Fino al prossimo 28 gennaio presso la Sezione Corte dell’Archivio di Stato di Torino, la mostra Mollino //Politecnico. Le culture dell’architettura e dell’ingegneria a Torino, a cura di Enrica Bodrato, Antonio De Rossi e Sergio Pace e nell’allestimento espositivo progettato dal Politecnico di Torino, in collaborazione con l’Archivio di Stato di Torino, esplora – a cinquant’anni dalla scomparsa – la figura di Carlo Mollino attraverso la sua formazione, la sua carriera accademica e professionale, le sue opere e finanche le bizzarrie della sua personalità.
La mostra è anche un’occasione per raccontare il passato, il presente e il futuro dell’Ateneo – dove settant’anni fa fece il suo ingresso come docente – attraverso la vita e le opere del celebre architetto in un percorso legato alle varie discipline politecniche, dell’architettura e dell’ingegneria, grazie alla partecipazione corale e attiva in qualità di curatori di diversi docenti e ricercatori dell’Ateneo con formazioni estremamente diverse fra loro.
Il percorso espositivo parte dalla sezione Città, a cura di Caterina Barioglio, Daniele Campobenedetto e Davide Rolfo, che testimonia di un Mollino che frequenta poco l’urbanistica ma arriva comunque a concepire edifici e interi quartieri.
Nella sezione Costruzione, a cura di Guido Callegari e Marika Mangosio, si indagano i concetti di “involucro”, come nel Teatro Regio, e di collegamento verticale, mentre in quella dedicata al Design, a cura di Bernardino Chiaia e Pier Paolo Peruccio, vengono ricordati i tavoli, le sedute e i numerosi prodotti progettati da Mollino.
La sezione Disegno, a cura di Maurizio Bocconcino, Giorgio Garzino, Fabrizio Natta, Enrico Pupi, Roberta Spallone, Marco Vitali e Mariapaola Vozzola, presenta schizzi, particolari costruttivi e progetti che evocano il rapporto tra disegno e soluzioni progettuali sul tema della casa ideale.
Macchine, a cura di Enrico Cestino e Nicola Amati, racconta invece della passione per il volo di Mollino, mentre la sezione Progetto, a cura di Antonio De Rossi e Carlo Deregibus, ripercorre le soluzioni eclettiche adottate dal maestro soprattutto per le sue architetture alpine.
La sezione Scritti, curata da Michela Comba e Juan Carlos De Martin, raccoglie una selezione di racconti, articoli, libri, interventi prodotti dal 1933 al 1965.
Tecniche, a cura di Arianna Astolfi, approfondisce la copertura e l’acustica del Nuovo Teatro Regio di Torino.
Alberto Cina e Roberto Dini raccontano poi la passione di Molino per l’alpinismo, mentre l’ultimo capitolo della mostra (a cura di Antonio De Rossi e Carlo Deregibus) illustra l’influenza e l’ispirazione del lavoro di Mollino sui progetti di espansione e trasformazione dei luoghi del Politecnico di oggi e del futuro.