Abitare Costa Paradiso. In Gallura tra le architetture di Alberto Ponis

Dal 19 al 26 ottobre 2025, in Gallura, il Comune di Trinità d’Agultu e Vignola presenta Abitare Costa Paradiso, un progetto culturale diffuso prodotto da U-Bboot Lab che intreccia arte, architettura, performance, citizen science e musica.

Al cuore dell’iniziativa c’è, a un anno dalla sua scomparsa, l’eredità di Alberto Ponis, la cui opera – profondamente radicata nel paesaggio gallurese – rappresenta un modello di equilibrio tra intervento dell’uomo e ambiente naturale. Abitare Costa Paradiso ne esplora la continuità e l’attualità, lavorando su tre differenti tipologie di architetture: le case private, la residenza collettiva e l’architettura pubblica.

Il progetto proporrà, alla presenza di Annarita Zalaffi Ponis, l’apertura straordinaria della chiesa progettata da Alberto Ponis e rimasta incompiuta, accompagnata da un’esposizione dei disegni di progetto provenienti dall’Archivio Alberto Ponis.
L’iniziativa apre una nuova prospettiva di attenzione sugli spazi di comunità e sul ruolo dell’architettura come pratica condivisa di conoscenza e cura del territorio.

 

Alberto Ponis, ritratto di ©Elisa Scapicchi

Il progetto prende forma attraverso un programma di attività che si svolgono lungo l’arco di una settimana, costruendo un itinerario di esperienze diversificate ma connesse tra loro: un workshop di autocostruzione, una residenza artistica, esposizioni diffuse, una temporary library, visite guidate, escursioni, navigazioni, talk, reading e live set.

Le azioni si articolano tra le architetture di Ponis – tra cui Casa Zen, K1 e la chiesa incompiuta – e altri luoghi simbolici di Costa Paradiso, come la cupola progettata da Dante Bini per Michelangelo Antonioni e Monica Vitti, e Casa Li Baietti, microarchitettura in legno realizzata da LandWorks (Paola Serrittu e Andrea Maspero) attraverso un workshop partecipativo e oggi spazio pubblico a cielo aperto.

 

Alberto Ponis, Casa di Ivan. Ph. ©Alessandro Toscano

 

«Abitare Costa Paradiso affronta il tema del rapporto tra architettura, paesaggio e comunità in un contesto mediterraneo che è insieme spazio di bellezza estrema e di fragilità radicale – spiega la curatrice Maria Pina Usai. Le architetture di Alberto Ponis, in dialogo con l’ecologia e la geologia del territorio, diventano non soltanto patrimonio culturale, ma dispositivi narrativi capaci di aprire un altro sguardo sul rapporto tra progetto e paesaggio».

 

Casa Li Baietti, microarchitettura realizzata da LandWorks. Ph. ©Alessandro Toscano

 

Il Sindaco Giampiero Carta aggiunge: «Con Abitare Costa Paradiso abbiamo scelto di dare seguito all’esperienza di Abitare la Vacanza del 2023 perché crediamo che la cultura sia uno strumento fondamentale per leggere e valorizzare il nostro territorio. Le architetture di Alberto Ponis ci ricordano che lo sviluppo può e deve essere sostenibile. Grazie al sostegno dell’Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Autonoma della Sardegna e della Fondazione di Sardegna, possiamo promuovere un progetto che dimostra come la comunità locale, insieme a chi sceglie di trascorrere qui le proprie vacanze, possa diventare protagonista di un nuovo modo di vivere e condividere la costa».

Un progetto in linea, anche, con la visione di Alberto Ponis, come sottolineano Mario e Marta Ponis: «L’Archivio Alberto Ponis promuove e sostiene Abitare Costa Paradiso, iniziativa che rappresenta per noi un significativo riconoscimento per le architetture di Ponis, che proprio a Costa Paradiso hanno trovato una delle loro espressioni più compiute. Il progetto è in piena sintonia con la missione dell’Archivio: conservare, studiare e rendere accessibile il patrimonio progettuale di Alberto Ponis, favorendo la diffusione della sua visione del paesaggio e dell’abitare come forma di rispetto e di ascolto del territorio».

 

Ph. ©Elisa Scapicchio

 

Abitare Costa Paradiso è realizzato con il sostegno dell’Assessorato al Turismo della Regione Autonoma della Sardegna e di Fondazione di Sardegna e con il patrocinio dell’Ordine degli architetti di Sassari e Olbia-Tempio, di Inarch Sardegna e dell’Observatoire des publics et des pratiques de la culture di Aix Marseille Université.

 

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