Montreal, il Biodome dopo la riqualificazione di Kanva

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Nel 2014 lo studio canadese Kanva, guidato da Rami Bebawi e Tudor Radulescu, vinse il concorso internazionale di progettazione indetto da Space for Life per ristrutturare, con un budget di 25 milioni di dollari, il museo della scienza di Montreal istituito nel 1992.

Il Biodome, che ricostruisce autentici ambienti di diversi ecosistemi naturali, si trova all’interno del monumentale velodromo costruito per le Olimpiadi di Montreal del 1976, una spettacolare struttura in calcestruzzo armato con una copertura formata da grandi pannelli vetrati progettata dall’architetto francese Roger Taillibert (1926-2019).

Il Bidone di Montreal è collocato all'interno dell'ex velodromo realizzato per le Olimpiadi di Montreal 1976 (ph. ©James Brittain)

«Il nostro incarico era quello di migliorare l’esperienza immersiva tra i visitatori e gli ecosistemi del museo – spiega Rami Bebawi, partner di KANVA e lead architect del progetto. Per farlo abbiamo approfondito il ruolo che il Biodome svolge nel sensibilizzare i visitatori sulla complessità degli ambienti naturali, particolarmente importante oggi per aiutare a comprendere le implicazioni del cambiamento climatico in atto».

Il Biodome è un autentico organismo vivente, con sistemi impiantistici particolarmente complessi necessari a mantenere attivo il funzionamento degli ecosistemi, che comprendono più di 250.000 animali e 500 specie vegetali.
Ciò rendeva estremamente delicato qualsiasi tipo di intervento e necessaria una strategia globale in grado di ricomprendere al proprio interno tutti i micro-interventi previsti, nonché un elevato livello di collaborazione multidisciplinare.

Inizialmente il progetto si è concentrato sugli spazi da trasformare per massimizzare il valore dell’edificio, a cominciare dalla demolizione dei bassi solai che impedivano di percepire la scala impressionante dello spazio esistente. Così facendo, il progetto crea un grande spazio centrale aperto alla luce proveniente dai grandi pannelli vetrati che, posti tra i costoloni della struttura, ne formano la copertura.

L'atrio si apre ora verso le volte vetrate, per un'altezza di oltre quattro livelli (ph. ©James Brittain).

Il grande spazio aperto a tutt’altezza diventa in questo modo il baricentro dei diversi ecosistemi del museo, avvolti e protetti all’esterno da una candida ‘pelle’ traslucida disegnata parametricamente, utile anche per disegnare i percorsi di visita. Si tratta di un materiale biofilico prefabbricato applicato mediante una complessa operazione di ingegneria strutturale: curvato e teso intorno a una sottostruttura di alluminio piegata, arcuata e sospesa con travi triangolari, a sua volta ancorata a una struttura portante in acciaio.

L’interazione della pelle traslucida con la luce proveniente dall’alto dona allo spazio un senso di calma e di infinità. Questo grande spazio inoltre amplifica l’esperienza di visita quando si fa ingresso nei differenti ecosistemi del museo

Il percorso di visita ha inizio tra le pareti traslucide rivestite con una pelle biofilica (ph. ©Marc Cramer).

Il progetto si è poi focalizzato sulla visita del museo, trasformando il percorso lineare esistente con nuovi passaggi atti a creare un’esperienza dinamica nella quale i visitatori sono liberi di scegliere il proprio percorso di visita tra un ecosistema e l’altro.
Di ciascuno di essi Kanva ha cercato di creare in primo luogo un’esperienza sensoriale fatta di suoni, odori e superfici da toccare, relegando la vista alla fine. Come tende scostate nella pelle traslucida del grande atrio, accessi lungi 10 metri conducono al core centrale e da lì agli ambienti dei differenti ecosistemi, che comprendono una foresta pluviale sub-tropicale, la foresta cedue di aceri canadesi, l’ecosistema della baia di San Lorenzo, quello delle isole della regione sub antartica (qui Kanva ha realizzato un tunnel di ingresso in ghiaccio per favorire l’acclimatazione) e la regione costiera del Labrador.

Un sistema discreto di way finding facilita l'individuazione dei diversi ecosistemi (ph. ©James Brittain).

Verticalmente, Kanva ha aggiunto un nuovo livello mezzanino sopra gli ecosistemi, accessibile attraverso camminamenti che consentono ai visitatori di muoversi sia tra il fogliame dei maestosi alberi della foresta pluviale sia tra quelli dell’ecosistema della baia di San Lorenzo.

Il mezzanino, che svolge anche funzioni tecniche di accesso agli impianti che mantengono in vita gli ecosistemi, ospita inoltre installazioni didattiche interattive.

Il nuovo mezzanino si affaccia sull'ampio spazio centrale tra gli ecosistemi del museo (ph. ©Marc Cramer).

L’intervento, inaugurato lo scorso marzo, è stato per Kanva un’esperienza formativa. Prima di disegnare un nuovo bacino per ospitare i pinguini che vivono nel museo, gli architetti si sono confrontati per settimane con i biologi per conoscere i comportamenti e le esigenze della specie. Allo stesso modo, per permettere ai visitatori di osservare i castori nel loro habitat naturale, lo studio ha osservato attentamente le capacità ingegneristiche dei castori, decidendo alla fine di permettere loro di modellare il legno da soli per usarlo poi, una volta essiccato, per ricostruire l’ambiente in cui si possono osservare.

«Prima ancora di poter immaginare di disegnare un ambiente naturale devi studiare e avvicinarti umilmente ad esso – dice Bebawi. Se progettiamo per gli umani possiamo dare per acquisite alcune nozioni, ma se vuoi progettare per una lontra o un bradipo devi reimparare tutto daccapo».

Crediti

Design Architect, Quebec Architect, Coordinating Architect, Project Manager KANVA, in collaboration with NEUF architect(e)s

Electromechanical engineer Bouthillette Parizeau inc.

Structural Engineer NCK inc

Building code specialist and cost consultant Groupe GLT+

Specification writer Atelier 6

Lighting design consultant LightFactor

Collaborating exhibition designer La bande à Paul

Collaborating set designer Anick La Bissonnière

Collaborating museologist Nathalie Matte

Wayfinding specialist Bélanger Design

Land surveyor Topo 3D

Acoustics specialist Soft dB

KANVA

Fondato nel 2003, Kanva è uno studio multidisciplinare con sede a Montreal formato da 15 architetti specializzato nella progettazione di spazi collettivi. Con un approccio che si interroga sulle opportunità di trasformazione dell’ambiente costruito, ogni progetto vrappresenta per lo studio un’occasione per sviluppare un racconto e per estendere la portata del dialogo tra arte e architettura.
Kanva considera l’architettura, l’arte e la scienza come strumenti di apprendimento per trasformare l’ambiente costruito per coloro che lo abitano.
Premiato nel 2015 con l’Emerging Architectural Practice Award del Royal Architectural Institute of Canada, nel 2017 Kanva ha ricevuto il Prix de Rome del Canada Council for the Arts per il lavoro di  ricerca ‘Adaptive Boundaries’. L’anno successivo il progetto ‘Imago’ ha ottenuto l’Experimental – Future Projects Award al World Architecture Festival (WAF).
Più recentemente, lo studio è stato scelto per fornire installazioni artistiche per il padiglione canadese all’Expo di Dubai 2021-22.

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