U.Mano, la mostra alla Fondazione Golinelli

Prosegue fino al 9 aprile alla Fondazione Golinelli di Bologna la mostra “U.Mano. Arte e scienza: antica misura, nuova civiltà”, un’esposizione dedicata alla mano quale elemento di raccordo tra le dimensioni del fare e del pensare. Una dimensione, quest’ultima, fortemente rappresentativa dell´azione di Fondazione Golinelli, il recupero del legame, oggi perduto, tra arte e scienza.

La mostra, inaugurata lo scorso 19 novembre, è curata da Andrea Zanotti con Silvia Evangelisti, Carlo Fiorini e Stefano Zuffi.

Il percorso espositivo dedicato alla mano si sviluppa su più piani di lettura: dall’esplorazione dell’interiorità dell’uomo all’aprirsi alla comprensione dell’universo, in stretto e inevitabile collegamento con il cervello.

Il percorso parte da due installazioni centrali: le mani chiuse, emblema della riflessione sulla propria origine e interiorità, e quelle aperte, che rappresentano invece l’esplorazione e la conoscenza del mondo circostante.

Una delle sale della mostra (foto Giovanni Bortolani).

 

Le mani, come grandi origami specchianti, sono un gioco di simmetria e si sviluppano a partire dalla digitalizzazione della mano del fondatore Marino Golinelli: al termine della mostra, resteranno esposte in Opificio come simbolo del cammino da lui impresso alla Fondazione, un cammino che, partendo dal passato, possa aprirsi a futuro delle giovani generazioni.

Studio sulla mano; Studio Ho!SO; Fondazione Golinelli.

 

Nello spazio creato dalla scultura mani chiuse è collocato il De Symmetria partium in rectis formis humanorum corporum di Albrecht Dürer: un trattato sul disegno della figura umana le cui istruzioni sono state interpretate come uno dei primi algoritmi di arte generativa.

De Symmetria partium in rectis formis Humanorum Corporum; Albrecht Dürer: un trattato sul disegno della figura umana le cui istruzioni sono state interpretate come uno dei primi algoritmi di arte generativa (Fondazione S. Venero-Rosselli per la Chirurgia Plastica; Milano).

 

Si potranno anche ammirare due atlanti anatomici straordinari: il De humani corporis fabrica di Andrea Vesalio e i Deux Livres de chirurgie di Ambroise Paré. Sarà un percorso che condurrà a conoscere il capolavoro realizzato nel corso del Settecento a Bologna delle cere anatomiche di Anna Morandi Manzolini, strumento di conoscenza e di riproduzione mimetica della realtà, ma anche straordinaria opera scultorea.

Mani sensibili; Anna Morandi Manzolini (Bologna, 1714-1774); ceroplastica (su gentile concessione del Museo di Palazzo Poggi-Sistema Museale di Ateneo-Alma Mater Studiorum Università di Bologna (foto Giovanni Bortolani).

 

La terza installazione, prodotta da Fondazione Golinelli in occasione di ArteFiera 2019, è quella mano-cervello, una scultura “aumentata” che invita a osservare il modo con cui osserviamo, giocando prima con gli inganni della percezione e poi con la manipolazione dei dati di osservazione.

Riannodare i fili della memoria passata permette all’uomo di restare legato alla sua origine e, quindi, di procedere verso il futuro con più certezza. Nel percorso della mostra sono così collocati dipinti realizzati tra Cinque e Seicento, particolare momento storico nel quale si è registrato un cambio di passo per alcuni versi simile a quello che stiamo vivendo ora: la Madonna con Bambino attribuita a Caravaggio; Giuditta e Oloferne di Giovan Battista Crespi; Il Cristo della moneta di Mattia Preti; la Madonna col Bambino di Ludovico Carracci e San Giovanni Battista di Guercino (Pinacoteca Capitolina); Ritratto di Francesco Arsilli di Sebastiano del Piombo (Pinacoteca F. Podesti).

San Giovanni Battista; Guercino (Cento 1591-Bologna 1666); olio su tela; Roma, Musei Capitolini, Pinacoteca Capitolina – Archivio Fotografico dei Musei Capitolini (©Roma, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali; foto Giovanni Bortolani).

Il Medioevo che lascia definitivamente spazio a nuove e inedite imprese umane coincide con uno spostamento dell’asse antropologico, con l’uomo che diviene progressivamente padrone del proprio destino.

Il percorso conduce quindi il visitatore a un indice puntato verso il Cielo, a ricordare il destino di grandezza cui l’uomo è chiamato e che è tutto iscritto nel Giudizio Universale della Cappella Sistina. 

Quel dito, reinterpretato da Michelangelo Pistoletto nel “quadro specchiante” che ripropone la Creazione di Adamo di Michelangelo nella contemporaneità, indica un’idea della Creazione diversa da quella della tradizione antica, in cui il tocco della mano rappresenta l’elemento di raccordo tra Creatore e creato, tra la pura capacità creativa e il mondo delle cose, avviando l’uomo alla conoscenza, invitandolo a sviluppare le proprie potenzialità. Un nuovo, possibile destino che, ancora una volta, è nelle nostre mani. 

Ed è un destino che evolve nel segno del dominio della tecnica, che ci schiude possibilità inimmaginabili, fino alla ricostruzione della Battaglia di Anghiari, opera perduta di Leonardo la cui informazione in rete è stata ri-materializzata dai ragazzi che frequentano i laboratori sulla mostra della Fondazione. 

Un ulteriore livello di percezione sullo spazio espositivo ci è offerto da un altro laboratorio di gamification che ha trasportato temi della mostra nello spazio di un gioco immersivo in Virtual Reality.

Il mondo in cui agisce il fruitore/giocatore è la ricostruzione 3D dell’allestimento della mostra dove appaiono oggetti, personaggi, frammenti di informazioni con i quali interagendo si rivive la vicenda della Battaglia di Anghiari.

L’ultimo passo nell’evoluzione della mano conduce a un presente avveniristico, nel quale è protagonista l’arto bionico, un’opera di ingegneria avanzata realizzata dai giovani ricercatori di BionIt Labs – una delle start-up che operano nell’incubatore-acceleratore G-Factor – che hanno progettato un arto innovativo e adattabile a ogni paziente. 

Lo sguardo sul futuro non deve farci dimenticare “l’u.manità”, categoria dello spirito evocata dall’opera di Gianluigi Rocca Anatomia della Conoscenza (Le mani degli ultimi).

Anatomia della conoscenza(Le mani degli ultimi); Gianluigi Rocca.

 

La mostra – che ha il patrocinio di ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo, regione Emilia-Romagna, comune di Bologna, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna – è allestita nel Centro Arti e Scienze Golinelli, lo spazio progettato da Mario Cucinella Architects, che l´allestimento ha trasformato in tempio classico.

La mostra U.Mano chiuderà il 9 aprile prossimo.

© 2020 IoArch. All Rights Reserved.

Scroll To Top