Con Recycled Grey Pedrali che presenta le sue prime collezioni completamente realizzate in materiale plastico riciclato.
Il nuovo materiale è composto per il 50 per cento da scarto di materiale plastico post-consumo, come bottiglie di plastica o imballaggi alimentari provenenti da raccolta differenziata porta-a-porta, e per l’altra metà da scarto di materiale plastico industriale, tema già perseguito da Pedrali che, da sempre, reinserisce nel processo produttivo parte degli scarti interni delle proprie fabbriche.
In particolare, la componente industriale del nuovo materiale 100% riciclato proviene da scarti di materie plastiche, dai contenitori, da film plastici.
«Questo mix consente di avere un prodotto green qualitativamente avanzato, capace di garantire performance meccaniche di alto livello. Ricavare il 50% di questo materiale da scarti di post-consumo significa selezionare, smistare e recuperare un materiale che altrimenti dovrebbe essere smaltito. E sono necessari test e analisi accurate per far sì che questo diventi una materia prima con la quale realizzare un arredo» spiega Giuseppe Pedrali, Ceo dell’azienda fondata nel 1963 dal padre Mario, che oggi esporta in oltre 100 Paesi nel mondo e che, attraverso i suoi arredi, promuove i valori della tradizione, dell’innovazione e la ricerca della bellezza.
Il 50% di scarti post-consumo rappresenta il limite massimo per garantire al prodotto alti standard qualitativi in termini di resistenza e durabilità, per un utilizzo degli arredi massivo e prolungato. Standard confermati da test di esposizione prolungata alla luce e a temperature che vanno da +50° C a -10° C.
Le finiture antistatiche inoltre sono semplici da pulire, manutenere e igienizzare, tema quest’ultimo più che mai attuale.
I prodotti realizzati in questo nuovo materiale sostenibile hanno in comune il caratteristico colore grigio, una colorazione neutra scelta per rendere omogenee e celare le possibili imperfezioni proprie di un materiale riciclato. Si chiamano “recycled grey” e sono contrassegnati da una tampografia che riporta l’indicazione “100% recycled”.
Pedrali presenta quindi Remind recycled grey, disegnata da Eugeni Quitllet, una delle due novità in questo nuovo materiale; Babila XL – l’ultima nata della famiglia Babila disegnata da Odo Fioravanti – in versione recycled grey e ancora più green nella versione con gambe in legno certificato FSC.
Dal 2018 Pedrali, per tutte le collezioni in legno, utilizza vernici a base acqua composte per lo più da resine di origine vegetale. Composte per il 40% da materie prime provenienti da sostanze vegetali “di scarto”, queste vernici realizzate su base vegetale hanno durezza, resistenza chimica e alla luce e lavorabilità industriale paragonabili ai classici prodotti derivati dal petrolio, ma con una netta riduzione della componente fossile e una drastica riduzione dei VOC (Volatile Organic Compounds), composti chimici contenuti nelle normali vernici che evaporano a temperatura ambiente e possono provocare gravi danni alla salute umana, oltre che contribuire all’inquinamento dell’aria.
Ne derivano ambienti di lavoro più salubri e meno pericolosi, considerato il fatto che queste vernici non sono infiammabili, un minore inquinamento dell’aria e minori emissioni di CO₂.
Questo non fa che proseguire il percorso che Pedrali porta avanti da sempre: prestare attenzione, già in fase progettuale, oltre che durante il processo produttivo, ai materiali utilizzati, all’ottimizzazione del consumo di materie prime e alla razionalizzazione delle risorse, al riuso e/o riciclo dei rifiuti e al controllo delle emissioni.
«Realizziamo tutto internamente, nelle nostre unità produttive di Mornico al Serio (Bergamo) e di Manzano (Udine). Questo ci consente di controllare l’intera filiera in tutte le fasi del processo produttivo, utilizzando macchinari e impianti di ultima generazione, oltre che materiali sostenibili e di alta qualità» dice Monica Pedrali, Ceo, confermando che il rispetto per l’ambiente segue processi industriali sostenibili e rappresenta in azienda una prassi consolidata. «La nostra filosofia mira alla salvaguardia del pianeta. Gli stessi scarti, sia industriali, sia di post consumo, vengono convertiti in materia prima, in una logica di economia circolare che mira ad abbattere gli sprechi».
Condividendo gli Obiettivi 2030 della Comunità Europea, lo scorso anno Monica Pedrali ha partecipato a “Design for Sustainability: bridging Italian and German creativity for sustainable development” la conferenza internazionale su design e sostenibilità che ha avuto luogo all’Ambasciata d’Italia a Berlino inaugurando la Settimana Europea per lo Sviluppo Sostenibile.
Nella stessa prospettiva, Pedrali ha inoltre recentemente completato lo studio di Corporate Carbon Footprint dell’azienda che misura l’ammontare totale delle emissioni di gas ad effetto serra prodotte, direttamente e indirettamente, dalle attività svolte da un’organizzazione in un determinato intervallo temporale.
«Analizzando quanta CO₂ emettiamo, riusciamo a sapere qual è l’impatto del nostro intero ciclo produttivo sull’ambiente. Questo ci permette di avere dati concreti per definire obiettivi di miglioramento continui, monitorabili e quindi raggiungibili» spiega Giuseppe Pedrali.
In un periodo caratterizzato dall’eccessivo sfruttamento delle risorse ambientali disponibili, impegnarsi in una politica di responsabilità sociale non significa solo incentrare la produzione e l’etica dei propri prodotti su scelte “green”, ma renderla una componente identitaria della propria cultura aziendale, oltre che un vero e proprio obiettivo di business a medio-lungo termine.