Memorie dimenticate

Manhattan, massa di edifici risucchiati verso l´alto. Grande
e complessa metropoli in continua trasformazione. Fitta di labirinti e di
sorprese, di frammenti abbandonati, di memorie dimenticate di un passato,
neanche tanto remoto, che talvolta rivive sotto la spinta di iniziative
coraggiose. é il caso della High Line, un nastro ferroviario sopraelevato, a
circa 7-8 metri dalla quota stradale e che si sviluppa lungo il lato ovest
della citt&aacute lungo il fiume Hudson. Per quasi tutto il ventesimo secolo la High
Line ha funzionato come linea trasportatrice di carne da inscatolare nel Meatpacking
District
, un tempo macelleria, oggi
importante centro di avvenimenti mondani.

L´abbandono delle attivit&aacute conserviere ne segna anche la
fine, e il 1980 é l´ultimo anno in cui un treno calca i binari della linea. Da
allora la High Line inizia un costante e consueto processo di degrado: le strutture
arrugginiscono, in alcuni tratti viene demolita e si riempie di erbacce fino al
punto che sulla ex-sopraelevata crescono indisturbati perfino alberi di prima
grandezza. Ma é proprio degrado quello di cui stiamo parlando? Il processo di
?inselvatichimento urbano? con specie vegetali spontanee, ma capaci di
prosperare sul piano completamente artificiale di un ponte, ha dato origine nel
corso degli anni ad un meraviglioso ed inaspettato nastro verde che vola sopra
le strade e dal quale si aprono viste privilegiate verso il fiume. Consapevole
del notevole potenziale della High Line, verso la fine degli anni ´90 un gruppo
di cittadini ha iniziato a mobilitarsi contro la volont&aacute di demolizione fino ad
allora prevalente e per il suo recupero e conservazione. Il movimento cresce,
si evolve e lancia nel 2003 un primo concorso di idee in forma aperta che vede
la partecipazione di ben 720 progetti provenienti da 34 diverse nazioni. Verso
la fine del 2004, una volta raggiunto l´appoggio economico delle istituzioni,
attraverso un concorso a inviti, viene selezionato il gruppo formato dai
paesaggisti James Corner/Field Operations e dagli architetti
Diller/Scofidio+Renfro, che hanno la meglio sui concorrenti: Zaha Hadid con
Balmori Associates + S.O.M. + studio MDA; Steven Holl con Hargreaves
Associates; e Michael Van Valkenburgh Associates con D.I.R.T. Studio e Beyer
Blinder Belle.

L´aspetto piú peculiare e notevole del progetto di Field
Operations e Diller e Scofidio é la volont&aacute di sostanziale conservazione delle
specie vegetali spontanee, proponendo un interessante cortocircuito tra un
suolo totalmente artificiale e un softscape
apparentemente naturale e non addomesticato. Il sistema verde é lo stesso o é
del tutto simile a quello che nel tempo si é insediato sulla linea, é capace di
autoregolarsi in base a dinamiche di interazione proprie e pertanto richiede un
apporto manutentivo modesto. Fondamentale nel progetto l´intervento di Piet
Oudolf, esperto paesaggista-botanico olandese. Il suo lavoro si basa sulla comprensione
profonda dei principi di funzionamento di un giardino inteso come un
ecosistema, ma finalizzato alla composizione di spazi di tanto elevata, quanto
inconsueta qualit&aacute formale. L´arte di Oudolf, difficilmente imitabile, di
governare o creare paesaggi o anche singole specie vegetali, spesso applicata a
situazioni di grande rilievo e prestigio (come nei recenti Lurie Garden a
Chicago o nel Battery Park, sempre a Manhattan), sta da qualche anno proponendo
una nuova ed influente estetica nel disegno degli spazi aperti. In particolare,
nel progetto della High Line le nuove piante sono state scelte armonizzandole o
ripetendo le preesistenti in base a criteri di resistenza, estetica e
appartenenza alle specie native. A progetto completato la High Line é un parco
lineare che conserva tratti dei binari preesistenti e dove le superfici
pavimentate si dipanano mescolandosi all´apparente disordine del verde in
?stile naturale? il cui disegno, pur conservando l´aspetto spontaneo
originario, ha un rigoroso ordine compositivo e tecnico. Nel disegno di Field
Operations/Diller Scofidio tutto si fonde, il verde con la pavimentazione, le
panchine ed altre attrezzature con il piano calpestabile. Quel che piú conta é
che questo progetto, che vede ormai la partecipazione di un foltissimo numero
di sostenitori e di donatori, tra i quali alcune star di Hollywood (tra queste l´attore Ethan Hawke, voce
nel video che racconta la storia del progetto), sia una provocatoria e quanto
mai reale dimostrazione della potenzialit&aacute legata al recupero di situazioni di
apparente abbandono urbano: un´esperienza di successo, dato che la prima
sezione della High Line é stata aperta nel giugno 2009 e la seconda lo sar&aacute
entro la fine del 2010.

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