Lanciata in questi tempi di pandemia dal sindaco di Parigi Anne Hidalgo, l’idea di una città policentrica, dove tutti i servizi utili si trovino entro un raggio di un quarto d’ora a piedi o in bicicletta da casa, ha sollevato un dibattito ed è stata al centro, ieri sera, del primo del nuovo ciclo di incontri Vitruvio 4.0, il progetto nato lo scorso anno dalla collaborazione tra Mitsubishi Electric e l’architetto Leopoldo Freyrie, presidente della Fondazione Riuso per la Rigenerazione Urbana.
Si è parlato soprattutto di Milano, che a osservarla dall’alto appare come il contrario di una città policentrica, anche se fin dalla prima stesura – ha ricordato Carlo Masseroli, all’epoca assessore all’urbanistica – il PGT 2030 introduceva il criterio della walkability per verificare la disponibilità di funzioni entro un raggio di 10 minuti a piedi, e anzi quel criterio era anche alla base del concetto di ‘perequazione’ che favoriva lo scambio pubblico/privato a favore della realizzazione di servizi (pubblici) effettivamente utili alla comunità.
Ma la città immaginata come un insieme di borghi è ancora una città aperta e democratica, si è chiesta Evelina Marchesini? Se i servizi sono disponibili per chi abita in centro e può permettersi di girare in bicicletta, lo stesso si può forse dire per quartieri come il Gratosoglio? In realtà – ha ricordato Marchesini – spesso dietro il concetto di rigenerazione si nascondono interessi immobiliari che, come nel caso della londinese Notting Hill, danno valore alle residenze ma espellono gli abitanti che non si possono permettere gli alti prezzi delle abitazioni, modificando il carattere stesso del quartiere, che perde quella vivacità generata dal mix sociale che lo popolava.
Sembra insomma che uscito dalla porta, il concetto di zoning rientri dalla finestra e, invece di produrre ‘periferie’, dia vita alla gentrification di interi quartieri.
È però vero che – sia pure con la lentezza e le difficoltà che caratterizzano qualsiasi intervento strategico che riguarda le città – favorirne un carattere policentrico potrà trasformare proprio le cosiddette periferie e fors’anche contribuire a ridefinire i margini della città. Se è vero che l’esclamazione più comune dei partecipanti alle passeggiate organizzate da Gianni Biondillo con i suoi ‘Sentieri metropolitani’ è “che bello qui, non sembra nemmeno di essere a Milano”, allora non bisognerebbe più parlare di periferie ma di aree che la dotazione di servizi potrà arricchire dando loro nuova vivibilità.
Del resto la città a quindici minuti è il modello di città europea fin dal Medioevo e l’idea forse può destare stupore negli stati Uniti d’America, che hanno distrutto i servizi di trasporto pubblico a favore della mobilità privata e dove i soli poli di aggregazione sono i grandi mall commerciali, a un’ora d’auto dai sobborghi fatti di ettari di case individuali con giardino e garage.
All’incontro di ieri sera, coordinati da Leopoldo Freyrie, hanno partecipato Federico Parolotto, senior partner di MIC – Mobility in Chain; Carlo Masseroli, city executive di Arcadis Italia; Gianni Biondillo, architetto, scrittore e ideatore del progetto “Sentieri metropolitani”; Evelina Marchesini, vice-caporedattore al Sole 24 Ore.
Mitsubishi Electric
Mitsubishi Electric, con un’esperienza di quasi 100 anni nella produzione, nel marketing e nella commercializzazione di apparecchiature elettriche ed elettroniche, è riconosciuta quale azienda leader a livello mondiale. I prodotti e i componenti Mitsubishi Electric trovano applicazione in molteplici campi: informatica e telecomunicazioni, ricerca spaziale e comunicazioni satellitari, elettronica di consumo, tecnologia per applicazioni industriali, energia, trasporti e costruzioni. In linea con lo spirito del corporate statement “Changes for the Better” e del motto ambientale “Eco Changes”, Mitsubishi Electric ambisce a essere una green company globale, capace di arricchire la società attraverso la tecnologia. L’azienda si avvale della collaborazione di oltre 145.000 dipendenti nel mondo e ha raggiunto nell’anno fiscale terminato il 31 marzo 2020 un fatturato complessivo di 4.462,5 miliardi di Yen (40,9 miliardi di US$). La filiale italiana, costituita nel 1985, opera con tre divisioni commerciali: Climatizzazione – climatizzazione per ambienti residenziali, commerciali e industriali, riscaldamento, deumidificazione e trattamento aria; Automazione Industriale e Meccatronica – apparecchi e sistemi per l’automazione industriale; Automotive – sistemi e componenti per il controllo dei dispositivi di auto e moto veicoli. Viene inoltre supportata la vendita per i Semiconduttori – componentistica elettronica; Visual Information System – sistemi di visione multimediale.