Ieri storica fabbrica manifatturiera, oggi sede di nuove imprese unite nel segno della sostenibilità e del digitale. È il Tecnopolo di Reggio Emilia, uno dei luoghi dell’innovazione che stanno sorgendo in diverse parti d’Italia e che riutilizzano le fabbriche dismesse.
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| Nel Tecnopolo verranno ospitati centri di ricerca, start-up giovanili e spin-off di nuove imprese (foto, Kai-Uwe; Schulte-Bunert) |
Così, nei vecchi stabilimenti che per decenni hanno ospitato le attività delle ex Officine Meccaniche Reggiane, verranno realizzati centri di ricerca, servizi per giovani talenti, start-up e spin-off di nuove imprese. È il Parco dell’Innovazione, alla cui definizione concorrono il centro internazionale Loris Malaguzzi (laboratorio di ricerca del sistema educativo reggiano) e, appunto, il Tecnopolo, ospitato negli spazi del capannone numero 19.
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| La vecchia copertura dell´ex Officine Meccaniche Reggiane(foto © Kai-Uwe Schulte-Bunert) |
A questi due importanti presidi si aggiungerà la riqualificazione di altri due capannoni, il 17 e il 18, che daranno vita a una piattaforma logistico-tecnologica capace di potenziare la collaborazione tra imprese e ricerca.
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| Il Parco dell´Innovazione di Reggio Emilia. Anche i capannoni 17 e 18 verranno ristrutturati per ospitare una piattaforma logistico-tecnologica (Andrea Oliva Architetto) |
Il progetto è di un giovane architetto reggiano, Andrea Oliva.
L’opera consiste nel mantenimento della grande copertura, che funziona da mediazione tra fabbrica e contesto, e che racchiude i nuovi volumi nel rispetto della sagoma storica e dei due fronti.
Il progetto si occupa del restauro e del recupero conservativo del fabbricato industriale e colloca le nuove funzioni, autonome e indipendenti, su tre differenti livelli.
Il lavoro di Oliva ha inteso sottolineare la reciprocità tra vuoto e pieno, tra gli elementi lineari e quelli volumetrici, tra forma e funzione e ha consentito di percepire sia le funzioni specialistiche, come i laboratori e gli uffici, sia le pareti originali del capannone negli spazi pubblici, come il foyer, la sala conferenze e i corridoi. Spazi, questi ultimi, ricavati con l’uso di partizioni sia trasparenti sia opache.
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| I laboratori sono realizzati attraverso la composizione di blocchi in legno: l´uso di materiali naturali conferisce all’architettura valore materico (foto © Kai-Uwe Schulte-Bunert) |
I laboratori invece sono realizzati attraverso la composizione di blocchi in legno: un’astrazione formale e un uso di materiali naturali che conferiscono all’architettura grande valore materico.
Il Tecnopolo di Reggio Emilia, di proprietà del Comune, costato 5 milioni e mezzo di euro sulla base di un finanziamento del Comune e della Regione, è parte di un network di dieci strutture per l´innovazione che stanno sorgendo in Emilia Romagna.
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Andrea Oliva

Architetto, laureato al Politecnico di Milano nel 1998, nel 2000 Andrea Oliva fonda lo studio cittaarchitettura. Dal 2001 è professore a contratto alla facoltà di Architettura e Ingegneria di Parma. Ha realizzato edifici pubblici, residenziali, commerciali e industriali, complessi alberghieri, piani urbanistici, progetti di paesaggio, riqualificazioni urbane e architettoniche. Ha partecipato a numerosi concorsi nazionali e internazionali con premi e riconoscimenti.
Opera anche nel campo dell’allestimento e del disegno di interni.



