Si è svolta ieri in Triennale Milano la cerimonia di premiazione della quarta edizione del Premio italiano di Architettura, promosso da Triennale e Maxxi – Museo nazionale delle arti del XXI secolo.
Su una shortlist di 10 progetti finalisti, individuati tra le 30 candidature segnalate dagli advisor, il premio per il miglior edificio realizzato negli ultimi tre anni è stato assegnato ex-aequo a Carlo Atzeni, Maurizio Manias, Silvia Mocci, Franceschino Serra per il progetto del Complesso parrocchiale e chiesa di Santa Chiara (Sini, Oristano, 2021) e a ElasticoFarm per il progetto del nuovo complesso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare S-Lab di Torino (2020).
Menzione d’onore a Labics, per l’intervento di Palazzo dei Diamanti a Ferrara (2022), un esempio virtuoso, ha scritto la giuria nelle motivazioni, «di intervento architettonico come strumento di rilettura e attualizzazione funzionale e culturale di un edificio storico di enorme valore, che merita il riconoscimento non solo per la sua qualità intrinseca ma anche per essersi affermato nonostante la presenza dei pregiudizi e resistenze pseudo-preservazioniste che ha dovuto affrontare».
Studio Ossidiana è il vincitore del Premio under 35 di 10mila euro per il progetto Art Pavillion M. (Almere, Paesi Bassi, 2022), selezionato dalla giuria poiché «coniuga in un unico gesto sintetico le principali caratteristiche del lavoro dello studio, avviato con grande chiarezza seppur da pochi anni, tra ricerca formale e indagine sensibile sui temi ambientali e di relazione interspecie dell’architettura e del paesaggio».
La giuria ha poi deciso di assegnare due menzioni, a Paraphernalia di (ab)Normal e a More with Less di orizzontale.
Il Premio alla carriera è stato conferito a Aimaro Oreglia d’Isola, approvato all’unanimità dalla giuria che per tutta la seconda metà del Novecento ha nutrito il dibattito architettonico intorno ai temi del rapporto tra modernità e tradizione, naturale e artificiale, territorio e paesaggio con un «pensiero e una pratica che hanno dato e continuano a dare un contributo decisivo all’architettura intesa come palinsesto culturale e come paesaggio».