Luca Giordano. Maestro barocco a Firenze. La mostra a palazzo Medici Riccardi

Prosegue fino al 5 settembre, a Palazzo Medici Riccardi di Firenze, la mostra “Luca Giordano. Maestro barocco a Firenze”, curata da Riccardo Lattuada, Giuseppe Scavizzi e Valentina Zucchi, centrata sul rapporto intercorso fra il pittore napoletano – che trascorse a Firenze un periodo della sua vita, tra il 1682 e il 1686 – e le grandi famiglie fiorentine per le quali il pittore realizzò importanti capolavori su tela e a fresco destinati a segnare la storia del Barocco a Firenze.

La volta della Galleria degli Specchi di Palazzo Medici Riccardi affrescata da Giordano, una vera e propria sfida all’illusionismo, si presenta come un fulgido racconto di miti, ritmato dalle virtù cardinali poste agli angoli e culminante con la celebrazione dei Medici nel centro, cui i Riccardi erano largamente riconoscenti.

 

La Galleria degli Specchi idi Palazzo Medici Riccardi (ph. ©Antonio Quattrone).

 

A questa decorazione fa da specchio la volta della Biblioteca, dove è raffigurata l’Allegoria della Divina Sapienza, che Luca Giordano avrebbe dipinto in soli cinque giorni fra il 1685 e il 1686. Queste preziose testimonianze artistiche, insieme alla decorazione della Cappella Corsini in Santa Maria del Carmine e a una serie di dipinti commissionati da altre grandi famiglie fiorentine – fra cui i Medici e i Del Rosso – compongono un interessante quadro della presenza dell’artista a Firenze.

In mostra una selezione di circa 50 opere profondamente connesse agli affreschiFra queste spiccano una serie di dieci bozzetti della Galleria degli Specchi e della volta della Biblioteca Riccardiana, di proprietà della National Gallery di Londra. E ancora, le Virtù distribuite in varie collezioni private europee e poi quadri provenienti da prestigiosi musei italiani come le Gallerie degli Uffizi, il Museo dell’Opera del Duomo di Siena, il Museo Stibbert di Firenze e il Museo di Palazzo Mansi a Lucca oltre ad opere provenienti da collezioni private italiane e americane. A queste fanno da controcanto i documenti riferiti alla committenza riccardiana, alla definizione dell’invenzione e all’esecuzione dei dipinti, custoditi presso le biblioteche e gli archivi cittadini. Il percorso espositivo indaga poi ulteriori aspetti della committenza e dell’attività fiorentina di Luca Giordano, valorizzando in particolare le opere più vicine per soggetto, più originali per tecnica e più significative nell’excursus del pittore.

Luca Giordano, Dedicazione della cappella Corsini, bozzetto, courtesy Galleria Corsini (ph. ©Claudio Giusti).

 

«Al suo arrivo a Firenze, dove avrebbe lavorato nell’arco di circa tre anni (1682-85), Luca Giordano era già un artista famoso, ma Firenze era ancora il centro artistico che aveva indicato all’Europa la via del Rinascimento e della Maniera moderna – spiega Riccardo Lattuada, curatore della mostra. Giordano ne fu cosciente, e sin dai suoi primi rapporti con i conoscitori e i collezionisti della capitale granducale egli assunse una postura di rispetto ma anche di sfida: rispetto per il prestigio fiorentino, ma sfida alle opere più eminenti e moderne di Pietro da Cortona e Ciro Ferri a Palazzo Pitti, e anche al sublime purismo devoto di Carlo Dolci. L’apice di questa vicenda è la Galleria di Palazzo Medici Riccardi, accanto alla quale fiorirono opere di potente impatto emotivo e formale che suscitarono l’ammirazione del mondo artistico fiorentino e del maggiore storico dell’arte del tempo, Filippo Baldinucci, e aprirono la strada verso l’estetica dell’Arcadia».

Scopo della mostra è anche quello di dare nuovo risalto agli affreschi della Galleria e della Biblioteca, che oltre a beneficiare di un nuovo sistema di illuminazione sono oggetto di studio da parte dell’Opificio delle Pietre Dure per approfondire la peculiare tecnica impiegata da Luca Giordano.

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