Si è svolta il 13 giugno, alla Palazzina Reale della stazione di Firenze Santa Maria Novella sede dell’Ordine e della Fondazione Architetti Firenze, la premiazione dei vincitori della quarta edizione del Premio Architettura Toscana, rivolto alle opere realizzate nei cinque anni precedenti la pubblicazione del bando.
Cinque le categorie e sei – tra le 119 al vaglio della giuria – le opere premiate (due i vincitori ex-aequo nella categoria ‘restauro o recupero’).
Categoria Opera Prima
Primo premio: Architetto Vanni Meozzi, La casa dell’architetto, Collodi (Pistoia)
Addossato a un preesistente edificio nel vecchio borgo di Collodi, l’edificio su tre livelli, ha dimensioni molto limitate: all’interno 7,7 metri di lunghezza, 3 metri di larghezza, un’altezza al colmo di 8,80 metri. Quasi una casa torre.
Quando fu acquistata era inabitabile; tetto, pareti e solai erano crollati. La presenza di questo vuoto è stato l’elemento conduttore del progetto di recupero. La finalità era quella di esaltare il vuoto e la luce, favorire la trasparenza tramite l’eliminazione di tutte le pareti. All’interno di questo vuoto un cubo sospeso, rivestito completamente in legno di rovere, accoglie al suo interno la camera; sotto si trova la cucina e sopra al secondo piano con la camera-studio.
La scala e la passerella che collegano i livelli, in grigliato con zincatura nera, si sviluppano intorno a questo vuoto, permettendo di esplorarlo e viverlo. La trasparenza viene esaltata dal solaio del secondo piano in metallo che permette la vista della copertura già dall’ingresso.
Per quanto riguarda la tipologia costruttiva si è scelta una soluzione completamente a secco realizzando solai in travicelli di legno lamellare poggiati su profili perimetrali di acciaio che determinano la cerchiatura orizzontale interna. Le pareti esterne e interne sono state lasciate con pietre a vista.
Opere menzionate: Lemonot — MEAT-ings
Opere selezionate: Crespi Galeotti Architetti – Ottica Ballerini; Grazzini Tonazzini Colombo – Cappella Farnocchia;Quattroterzi Architetti – Casa MU
Categoria Opera di nuova costruzione
Primo premio: Architetto Fiorenzo Valbonesi / asv3 officina di architettura, Cantina di Guado al Tasso, Castagneto Carducci (Livorno)
L’area in cui sorge la nuova cantina o, meglio, la ristrutturazione di quella esistente, con il mantenimento della barricaia e la nuova edificazione delle aree di produzione dei vini, si colloca quasi al centro della tenuta rispetto alle principali vie di accesso e in adiacenza al Podere Guado al Tasso.
Concepita nel rispetto del paesaggio circostante, la cantina è dotata di tre accessi, uno per l’uva, uno per i visitatori e uno per gli ospiti presenti presso il podere. Un edificio ipogeo consente molti vantaggi, tra cui la tutela del paesaggio, la qualità del vino e l’aspetto energetico, ottenuto tramite la naturale azione coibente delle coperture inerbite. Adiacenti alla barricaia, alcuni vani accessori fungono da cerniera con i nuovi volumi della vinificazione, divisa in due ambienti, uno circolare e uno di forma allungata e irregolare, volti a individuare e caratterizzare uno specifico spazio per uno specifico vino. Il primo ha pareti inclinate e un flesso centrale del soffitto che rendono lo spazio dinamico e teso, il secondo ha pareti circolari rifinite con la tecnica della subbiatura. La medesima divisione dello spazio avviene in barricaia dove grandi pannelli verticali disposti in cerchio come drappi, custodiscono un vino di grandissima qualità.
Il cuore della cantina è lo spazio di accoglienza: la degustazione. Raggiungibile dagli ingressi pedonali, è posta a tre metri sopra al piano di lavoro, con una vista privilegiata su tutti gli ambienti sottostanti.
Opere menzionate: MEAT-ings (Panzano, Firenze) – Lemonot
Opere selezionate: Studio Milani – Sulla forma della Terra; Edoardo Milesi & Archos – Cantina Capuano; b-arch – I Vivai al Parugiano; Riccardo Butini Architetto – Uffici e Fabbrica
Categoria Opera di allestimento o di interni
Primo premio: nuvolaB architetti associati, Biblioteca Scuola Normale Superiore, Pisa
L’idea del progetto nasce da una riflessione sui modi di studiare e di fare ricerca oggi, quando le tecnologie di trasmissione ed edizione digitale invitano a una reinterpretazione dell’idea stessa di biblioteca.
L’intervento si sviluppa sui sei piani dell’edificio, per una superficie totale di circa 2.000 metri quadrati. Scopo primario del progetto è proporre un insieme di soluzioni d’arredo reiterabili nelle varie stanze del palazzo in modo da creare una continuità di linguaggio riconoscibile dagli utenti della scuola.
Il progetto cerca di ‘pulire’ le stanze, sature di ostacoli fisici e visuali. L’esigenza principale è di ricondurre in una trama di pochi segni e di spazi, facilmente identificabili, gli ambiti bibliotecari interessati dal progetto, favorendone la cucitura e l’integrazione con l’articolato impianto planimetrico dell’edificio storico.
L’architettura degli interni viene concepita come organica alla forma dell’edificio, per evitare la sensazione di trovarsi di fronte a un intervento di semplice collocazione degli arredi.
Opere menzionate: Grazzini Tonazzini Colombo – Padiglione Arginvecchio
Opere selezionate: P&M Palterer Medardi Architecture – Percorso Archeologico; DeVitaLaudati – Circolo la Torre
Categoria Opera di restauro e recupero
Primo premio ex-aequo: q-bic, Factory, Firenze
Nel complesso dell’intervento di Manifattura Tabacchi di Firenze la Factory, inaugurata ad aprile 2023, è costituita da tre edifici che insieme costituiscono un unico organismo concepito come un enorme laboratorio al centro del quale vi è piazza Francesca Morvillo dove un mix-funzionale con negozi e botteghe artigiane anima lo spazio delimitato dalle quinte degli edifici storici. La copertura dell’edificio centrale più basso ospita l’Officina Botanica, un grande giardino pensile collegato tramite ponti pedonali agli atelier e agli uffici ospitati negli edifici vicini.
Elemento chiave è lo spazio eventi all’interno di uno degli edifici storici. Il progetto si è posto l’obiettivo di enfatizzarne l’aspetto industriale, per trasmettere ai visitatori il fascino di un luogo che oggi può essere considerato di archeologia industriale e che per funzione è sempre stato nascosto alla cittadinanza.
Primo premio ex-aequo: studio Benaim, GO-Giunti Odeon, Firenze
Con il restauro e la riorganizzazione degli spazi interni, l’architettura liberty del Palazzo dello Strozzino accoglie l’unione tra la vasta libreria firmata Giunti e la storica sala cinematografica dell’ex-cinema teatro Odeon, rimodernata in forme e tecnologie.
Il progetto nasce dalla riscoperta degli spazi originali, con l’eliminazione di ogni superfetazione stratificatasi sulle forme dell’edificio storico, e dalla ricerca di un dialogo tra vecchio e nuovo che non cede alla cristallizzazione degli spazi nel tempo. La rimozione della platea che copriva la pavimentazione originale, la riapertura dell’ingresso principale nel foyer, il restauro di fontane e decorazioni, riportano in auge l’eleganza delle forme storiche; lo studio cromatico rispetta i colori tradizionali del Teatro e li risalta per contrasto con il turchese della moquette; il restauro del palcoscenico permette l’istallazione di un ledwall che fa da schermo ai grandi classici.
Permane lo schermo a rullo del cinema che la sera scende sul palco.
Opere selezionate: Marco Guerrazzi – Bastione del Parlascio; Microscape architecture urban design AA – Cimitero Castel San Gimignano
Categoria Opera su spazi pubblici, paesaggio e rigenerazione
Primo premio: Ubiqua Architettura, Il Borgo di Torri, Sovicille (Siena)
Lo scenario paesistico in cui è inserito il borgo di Torri trova la sua unicità nelle relazioni tra gli elementi che lo compongono: il centro storico dialoga con il paesaggio agricolo modellato dall’azione antropica nel corso dei secoli. La lettura del territorio è stata quindi fondamentale per un progetto che mirasse a recuperare gli spazi pubblici del borgo, volendo fornire anche una chiave di lettura della memoria storica del tessuto urbanistico.
Una pavimentazione architettonica con ghiaia a vista, eco dell’antica viabilità in terra battuta, si intreccia a ricorsi in pietra calcarea, riflesso dei solchi tracciati con l’aratro durante la semina. Le necessità tecnologiche del materiale portano quindi all’utilizzo di sottili ricorsi metallici bruniti, pretesa per l’identificazione degli antichi assi viari e del loro tracciato desunto da indagini di archivio.
Tramite sedute in pietra ed essenze autoctone si costituisce un arredo urbano in grado di restituire gli spazi ove la socialità si condensava in tempi in cui il borgo era ancora centro nevralgico di un tessuto produttivo vocato all’agricoltura: dinamiche sociali, da tempo inaridite nei piccoli centri, che possono rinascere tramite una lettura consapevole del proprio passato.
Opere menzionate: Ecòl + Luca Boscardin – l’Anima(le) del Museo
Opere selezionate: Riccardo Butini Architetto – Castello di Montemassi; Microscape architecture urban design AA – Parcheggio pubblico a Nebbiano (Camaiore, Lucca)
La giuria dell’edizione 2024 del Premio Architettura Toscana era formata dagli architetti Michele De Lucchi, Michel Carlana, Francesco Isidori, Claudia Mainardi e dalla professoressa Emanuela Saporito in qualità di presidente.