Design! Oggetti, Processi, Esperienze a Parma dal 7 novembre

Salvo nuovi provvedimenti volti a contenere l’attuale pandemia, aprirà al pubblico sabato 7 novembre a Parma, nelle due sedi dell’Abbazia di Valserena e di Palazzo Pigorini, la mostra Design! Oggetti, processi, esperienze a cura di Francesca Zanella, prodotta da Csac – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma con il sostegno del Comune di Parma e in collaborazione con Gruppo Imprese Artigiane Parma.

La mostra, articolata in due sezioni, traccia un percorso in cui il designer – nelle molteplici vesti di bricoleur, artigiano, antropologo, filosofo, scienziato, tecnologo – riflette sui temi del progetto e della produzione, delle politiche di intervento sul territorio e sul patrimonio culturale, e sui differenti linguaggi e pratiche all’interno di una società multiculturale.

Giorgio Casali, radiofonografo stereofonico Brionvega, 1965

La prima sezione, all’Abbazia di Valserena, sede dell’Archivio-Museo Csac, mette in mostra i progetti di designer italiani quali Archizoom Associati, Mario Bellini, Cini Boeri, Achille e Piergiacomo Castiglioni, Enzo Mari, Alessandro Mendini, Roberto Menghi, Bruno Munari, Alberto Rosselli, Roberto Sambonet, Ettore Sottsass Jr.

L’esposizione si articola attraverso tre parole chiave: oggetto, dimensione funzionale e simbolica del progetto ma allo stesso tempo strumento di rappresentazione delle culture; processo, inteso come interpretazione da parte del designer dei processi dell’industria o della produzione; esperienza, ovvero il design come disciplina orientata allo studio delle interazioni tra le persone e tra queste e gli oggetti o gli ambienti.

Bruno Munari, Cappuccetto Giallo, 1971

La seconda sezionea Palazzo Pigorini, co-curata da Valentina Rossi, presenta, attraverso le stesse tre parole chiave, gli esiti della prima fase del progetto Storie di fili, condotto da Csac in partenariato con il Sistema Museale dell’Università di Parma, Cooperativa Eidè, Fondazione Museo Glauco Lombardi e con il contributo della Fondazione Cariparma.

Tre nuovi abiti scultura dell’artista Sissi, ideati attraverso un processo di confronto con il patrimonio del Centro Studi e Archivio della Comunicazione (in particolare con i figurini di Cinzia Ruggeri, Krizia e Brunetta, presenti in mostra) e realizzati con le aziende del territorio Equipage, Maglificio Nuova Ester e Parmamoda, dialogheranno con i costumi della Sartoria Farani, anch’essi conservati al Csac, dando origine a una riflessione sul corpo, sull’abito e sul suo processo creativo e sartoriale.

Krizia, tuta della collezione primavera-estate 1984
Sissi, homage to Brunetta, Tuta linguale, 2020

Centro Studi e Archivio della Comunicazione

Il Centro Studi e Archivio della Comunicazione (Csac) inizia a raccogliere il suo primo nucleo di opere nel 1968 grazie ad Arturo Carlo Quintavalle. Situato oggi nell’Abbazia cistercense di Valserena, conserva materiali originali della comunicazione visiva, della ricerca artistica e progettuale italiana a partire dai primi decenni del XX secolo.
Un patrimonio di oltre 12 milioni di pezzi suddivisi in cinque sezioni: Arte, Fotografia, Media, Progetto (1.500.000 disegni, 800 maquette, 2.000 oggetti e circa 70.000 pezzi tra figurini, disegni, schizzi, abiti e riviste di moda) e Spettacolo.
Csac oggi è uno spazio multifunzionale, dove si integrano un Archivio, un Museo e un Centro di Ricerca e Didattica. Una formula unica in Italia, che mantiene e rafforza le attività sino ad ora condotte di consulenza e collaborazione all’istruzione universitaria con seminari, workshop e tirocini, di organizzazione di mostre e pubblicazione dei rispettivi cataloghi e di prestito e supporto ad esposizioni in altri musei tra cui la Triennale di Milano, il Maxxi di Roma, il Moma di New York, il Centre Pompidou di Parigi, il Tokyo Design Center, il Design Museum di Londra, il Folkwang Museum di Essen e il Reina Sofia di Madrid.

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