Sentieri d’arte tra le Dolomiti d’Ampezzo

Con il progetto Arcipelago fossile, sabato prossimo a Cortina d’Ampezzo viene inaugurata la prima edizione della rassegna artistica Sentieri d’arte.

Le opere degli artisti – Alessandro Ferri (Dado), Federico Tosi e T-yong Chung – saranno allestite in un ambiente naturale e accompagneranno il visitatore alla scoperta di due distinti sentieri delle Dolomiti d’Ampezzo: Gores de Federa e Pian de ra Spines.

La mostra di arte pubblica, che avviene sotto la curatela di Fulvio Chimento e Carlotta Minarelli, è promossa da Associazione Controcorrente, Regole d’Ampezzo, Liceo Artistico di Cortina e in collaborazione con Quiqueg, agenzia creativa di Milano, e con il patrocinio del comune di Cortina.

Il progetto è ispirato alla storia geologica delle Dolomiti, definite dagli esperti come un “arcipelago fossile”, poiché quest’area, prima di formarsi per orogenesi con la faglia africana, costituiva un oceano caldo dotato di una nutrita barriera corallina, caratteristica che queste montagne condividono solo con l’Himalaya.

L’arcipelago dolomitico è nato nel Triassico (240 milioni di anni fa) in un’epoca in cui la vita sulla Terra si stava riprendendo dopo un’imponente estinzione di massa. Nel Mare della Tetide (così è stato chiamato dagli studiosi l’oceano che qui si trovava) crescevano edifici carbonatici, costruiti nel corso di milioni di anni da esseri viventi chiamati bio-costruttori: ricci di mare, spugne, alghe, coralli e molluschi vivevano colonizzando le alture dei fondali marini.

L’idea di coinvolgere i tre artisti lungo il sentiero di Gores de Federa nasce dalla loro attitudine nel modellare la materia e dalla capacità di misurarsi con progetti site-specific attraverso l’uso della scultura e dell’installazione.

Arcipelago fossile accoglie la sfida di allestire una mostra d’arte pubblica in un sentiero immerso in un bosco, attraversato da un fiume, determinando una dimensione di relazione fra arte e natura, lungi dalla spettacolarizzazione della visione. Arte e natura si integrano, le opere sono pensate come “ritrovamenti” accidentali, si manifestano improvvise muovendo nello spettatore la sorpresa e la meraviglia che regalano un crepaccio, uno scorcio mozzafiato o una cascata. Il bosco, come un tempio, accoglie e preserva i lavori degli artisti e svolge un ruolo di nutrimento per la comunità intera.

Nello sviluppo delle opere, progettate appositamente per Arcipelago fossile, ciascun artista si è concentrato su uno dei regni biologici del creato.

Federico Tosi affronta l’aspetto fossile, proponendo lavori che si richiamano a reperti provenienti da un passato contaminato di contemporaneità. Le opere emergono dal terreno in un gioco evocativo di allusioni: conchiglie, organismi marini, tracce preistoriche, ma anche un seme alieno proveniente da una lontana galassia e che qui riesce ad attecchire trovando un habitat congeniale.

Federico Tosi; Platoon; 2020 (courtesy, Federico Tosi)

Alessandro Ferri (Dado) si misura con la componente vegetale, creando imponenti installazioni realizzate con abeti abbattuti dai fenomeni atmosferici che ricordano la forma del fiore di tarassaco. La poetica di Ferri, per la sua natura popolare ed estetica, è ben rappresentata dal fiore del tarassaco, presenza ricorrente nel paesaggio dolomitico, che si caratterizza per la sua adattabilità ad ambienti fra loro molto vari.

T-yong Chung si occupa della sfera umana connessa alla componente intellettuale e spirituale, realizzando ritratti-maschere di filosofi e “ricercatori” che hanno influenzato a vario titolo il tempo presente. Gli interventi scultorei risultano mimetici rispetto al contesto naturale, determinando momenti di scoperta e di aggregazione per il pubblico lungo il sentiero, una sorta di piazze naturali in cui le sculture favoriscono il raccoglimento interiore del visitatore.

T-yong Chung; Sento qualcuno…resina; 2020 (foto, Maria Vittoria Miccoli Minarelli; courtesy Renata Fabbri arte contemporanea)

La collaborazione con il Liceo Artistico di Cortina è una delle componenti essenziali che ha permesso la nascita della rassegna Sentieri d’arte. Il confronto con i docenti e gli studenti ha portato alla condivisione dei contenuti del progetto e ha creato l’opportunità di una relazione fra gli studenti e, in particolare, uno degli artisti coinvolti: Dado si è confrontato con gli studenti che l’hanno supportato attivamente nella realizzazione dei suoi lavori per Arcipelago fossile.

Dado, in prossimità di una frana – luogo indicativo di come il territorio dolomitico sia in continua trasformazione e di come il movimento orogenetico di quest’area non sia ancora concluso – colloca una doppia scala incrociata costruita con assi di legno, che forma idealmente una lettera “X”. Gli assi creano un percorso, invitando il visitatore a seguirne il perimetro, fino a raggiungere il centro, che coincide con il punto di osservazione privilegiato individuato dall’artista per ammirare il panorama circostante. Da un punto di vista concettuale, l’intervento vuole concludere l’esperienza con una rivelazione, una salita ascensionale che conduce alla ricerca della propria dimensione interiore, le cui vette evocano vertigini dell’assoluto.

L’Associazione Controcorrente, presieduta da Carlotta Minarelli, nasce dall’idea che l’arte possa suggerire punti di vista differenti e creativi sul mondo. Controcorrente ha sede a Bologna e organizza iniziative di carattere culturale e artistico in tutto il territorio nazionale, in contesti espositivi eterogenei: spazi pubblici e privati, in ambiente interno e in esterno. Ogni singola iniziativa è tesa a far emergere le eccellenze culturali dei diversi territori con cui si relaziona, collaborando attivamente con esse.

Dopo il 2 novembre, termine della mostra, le opere rimarranno esposte in modo permanente.

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