La via italiana al grattacielo, il convegno Tall Buildings

Prima importante occasione di incontro, dopo un anno trascorso nella solitudine dei webinar, il convegno Tall Buildings organizzato due giorni fa in Triennale da Aldo Norsa ha affrontato temi strategici alla luce dei cambiamenti attesi che inevitabilmente riorienteranno gli investimenti e il volto delle città negli anni a venire.

Significativa per mole di investimenti e entità delle trasformazioni, la mattinata è stata dedicata agli sviluppi in corso a Milano, a cominciare dalla nuova sede di A2A nel quadrante sud-est della città. Il progetto, presentato da Antonio Citterio, partner dello studio incaricato ACPV – che aveva già sviluppato il masterplan di Symbiosis, proprio al di là del fascio dei binari dello scalo di Porta Romana dove sorgerà la torre – si configura da un lato come un segno forte di riconnessione tra la città storica e la vasta area in trasformazione e dall’altro come strumento di riordino del tessuto urbano, con gli oneri di urbanizzazione in parte utilizzati per ridisegnare gli assi viari tra via Crema e piazza Trento.

Dalla presentazione di Citterio è emerso poi il secondo tema che connota la produzione edilizia in altezza: preservare l’architettura all’interno di una logica – molto nord-americana – da real estate. La produzione industriale degli edifici alti porta inevitabilmente con sé una buona dose di obsolescenza: facciate tecnologicamente evolute tra vent’anni non saranno più tali, e il progetto deve inevitabilmente tenerne conto. Allo stesso modo la flessibilità, tanto auspicata dagli sviluppatori, diventa relativa se si pensa a possibili diverse funzioni nel tempo: difficilmente qualcuno vorrà abitare in un loft all’ultimo piano di un edificio concepito come torre per uffici.

Il tema dell’abitare in alto, insieme a quello della rivisitazione del moderno, sono stati oggetto poi della presentazione di Paolo Asti, che Hines ha incaricato di riqualificare Torre Velasca. Oltre che oggetto iconico della gloriosa storia dell’architettura moderna italiana, uno dei rari esempi di torre mixed-use, con gli otto piani aggettanti destinati a residenze. Destinazione che verrà mantenuta nel progetto di Asti Architetti, a tutti gli effetti qualificabile come un’operazione di restauro del Moderno condotta in piena sintonia con la Soprintendenza.

ph. Fred Romero, licenza CC BY 2.0

La Velasca rappresenta in tutto la sua epoca, sollevando con questo contraddizioni con le esigenze del vivere contemporaneo la cui risoluzione sarà interessante seguire negli sviluppi del progetto, non solo nell’edificio ma anche nella sua relazione con la città: solo per fare un esempio, solo negli anni Cinquanta si poteva pensare che l’elemento più attrattivo per la piazza alla base della torre potesse essere una pompa di benzina!

Un secondo intervento residenziale ‘alto’ presentato nel corso del convegno è Torre Milano, progetto di Beretta Associati per Rusconi e Storm.it in corso vicino a Piazza Carbonari, un ampio slargo circolare su due livelli (le piazze milanesi sono per lo più snodi stradali) sul confine tra il vecchio quartiere fascista ‘dei giornalisti’ (la Maggiolina), ricco di abitazioni individuali con giardino, e la nuova città alta di Porta Nuova.
Edificio alto negli standard italiani – 80 metri, un limite che elude l’obbligo di un secondo corpo scale – Torre Milano, con appartamenti alti un piano e mezzo, porta negli interni quella luminosità che spesso manca ai grandi edifici residenziali dove le altezze sono ottimizzate per ottenere la massima volumetria consentita dai regolamenti.

L'architetto Gian Maria Beretta e l'ingegner Rusconi mentre presentano Torre Milano al convegno Tall Buildings del 7 luglio 2021

Tra gli altri contributi di grande interesse della mattinata la presentazione della torre Unipol di Mario Cucinella, in collegamento da Bologna, gli interventi di Ezio Micelli (Università Iuav) che collabora con laboratorio Permanente e OMA agli aspetti ambientali del masterplan dello scalo Farini.

Il podio di Torre Unipol su via Melchiorre Gioia a Milano (render courtesy MC A).

Contributi autorevoli si sono susseguiti anche nel pomeriggio trattando il tema Tall Buildings in una più vasta prospettiva di scenario, internazionale e tecnologica. Con Alessandro Adamo (DEGW) sull’evoluzione degli uffici, Marco Piva sullo stato attuale della progettazione in Cina, Alberto Romeo e David Fabié (Gruppo Artelia), Giuseppe Amaro (GAe Engineering), Dario Bozzoli (Colombo Costruzioni), Camilla Rigamonti (Eckersley O’Callaghan), Andrea Vittadini (ShoP & Assembly OSM), Mauro Giuliani (Redesco), Branko Zrnić (ATIproject) e Fabrizio Rossi Prodi sulle strutture in legno e altre innovazioni.

 

Tra i numerosi sponsor di Tall Building anche Holcim Italia, che con il suo calcestruzzo ha contribuito alla costruzione della maggior parte dei nuovi edifici alti milanesi, dalle torri Hadid/Generali e Libeskind/PwC nel quartiere Citylife a Torre Milano, dal nuovissimo edificio di Gioia 22 alla platea e core di Torre Unipol.

Tra l’altro, recentemente Holcim ha lanciato sul mercato il cemento ‘green’ ECOPlanet Prime, prodotto con pozzolana naturale calcinata, clincker ricavato da inerti da demolizione e energia generata da combustibili di recupero, e il calcestruzzo ECOPact: scelte produttive e di materiali orientate nella direzione della riduzione delle emissioni clima-alteranti.

© 2020 IoArch. All Rights Reserved.

Scroll To Top