Premio e rassegna Costruire il Trentino, i vincitori della sesta edizione

È ospitata al Mart di Rovereto fino al 2 giugno, in un allestimento pensato per essere itinerante, la mostra dei vincitori della sesta edizione del Premio Costruire il Trentino, promosso dal Circolo Trentino per l’Architettura contemporanea – Citrac.

Scelti da una giuria internazionale tra i 186 progetti partecipanti, realizzati tra il 2017 e il 2022 e già oggetto di una rassegna esposta fino al 24 gennaio nel porticato d’ingresso della stazione ferroviaria di Trento – opera di Angiolo Mazzoni inaugurata nel 1936 – i progetti selezionati rispondono all’assunto fondamentale che guida l’opera di promozione del Citrac, ovvero che l’architettura si costruisce solo attraverso una capacità di confronto con il luogo e di coinvolgimento delle comunità e dei professionisti, in una prospettiva opposta rispetto all’uso banale di modelli internazionali nonché all’appiattimento verso un’edilizia del consumo.

I risultati della giuria sono stati annunciati venerdì 5 aprile con la cerimonia che si è svolta presso l’auditorium del Mart.

 

La premiazione dello studio Franzoso Marinelli, dei committenti e dei costruttori

 

Vincitore della sesta edizione del Premio, con i progetti ‘Quattro piazze e una via a Bolciana’ e ‘nuove piazze e spazi pubblici a Castelfondo’, lo studio Franzoso Marinelli di Mirko Franzoso e Mauro Marinelli che, nelle motivazioni della giuria, «con misure minime, concepite con precisione fin nei minimi dettagli e con interventi contemporanei sui materiali esistenti, hanno ideato spazi comuni che rafforzano e portano avanti le qualità dello spazio pubblico come le conosciamo da tempi immemorabili, riportando vita in piccoli luoghi che l’abbandono rischia di rendere fatiscenti.
Piazze, luoghi e percorsi permettono di sperimentare una rete di relazioni spaziali già presente nel carattere delle due località alpine e che ora può dispiegare il suo potente effetto attraverso un’attenta scoperta e interpretazione contemporanea dell’esistente. La scala del nuovo rispetto al costruito è ben bilanciata: vecchio e nuovo dialogano all’altezza degli occhi
».

 

Franzoso Marinelli, spazi pubblici a Castelfondo.

 

Premio alla buona pratica al collettivo Campomarzio, già vincitori, con Michele Moresco, del Premio Giovane Talento dell’Architettura Italiana 2023 con il centro sportivo di San Martino in Passiria.
Con sede a Trento, i suoi membri (Pietro Vincenzo Ambrosini, Michele Andreatta, Alessandro Busana, Daniele Cappelletti, Enrico Lunelli e la sociologa Teresa Pedretti) «hanno competenze in molti settori dell’architettura – afferma la giuria. Lavorare in team è il futuro e certamente una garanzia per affrontare i compiti e le questioni sempre più complesse che coinvolgono l’architettura contemporanea. Non si tratta più solo di costruire, ma è decisivo quanto, come e cosa costruiamo».

Una menzione speciale al ‘Baito’ di Raffaele Cetto, un piccolo pezzo di architettura in un bosco che si affaccia sul lago di Levico che, scrive la giuria, «riporta alla memoria il Cabanon di Le Corbusier come prototipo di cellula abitativa minimalista, che con un ingombro minimo realizza la massima esperienza della natura e dello spazio».

 

Raffele Cetto, Baito dell’Emil, Levico.

 

Menzione speciale anche alla biblioteca del polo di Mesiano dell’Università di Trento. Obiettivo del progetto di Weber + Winterle la ridefinizione marginale dell’area occupata dalla facoltà di ingegneria. Suddiviso in due parti, il volume, organizzato su due livelli seguendo la morfologia del terreno realizza il vuoto dell’ingresso principale che affaccia con magnifica vista verso la valle.

 

Weber + Winterle Architetti, biblioteca universitaria di Mesiano (ph. ©D. Perbellini).

 

Lo studio Betta Zoccatelli Architettura Sensibile, di Lara Zoccatelli e Andrea Betta, ha ricevuto la menzione speciale per la copertura e i locali di servizio del Parco Arciducale del comune di Arco, piccolo arboreto voluto dall’arciduca d’Asburgo sul finire dell’Ottocento e riprogettato nel 1965 da W. Larcher, un’area molto frequentata da residenti e turisti.
«Sensibilmente integrata nel dislivello esistente e realizzata in modo chiaro, la grande copertura – scrive la giuria – si inserisce con precisione nel pendio e offre ai visitatori una piacevole area coperta», che non perde tuttavia l’essenza e la natura del luogo.

 

 

Infine, la menzione alla committenza è andata a ArteSella, che dal 1986 ad oggi, con poche e semplici regole – l’artista accetta che la natura completi il suo lavoro; la natura deve essere protetta come un tesoro; le opere sono realizzate con materiali naturali, che provengono dalla natura e possono tornare ad essere natura – ha commissionato un’impressionante collezione di sculture-architetture, tutte site-specific per il giardino di Villa Strobele e l’area di Malga Costa.

 

‘Kodama’ di Kengo Kuma è una delle sculture-architetture di Artesella (ph. Giacomo Bianchi, ©Artesella).

 

La giuria internazionale della sesta edizione di Costruire il Trentino era formata da Bettina Götz (Artec Architekten, Vienna), Walter Angonese, professore ordinario dell’Accademia di Architettura di Mendrisio dell’Università della Svizzera Italiana, Michel Carlana (studio Carlana Mezzalira Pentimalli) e Maria Claudia Clemente, co-fondatrice di Labics.

Organizzato in collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Trento e con il Mart, Aut-Architektur und Tirol, la Dessa di Lubiana, il Vorarlberger Architektur Institut e Rfi, la rassegna e il premio sono stati realizzati con il contributo di Provincia Autonoma di Trento, Comune di Rovereto, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Trento, Collegio Geometri della Provincia di Trento, Collegio dei Periti Industriali della Provincia di Trento, Collegio Nazionale degli Ingegneri, Ance Trento, Associazione Artigiani del Trentino, A22 Autostrade del Brennero, Alpewa, Armalam, Cassa di Trento, Sea, Dolomiti Energia, Habitat Ufficio, Itas Mutua, Luce e Design, Pichler Projects, Progress, Ecophon Saint-Gobain, Schöck, Sto, Tecnocasa, Wolf Fenster.

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