Inaugurata oggi 27 ottobre Incancellabile Vittoria, monumentale installazione – 200 metri quadrati – sulla parete nord della fermata Stazione FS della metropolitana di Brescia che Emilio Isgrò ha ideato e deciso di donare alla città.
L’opera, composta da 205 pannelli di fibrocemento fresati, presenta la sagoma della Vittoria Alata che si eleva dalle cancellature tipiche del linguaggio espressivo dell’artista, ed è stata realizzata utilizzando una tecnologia digitale a controllo numerico progettata da The FabLab presso il Talent Garden di Milano.
Le due ‘Vittorie’, quella romana del I secolo, tornata a Brescia da pochi giorni dopo un lungo restauro, e quella contemporanea di Emilio Isgrò, saranno i nuovi punti di attrazione della città e trait-d’union tra il tempio classico del Capitolium, all’interno del rinnovato sito museale archeologico di Brescia, e la stazione ferroviaria dell’alta velocità e della metropolitana, emblema della modernità.
«Il potere suggestivo del grande bronzo romano – spiega Francesca Bazoli, Presidente di Fondazione Brescia Musei – è stato magistralmente colto da Emilio Isgrò, che utilizza, cancellandole, le parole del primo canto dell’Eneide per far emergere la silhouette inconfondibile della statua, e nelle parole della lettera con cui l’artista ha accompagnato il suo generoso dono che la città accoglie con gratitudine».
La silhouette della dea romana, tratteggiata di colore rosso e riconoscibile dalle ali e dalla posizione alzata delle braccia, emerge da una più ampia griglia composta da cancellature nere su un brano tratto dall’Eneide.
Le cancellature sono state operate in profondità, oltre che con livelli differenti rispetto alle lettere del testo. In questo modo si è ottenuto un effetto di chiaroscuro tipico del bassorilievo scultoreo.
«Ho accolto con slancio – dichiara Emilio Isgrò – l’invito che ho ricevuto da una meravigliosa città risorgimentale che sento mia non meno che di tutti gli italiani e, oserei aggiungere, di tutti gli europei di buona volontà. Una città che prima ha dovuto schivare le bombe venute dal buio, e recentemente l’insidia del coronavirus, pagando un tributo rilevante di vite e di sangue. Come già nel dopoguerra – ha proseguito – è su queste rovine che bisogna ricostruire, nel segno di una Vittoria alata che viene da lontano e va lontano. Soprattutto con una consapevolezza: che il mondo è cambiato e cambia di continuo, e a noi tocca il compito di accompagnarlo con le nostre competenze e con quella cultura che è sempre stata e rimane il fondamento di ogni sviluppo economico e sociale. Non credo che io, come artista, possa essere indifferente a un discorso del genere, e appunto per questo ho deciso di donare alla città l’opera che ho scelto di intitolare Incancellabile Vittoria. Come segno di speranza e di fiducia, e soprattutto come tributo d’amore di un italiano ad altri italiani che lottano perché nessuno viva più inutilmente, e ancor più inutilmente muoia».
L’iniziativa, curata da Marco Bazzini, è promossa e sostenuta dalla Fondazione Brescia Musei, presieduta da Francesca Bazoli e diretta da Stefano Karadjov, e dal Comune di Brescia, con il contributo di Brescia Mobilità e Metro Brescia, il coordinamento artistico dell’Archivio Emilio Isgrò, il supporto di The FabLab Milano e il sostegno del Fondo Romeda per l’arte contemporanea.