Dopo un accurato restauro eseguito da David Chipperfield Architects Milano e durato cinque anni, ieri sono state aperte al pubblico – accolto da 100 grandi arazzi installati dallo studio Migliore+Servetto sulla facciata – le Procuratie Vecchie in Piazza San Marco a Venezia.
L’intervento, promosso da Assicurazioni Generali, proprietaria del palazzo, fa parte di un più ampio progetto di riassetto e riqualificazione che riguarda l’area intorno a Piazza San Marco.
Per il momento l’apertura ha riguardato gli ambienti della fondazione The Human Safety Net, del gruppo Generali, al terzo piano, mentre l’intervento nel suo insieme comprende la realizzazione di uffici di rappresentanza, spazi per attività private e pubbliche, un auditorium e due terrazze in copertura.
Il progetto degli interni e della mostra temporanea interattiva ‘A World of Potential’ è dello studio Migliore+Servetto con la direzione artistica di Davide Rampello (Rampello & Partners Creative Studio).
«Il progetto – spiegano Ico Migliore e Mara Servetto – si caratterizza per la leggerezza con cui si rapporta alla città di Venezia e al complesso storico delle Procuratie. Tre sono i simboli ricorrenti che connettono l’intero progetto: il tavolo, emblema dell’incontro e del dialogo, presente nelle installazioni interattive e negli spazi conviviali; il nido simbolo dell’accoglienza, richiamato nelle strutture delle librerie a collegare gli spazi conviviali e quelli di lavoro; e infine lo specchio, che a Venezia vanta una tradizione secolare e che ricorre negli arredi del caffè e in diverse installazioni come l’allegoria del confronto con se stessi, della riflessione, della coscienza».
Oltre alla progettazione degli interni della sede di The Human Safety Net, alle installazioni interattive e ai contenuti multimediali della mostra, Migliore+Servetto ha ideato la grafica ambientale e il wayfindingche accompagna e guida i visitatori.
Il Monumento di Edoardo Tresoldi
Una colonna alta più di 15 metri inrete metallica, legno, vetro frantumato, tondini in ferro e pietre è collocata nello spazio attorno al quale si sviluppa lo scalone delle Procuratie Vecchie: Monumento, l’installazione dell’artista Edoardo Tresoldi – realizzata in collaborazione con Carlotta Franco per il concept architettonico e con il supporto progettuale di Gico Studio – rielabora il linguaggio della colonna monumentale sovvertendo la tradizionale retorica del monumento: salendo la scala lo spettatore ha modo di osservarla nella sua interezza, dalla base all’estremità, in un cambio di prospettiva che innesca a sua volta un ribaltamento concettuale.
«L’architettura monumentale è un canto retorico che tralascia la funzione per ritualizzare un pensiero – dichiara Edoardo Tresoldi. Spogliato del proprio simbolismo, ciò che resta del monumento è un canto lirico virtuoso e malinconico, distaccato e solenne, eppure in cerca di contatto perché nasce per esprimersi, per essere prima manufatto e gesto e poi concetto e presenza.
Con Monumento utilizzo il linguaggio retorico della colonna monumentale come riflessione sul nostro tempo e sulla retorica dei valori a cui ambisce la nostra società; una società che ribadisce la necessità di ridefinire il concetto di forza, di rileggere il ruolo della fragilità e che propone l’ascolto e il dialogo al centro delle relazioni interculturali».