35 proposte per la Milano del 2030

C’è chi ha immaginato piazzale Loreto in verde, chi vorrebbe una high line sui binari della stazione Centrale e chi vedrebbe bene una piscina olimpica a Molino Dorino, nella zona ovest della città.

Sono 35 le proposte pervenute all’amministrazione comunale, e presentate pubblicamente nei giorni scorsi, nell’ambito della call for ideas lanciata con l’obiettivo di immaginare la Milano del 2030 attraverso progetti in grado di riqualificare lo spazio pubblico a partire dalle piazze, dai nodi di interscambio, dalle aree dismesse e dalle grandi funzioni urbane previste dal Piano di governo del territorio di prossima approvazione.

Numerose le idee lanciate per piazzale Loreto, esposte nell’ambito della mostra Milano 2010-2030 #20yearschallenge: dal mall in continuità con l’asse Baires-Monza-Padova di PrassiCoop al sovraparco di Nicola Brembilla e Francesco Napolitano, un’area verde racchiusa in una calotta rovesciata sulla piazza, passando per la grande rotatoria pedonale de La città permeabile proposta da Antonio Citterio Patricia Viel e dal progetto Ecoritmi, del team Silvia Lista e Ugo Gorgone, che estende la riqualificazione a corso Buenos Aires, piazza Lima e piazza Argentina.

Ecoritmi è il progetto del team Silvia Lista e Ugo Gorgone, che estende la riqualificaizone di Piazzale Loreto a Corso Buenos Aires, piazza Argentina e piazza Lima

 

Nel quartiere Bisceglie, secondo Mario Cucinella Architects, in continuità con il progetto SeiMilano già progettato dallo studio bolognese, potrebbero nascere uno Sport Park e un’oasi urbana, proseguendo il modello di sviluppo della città giardino.

Il nuovo spazio pubblico di Bisceglie, in continuità con il nascente quartiere residenziale di SeiMilano, nell´idea presentata da Mario Cucinella

 

Piazzale Lotto potrebbe diventare un’area di training urbano, secondo l’ipotesi di Il Prisma, mentre il quartiere Corvetto potrebbe migliorare la propria viabilità con la demolizione della sopraelevata nei disegni di Urban Curator Tat.

Infrastrutture per il training urbano in Piazzale Lotto secondo Il Prisma

 

Spazio all’immaginazione anche per piazza Trento, ridisegnata più sostenibile e verde dallo studio Citterio-Viel, e per la stazione Centrale, pensata come una highline verde alla newyorkese dal Team Hypereden.

Il quartiere Porto di Mare, a sud della città, secondo il team guidato da ImmdesignLab (dipartimento Abc del Politecnico di Milano) potrebbe diventare un ecodistretto ad alte prestazioni energetiche.

C’è poi Bovisa e ‘la Goccia’, che secondo le suggestioni di Euromilano potrebbero rinascere a partire dalla rigenerazione di piazza Alfieri e dell’area ex Montedison, mentre per Arco Associati potrebbe affermarsi come una cittadella della scienza, non lontano dal nascente Mind con analoga vocazione.

Milano Porta Verde 2030 è invece il nome del masterplan presentato da un team guidato da Carlo Venegoni e ideato con alcuni partner tra cui il Politecnico di Milano e CasciNet per un parco agroforestale con finalità produttive nell’area di sviluppo del progetto Openagri, tra Vaiano Valle e il Vigentino, nella zona sud ovest della città.

Boschi e prati ai margini sud-occidentali della città, in continuità con i parchi esistenti, nella Porta Verde 2030 del team guidato da Carlo Venegoni 

 

Piazza D’Armi, dove il Pgt prevede di destinare almeno il 50% della superficie a verde, è disegnata da Matteo Cattaneo come una vasta area boschiva, mentre tra gli edifici da rigenerare c’è l’ex Fonderia Tagliabue, che per il team Vessela Pendeva e Valentina Roj – era anche oggetto della loro tesi di laurea – potrebbe diventare un nuovo centro polifunzionale per il quartiere Lambrate.

Un progetto di rigenerazione per l´ex-fonderia Tagliabue nel progetto/tesi di laurea di Vessela Pendeva e Valentina Roj 

 

Infine, la proposta di Mario Bellini Architects + Ermanno Ranzani Architetto immagina di realizzare sette Torri dell’energia: contenitori di cultura e sapienza in alcune aree strategiche della città.

Sette torri dell´energia circondano Milano nell´idea di Mario Bellini Architects e Ermanno Ranzani

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