Pedrali misura la propria corporate carbon footprint

Dopo aver completato lo studio di corporate carbon footprint, Pedrali ha ottenuto la certificazione secondo la norma UNI EN ISO 14064-1:2019. Lo studio misura l’ammontare totale delle emissioni di gas a effetto serra prodotte, direttamente e indirettamente, dalle attività svolte da un’organizzazione in un determinato intervallo temporale.

 

La carbon footprint è una misura che esprime in CO2 equivalente il totale delle emissioni di gas a effetto serra associate direttamente o indirettamente a un prodotto, un’organizzazione o un servizio.

 

Lo studio è stato condotto per individuare, quantificare e gestire le emissioni di gas a effetto serra (GHG), riportato in termini di tonnellate di CO2 equivalente, connesse all’attività produttiva aziendale svolta nel corso del 2018 all’interno dei siti produttivi di Mornico al Serio, in provincia di Bergamo, dove vengono realizzati gli arredi in metallo, in materie plastiche e gli imbottiti, e di Manzano, in provincia di Udine, adibito alla produzione di arredi in legno.
L’applicazione di questo standard permette di seguire una metodologia trasparente e standardizzata, restituendo risultati obiettivi e confrontabili.

 

La sede di Pedrali a Mornico al Serio, in cui vengono realizzati gli arredi in metallo, in materie plastiche e gli imbottiti.

 

Le emissioni sono individuate e calcolate distinguendo tra quattro differenti fonti: le emissioni dirette, ossia derivate dalla combustione di gas naturale, da perdita di gas refrigeranti, oppure da combustione di gasolio per autotrazione, utilizzata per la movimentazione dei mezzi aziendali, e le emissioni indirette, ovvero quelle derivanti dalla produzione di energia elettrica utilizzata presso i siti aziendali; quelle derivanti dal trasporto di materie prime nel tragitto fornitore/azienda, quelle derivanti dalle perdite di rete relative alla fornitura di energia elettrica oppure dalla produzione di gasolio e gas naturale e, infine, le emissioni indirette di GHG (gas clima-alteranti) associate ai prodotti, beni e servizi acquistati e utilizzati dall’azienda.

 

Il magazzino automatico, denominato Fili d’erba, progettato da Cino Zucchi all’interno dell’insediamento produttivo di Mornico al Serio, ph. ©Filippo Romano.

 

Scegliere di effettuare uno studio, e di ottenerne la conseguente certificazione, consente all’azienda di comprendere le debolezze ambientali dei propri cicli produttivi. Partendo da dati oggettivamente misurabili diventa così possibile ridurre gli sprechi e aumentare l’efficienza, comunicando al contempo una politica aziendale green fondata su dati concreti e confrontabili.

«Analizzando quanta CO2 emettiamo, riusciamo a sapere qual è l’impatto del nostro intero ciclo produttivo sull’ambiente. Questo ci permette di avere dati concreti per definire obiettivi di miglioramento continui, monitorabili e quindi raggiungibili» ha spiegato Giuseppe Pedrali.

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