Architettura della cura, la mostra del padiglione della Finlandia

«Il Padiglione della Finlandia è un’icona architettonica, ma non esisterebbe senza il lavoro continuo di cura e manutenzione di molte persone». Con queste parole la co-curatrice Ella Kaira introduce The Pavilion – Architecture of Stewardship, il progetto che la Finlandia presenta alla 19. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia.

L’esposizione, curata da Ella Kaira e Matti Jänkälä (nella foto di apertura) e promossa da Archinfo – Centro d’Informazione per l’Architettura Finlandese, accende i riflettori sul lavoro collettivo che garantisce la sopravvivenza dell’ambiente costruito.

Partendo proprio dal Padiglione della Finlandia progettato da Alvar ed Elissa Aalto nel 1956 – uno dei due realizzati da Aalto in Italia e il solo completato quando era ancora in vita – la mostra si concentra sul ruolo spesso invisibile di ingegneri, artigiani, restauratori e personale di manutenzione nella storia dell’architettura.

 

Ph. courtesy The National Archive of Finland e Matti Jänkälä

 

«La nostra mostra si interroga se l’architettura non sia un’opera in continua evoluzione e collaborazione», affermano i curatori.
Il percorso espositivo ricostruisce infatti il costante processo di cura e le tre principali ristrutturazioni che hanno permesso al Padiglione – originariamente concepito come struttura temporanea – di diventare un’icona permanente dell’architettura moderna.

Dal punto di vista dei curatori, è lecito considerare le persone che hanno svolto questo lavoro di cura come co-creatori, insieme all’architetto che ha ideato il padiglione.

The Pavilion – Architecture of Stewardship invita così a riflettere su un’idea di architettura che va oltre la figura del ‘genio solitario’ e valorizza la dimensione collettiva e responsabile della conservazione del patrimonio. Un tema quanto mai attuale in un’epoca in cui molti edifici, a pochi decenni dalla costruzione, vengono demoliti.

La mostra è realizzata in collaborazione con gli artisti Merle Karp (video) e Jussi Hertz (sound design).

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