Luigi Ghirri. Rosso Ferrari – nella Project Room del Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, ripercorre il lavoro – tra commissionati e ricerca personale – che il fotografo ha dedicato allo storico marchio di automobili.
Nella seconda metà degli anni Ottanta, Luigi Ghirri documenta le fasi di produzione all’interno dello stabilimento di Maranello: dall’ufficio stile ai laboratori per la lavorazione del pellame alle officine meccaniche, in un racconto incentrato su quei processi di assemblaggio e trasformazione che caratterizzano e accomunano l’automobile e la fotografia.
In questa direzione va anche la serie dedicata a una replica in scala di una Ferrari F40 prodotta dalla ditta Agostini. Lo scenario, un campo da golf, e la presenza del pilota-bambino accentuano il senso di surreale sospensione che scaturisce dalla vettura in miniatura.
La stessa estraniazione che ritroviamo nell’ultima sezione, dedicata all’allestimento di Pierluigi Cerri per l’esposizione del 1988 al Forte di Belvedere di Firenze, dove le architetture rinascimentali dello sfondo partecipano alla composizione insieme ad alcuni modelli Ferrari e alle strutture in vetro di Cerri.
La mostra, a cura di Francesco Zanot, è completata da un importante nucleo di fotografie provenienti dalla collezione di Jacobacci & Partners, sintesi di un percorso in cui il fotografo interpreta l’identità del prestigioso marchio automobilistico.
Le immagini della produzione, gli scorci dell’esposizione, ma anche gli interni del Museo Ferrari a Maranello, sono momenti di un racconto in cui la piccola dimensione di una fotografia ha il potere di custodire la profondità di una storia.
Cinquanta gli scatti esposti – 28 provenienti dall’Archivio Luigi Ghirri e 22 dall’Archivio di Jacobacci & Partners – accompagnati dalla Ferrari F40 del 1990 in prestito dalla Fondazione Gino Macaluso per l’Auto Storica e da una scocca in vetroresina della F40 Baby.