Venezia e lo Studio Glass Americano

La diciottesima mostra del progetto Le Stanze del Vetro è Venezia e lo Studio Glass Americano, curata da Tina Oldknow e William Warmus, già curatori di vetro moderno e contemporaneo al The Corning Museum of Glass di New York.

Mettendo in luce la varietà dell’arte e del design nel vetro americano contemporaneo, la mostra presenta opere d’impatto e stimolanti, tradizionali e innovative. È aperta al pubblico sull’isola di San Giorgio Maggiore dal 6 settembre 2020 al 10 gennaio 2021.

ph. ©Enrico Fiorese

Con 155 pezzi tra cui vasi, sculture e installazioni in vetro create da 60 artisti, americani e veneziani, questa mostra è la prima a esaminare attentamente l’influenza che l’estetica e le tradizionali tecniche di lavorazione del vetro veneziano hanno avuto sullo Studio Glass americano dagli anni Sessanta ad oggi.

Tra i pezzi più significativi proposti da Venezia e lo Studio Glass Americanoun posto d’onore spetta a Laguna Murano Chandelier, la spettacolare opera in vetro realizzata a Murano nel 1996 da Dale Chihuly insieme ai maestri Pino Signoretto e Lino Tagliapietra ed esposta – per la prima volta al di fuori degli Stati Uniti – nella Sala Carnelutti della Fondazione Giorgio Cini.

Testimonianza tangibile della lunga collaborazione e contaminazione avvenuta tra artisti americani e veneziani nel vetro americano contemporaneo, il Laguna Murano Chandelier fu realizzato per il progetto “Chihuly Over Venice”, che consisteva nell’installare una serie di sculture sia all’esterno che all’interno della città lagunare: nonostante il lampadario fosse stato creato per l’occasione, non è mai stato esposto al di fuori degli Stati Uniti.

L’obiettivo del movimento Studio Glass americano tra la metà e la fine del XX secolo era quello di togliere la produzione del vetro dai processi industriali per realizzarlo direttamente nello studio dell’artista, intendendolo come materiale a servizio dell’arte contemporanea.
Alla fine degli anni ’60 alcuni artisti hanno così iniziato a soffiare il vetro in direzioni sperimentali e innovative, anche se la maggior parte degli artisti americani non aveva sufficienti conoscenze tecniche.

Nel 1960 la soffiatura del vetro si era da tempo industrializzata negli Stati Uniti e molte abilità manuali erano andate perdute, così gli artisti dello Studio Glass avevano guardato all’Europa, e in particolare a Venezia e ai soffiatori di vetro di Murano, come guida. Ciò che ne seguì fu una “relazione amorosa” con la lavorazione del vetro veneziano che, alla fine degli anni Novanta, si era diffusa negli Stati Uniti e nel mondo.

ph ©Enrico Fiorese

Venezia e lo Studio Glass Americano dimostra l’eredità duratura e versatile della produzione di vetro veneziano in America, analizzando l’impatto che Venezia ha avuto sull’arte vetraria americana contemporanea. Viene esaminato inoltre come gli artisti americani e i maestri veneziani – soprattutto Lino Tagliapietra e Pino Signoretto – hanno rinnovato la vivacità di un linguaggio storico artigianale e come lo hanno ulteriormente sviluppato per realizzare magnifiche opere d’arte.

ph ©Enrico Fiorese

Molti degli artisti presenti in mostra hanno avuto una profonda influenza sullo sviluppo del vetro nello Studio Glass, sia insegnando e lavorando con altri artisti, sia usando le tradizionali tecniche di lavorazione del vetro veneziano per realizzare nuovi lavori unici.

Artisti pionieristici come Dale Chihuly e Benjamin Moore sono andati a Venezia, hanno imparato le tecniche e poi hanno invitato i maestri veneziani a insegnare negli Stati Uniti.

Mentre Chihuly ha realizzato alcune serie di ispirazione veneziana nel corso della sua lunga e prolifica carriera, il corpus di Moore invece si concentra in particolare sulle idee veneziane. Richard Marquis, che pure è stato a Venezia, ha sviluppato usi completamente nuovi per la tecnica del mosaico veneziano, conosciuta come murrina, per i suoi oggetti ispirati alla bandiera americana, le teiere e i vasi Marquiscarpa.

Altri artisti, come Dante Marioni, Nancy Callan e James Mongrain hanno imparato dai pionieri del vetro dello Studio Glass, ma soprattutto sono entrati in contatto con le tecniche dei maestri veneziani all’inizio delle loro carriere. Ciascuno di loro attinge in modi molto diversi alla storia del vetro veneziano per creare nuovi interessanti vasi, oggetti e installazioni. Mentre alcuni artisti si sono concentrati solo su vasi, altri si sono dedicati alla scultura, come William Morris e Martin Blank, che hanno studiato le tecniche di scultura veneziana. Partiti dalla realizzazione di vasi, Flora Mace e Joey Kirkpatrick hanno poi ampliato la loro visione cimentandosi nella realizzazione di grandi sculture, portando le tradizionali decorazioni veneziane in ambiti nuovi.

Josiah McElheny, Katherine Gray e Norwood Viviano rappresentano una nuova generazione di artisti che lavorano in stile veneziano affrontando il vetro in modo più narrativo, usando gli oggetti per raccontare paesaggi e storie.

ph ©Enrico Fiorese

Questo dimostra che gli artisti di oggi – sia che lavorino esclusivamente con il vetro, sia che approccino questo materiale pur provenendo da altri settori – grazie all’accesso libero agli studi, continuano a spingere in avanti i tradizionali confi ni dell’arte del vetro.

Il catalogo illustrato Venezia e lo Studio Glass Americano, pubblicato da Skira per Le Stanze del Vetro, ha al suo interno un’introduzione di Laura de Santillana, artista e designer veneziana recentemente scomparsa, nipote di Paolo Venini, fondatore della rinomata vetreria Venini a Murano; un saggio storico di Tina Oldknow; un saggio critico di William Warmus; e altre importanti prospettive della storica del vetro veneziana Rosa Barovier Mentasti, dello storico del vetro americano Howard Lockwood e dell’artista e curatore indipendente Kim Harty.

Venezia e lo Studio Glass Americano, inoltre, fa parte della quarta edizione di The Venice Glass Week, il festival internazionale dedicato all’arte vetraria, che si tiene a Venezia, Murano e Mestre dal 5 al 13 settembre 2020.

Lino Tagliapietra durante la conferenza stampa, ph. Enrico Fiorese

L’iniziativa è promossa dal Comune di Venezia, dalla Fondazione Musei Civici, dalla Fondazione Giorgio Cini-Le Stanze del Vetro, dall’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti e dalla più importante associazione di settore, il Consorzio Promovetro Murano.

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