Strutture sanitarie per l’emergenza, il progetto di Taidelli e Techint per l’Humanitas

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L’emergenza Covid-19 ha mostrato la necessità e l’urgenza di ripensare l’impostazione strutturale degli attuali ospedali, anche di quelli più moderni.

È nata da questa constatazione l’idea di dar vita a una soluzione autonoma, indipendente, modulare, flessibile e dotata di tutti i requisiti necessari per essere rapidamente impiegata in situazioni di emergenza come quelle in cui ci siamo trovati in questo mesi. Un nuovo concept in cui architettura, medicina e ingegneria concorrano alla definizione di spazi per la gestione e la cura: efficienti, sostenibili e dal volto umano.

A questo risultato, che prende il nome di Emergency Hospital 19, hanno lavorato l’istituto Humanitas, Techint e l’architetto Filippo Taidelli, già progettista del Campus Humanitas, oltre a Intesa Sanpaolo, TenarisDalmine e le fondazioni Rocca e Humanitas per la ricerca.

Per questo nuovo impegno Taidelli ha ripreso e sviluppato il tema dell’umanizzazione degli spazi, in cui al centro del processo di progettazione è il paziente e in cui l’ambiente diviene componente fondamentale del processo di guarigione.

L’Emergency Hospital 19 è una struttura autonoma rispetto al resto del nosocomio (courtesy, Filippo Taidelli Architetto)

Quella studiata è una soluzione versatile ed efficace, in grado di affiancare, in via provvisoria o definitiva, le attività degli ospedali e di rispondere, in maniera modulare e flessibile, in quantità e qualità, a un numero variabile di pazienti e a diverse tipologie di destinazioni d’uso secondo lo scenario di emergenza sanitaria.
La nuova struttura potrà sorgere nei pressi del pronto soccorso e della pista di atterraggio dell’elisoccorso, su un’area di 2.700 metri quadrati.

L’umanizzazione dell’ambiente sanitario è il mezzo per favorire la guarigione e l’architettura si sviluppa per valorizzare gli aspetti emozionali, intellettuali e sensoriali, inserendo elementi come affetti famigliari, natura e stimoli vari.

Le stanze di degenza e di terapia intensiva dell’Emergency Hospital 19 dispongono infatti di grandi finestre, che consentono al malato allettato di beneficiare della luce naturale, filtrata da veneziane e serigrafie, e della vista del paesaggio.

È noto che in regime di emergenza un malato può trascorrere anche più di dieci giorni in una stanza di degenza, in spazi contenuti che talvolta prevedono il solo letto. Nel nuovo habitat immaginato da Filippo Taidelli la finitura dell’involucro interno diventa elemento sensibile per infondere serenità e tranquillità al degente: la carta da parati a strisce pastello multicolori aiuta a rompere la monotonia e la continuità tra gli ambienti, proiettando idealmente il malato in una atmosfera en plein air, aiutandolo a sentirsi meno disperso e oppresso.
Anche i pavimenti, che simulano un deck di legno senza soluzione di continuità, e i corpi illuminanti a luce calda (3000 k) contribuiscono a creare un’atmosfera più avvolgente.

Sezione del modulo prefabbricato (courtesy, Filippo Taidelli Architetto)

 

Il rapporto visivo con la natura e col verde diventa una componente imprescindibile della progettazione architettonica, rappresentando non solo un elemento di mitigazione climatica dell’involucro, ma anche uno strumento terapeutico. Gli spazi esterni diventano quindi un’occasione per incentivare il valore simbolico del verde.

Il nuovo ospedale risponde quindi a un principio di sostenibilità allargata: tecnica, sociale, energetica e ambientale.

Il modulo base è stato sviluppato per essere adattabile secondo la latitudine e il contesto. L’involucro è stato studiato per abbattere fino al 50% l’energia termica in entrata, riducendo così l’apporto energetico richiesto alla climatizzazione interna.

La doppia pelle, più o meno traspirante, permette di adattare l’edificio a differenti condizioni climatiche sfruttando al massimo le risorse disponibili (sole, vento, vegetazione…) per contenere le dispersioni energetiche invernali e controllare il surriscaldamento estivo.

Le aree verdi rappresentano una parte imprescindibile del progetto: concorrono alla mitigazione climatica dell’involucro, diventano, in un contesto di distanziamento sociale, parte integrante della gestione dei flussi e uno strumento terapeutico per pazienti e operatori.

La zona patio è il centro attorno a cui si sviluppano i reparti operativi e di degenza: un’area concepita come un piccolo chiostro di un monastero. Un’oasi di relax in un ambiente protetto per un momento di pausa all’aria aperta, dove il personale sanitario può allontanarsi temporaneamente dall’atmosfera della corsia di degenza e mitigare lo stress.

Anche all’interno dell’ospedale i pazienti allettati possono beneficiare dell’effetto defaticante della vegetazione grazie alla presenza di piante, arbusti, essenze fiorite e aromatiche posizionate in corrispondenza delle finestre. Ospitate in fioriere colorate di diverse dimensioni e altezza, sono in grado di garantire vivacità al giardino anche in inverno, quando le fioriture sono minori.

Spazi di sosta e relax tra un modulo e l’altro (courtesy, Filippo Taidelli Architetto)

In regime provvisorio e di emergenza, il rivestimento della facciata e l’integrazione architettonica hanno come scopo di coniugare la modularità delle aperture e la ripetitività del layout interno con una composizione in grado di ristabilire un rapporto armonico e flessibile con il nuovo contesto urbano e paesaggistico.

Per questo, la facciata esterna dell’Emergency Hospital 19 prevede una seconda pelle modulare, concepita come un vestito adattabile secondo le condizioni climatiche e di immagine richieste dal contesto geografico.

La seconda pelle che riveste il modulo di base è adattabile a diverse esigenze formali ed è composta da due elementi principali: pelle e ciglia.
La pelle è una sequenza di lamelle verticali in alluminio colorato che, al cambiare del punto di visuale, modificano la percezione del prospetto, creando effetti cinetici simili alle dinamiche installazioni di Rafael Soto. I colori delle lamelle possono esser combinati in percentuali differenti sulle diverse facciate: colorazioni dello stesso tono, ma a intensità variabile, rendono l’impatto visivo sui volumi dinamico e mutevole.

Nelle diverse declinazioni formali le finestre sono incorniciate da imbotti metallici colorati che ne ridisegnano le geometrie in grandi parterre che animano la facciata. Come delle grandi ciglia, queste profonde cornici riparano la superficie vetrata dall’irraggiamento diretto senza limitare la trasparenza, la vista verso il paesaggio circostante e la privacy del degente.

Il progetto ricomprende gli elementi fondamentali per l’ospedale del futuro, in uno spazio limitato e sviluppabile in tempi brevi. Un ospedale realizzato in soli tre mesi – un terzo del tempo rispetto a una struttura tradizionale – grazie ai monoblocchi che ne consentono anche il rapido smontaggio e trasporto.

La copertura si trasforma in una quinta facciata, predisposta per accogliere un campo fotovoltaico e garantire l’autosufficienza energetica anche nelle situazioni geografiche più disagiate.

L’edificio si configura come sistema modulare a piastra, prefabbricato e replicabile, costituito da sei moduli di dimensioni standard a cui corrispondono specifiche destinazioni d’uso interne: pronto soccorso, osservazione breve intensiva e servizi diagnostici, terapia intensiva, servizi accessori e di supporto, degenza, modulo area interventisti.

Emergency Hospital 19 presenta tutte le utilities necessarie per il soggiorno dei pazienti: tv in camera, canali di comunicazione per vedere e parlare con i parenti all’esterno, wi-fi, oltre alla telemetria.

La realizzazione delle parti tecnologiche e strutturali dell’ospedale ha previsto un investimento di 12 milioni di euro.

Quella di Milano-Rozzano è la prima di tre strutture dedicate all’emergenza; altre due sono in via di costruzione all’Humanitas Gavazzeni di Bergamo e all’Humanitas Mater Domini di Castellanza (Varese).

Filippo Taidelli Architetto FTA

Filippo Taidelli (foto, MR)

Fondato nel 2005 da Filippo Taidelli, FTA è uno studio di architettura e design con sede a Milano. È attivo in Italia e all’estero, FTA sviluppa progetti di design integrati in collaborazione con un team di specialisti. Lo studio ha realizzato progetti ex novo e di ristrutturazione su varia scala, che spaziano dagli interventi residenziali a quelli commerciali e uffici. L’attività è focalizzata su ricerche e interventi innovativi nell’ambito del retrofit urbano per la riqualificazione energetica di edifici esistenti e nell’ambito socio-sanitario.

www.filippotaidelli.com

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