Paesaggi Aperti, a Giarre gli esiti del progetto promosso da In/Arch e In/Arch Sicilia

Un progetto lungo un anno, quello promosso da In/Arch e In/Arch Sicilia, finanziato dal Mur (Ministero dell’Università e della Ricerca) su fondi Fres, che, nelle parole del presidente nazionale di Inarch Andrea Magaritelli, «ha toccato in maniera larga e profonda il territorio siciliano per l’ampiezza della copertura geografica e per l’intensità del coinvolgimento emotivo e la partecipazione dei tanti e diversi strati della popolazione».

In un anno Paesaggi Aperti ha prodotto 17 seminari, 3 mostre e 2 workshop di progettazione, contornati da laboratori sociali, fotografici e artistici, alcuni destinati interamente ai bambini.
«La forza del progetto è stata quella di mettere a sistema, nel corso di quest’anno, 21 partner, tra Istituzioni pubbliche e private, Accademie, Università, Associazioni, Fondazioni, Ordini e di collaborare con altre 27 realtà che, in modo trasversale e multidisciplinare, si occupano di tutela, governo del territorio, di empowerment sociale e culturale – ha spiegato la presidente di In/Arch Sicilia Mariagrazia Leonardi. Un lavoro di squadra che ha permesso di individuare strategie di ricerca e azione capaci di stimolare processi di rigenerazione culturale e sociale dei contesti indagati, settando una metodologia operativa inclusiva fondata sul dialogo variamente adattabile a ciascun contesto».

Gli esiti dei workshop di progettazione partecipata sono in mostra – fino al prossimo 28 dicembre – a Giarre, presso la hall di Radicepura, il parco botanico sede della Fondazione Faro.

Il primo workshop aveva puntato i riflettori su via Reale di Favara e sulla necessità di rigenerazione del sistema urbano che si snoda lungo l’arteria del comune agrigentino, che pur essendo uno dei punti cardine del centro storico, si presenta in uno stato di degrado e abbandono. Una sfida legata ai temi del green, dell’integrazione, del cambiamento climatico e dell’accessibilità a cui ha preso parte anche Farm Cultural Park, partner di Paesaggi Aperti e capofila del progetto “Ruf – Regenerative Urban Farming”, finanziato con fondi del Pnrr.

 

Qui e nella foto di apertura, dal workshop “paesaggi urbani per abitare Favara” (tappa di attivazione: Favara 11-13 Aprile 2024). Progettisti invitati: Lillo Giglia; Giovanni Fiamingo, Giovanna Russo, Domenica Benvenga (Nextbuild); Salvo Terranova, Giorgia Testa, Arianna Lo Re (Lineat Studio); Francesco Moncada e Mafalda Rangel (Moncada Rangel); Lucia Pierro (Autonomeforme.Architettura)

 

La seconda progettazione ha interessato il quartiere Antico Corso di Catania, oggetto di numerosi interventi di rigenerazione, previsti dalla Legge Regionale 13/2015. L’attenzione per questa specifica area della città ricade nella memoria storica che rappresenta, ma anche per il ruolo strategico che può rivestire nel prossimo futuro per la socializzazione, il rinverdimento e la mobilità, mettendo a sistema alcuni punti nevralgici. Si tratta del Bastione degli Infetti, l’area Amts, il Giardino dell’ex Ospedale Vittorio Emanuele, Piazza Vaccarini, Largo dell’Odeon e le Terme della Rotonda, Piazza Idria, Piazza Annibale Riccò, via Antico Corso, la Torre del Vescovo e parte di via Plebiscito.

Il capoluogo etneo è stato anche teatro di alcuni dei laboratori sociali. Quello sul quartiere San Berillo ha messo in luce la necessità di un luogo di confronto e di conoscenza della città come l’Urban Center, ma anche un intervento che faciliti l’accesso alla città. Altra attività è stata svolta a Librino, dove la collaborazione con Antonio Presti, partner del progetto con l’omonima Fondazione, è stata significativa, per la sua conoscenza del luogo e degli stakeholders, già oggetto di installazioni come “La porta della Bellezza” e “La porta delle Farfalle”.

Nelle provincie di Palermo, Ragusa, Enna e Siracusa, i seminari hanno rappresentato importanti momenti di confronto, sfociati in nuove collaborazioni e progetti di rigenerazione urbana. Tutte le attività – oltre a rappresentare un importante spunto di riflessione e di partenza per individuare le modalità di intervento adeguate ed efficaci, non solo a livello urbanistico, ma anche culturale e sociale – sono servite a tracciare la rotta per l’attivazione di un Osservatorio partecipato di ausilio, confronto e monitoraggio per la redazione dei nuovi strumenti pianificatori, così come previsto dalla riforma urbanistica regionale del 2020.

© 2020 IoArch. All Rights Reserved.

Scroll To Top