inizia e viene apprezzata, e come in ogni casa di famiglia, volevamo che il giardino dell’École Ducasse fosse una fonte di ispirazione con i suoi colori, i suoi sapori e i suoi profumi» spiega Pauline Rabin Le Gall, architetto del paesaggio di Arte Charpentier Architectes.

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