Biennale Architettura, le Ghost Stories del Padiglione della Turchia

Ghost Stories: The Carrier Bag Theory of Architecture è la mostra curata da Sevince Bayrak e Oral Göktaş per il Padiglione della Turchia della 18. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia, coordinato dalla Fondazione per la Cultura e le Arti di Istanbul (İKSV), co-sponsorizzato da Schüco Turkey e VitrA e realizzato con il contributo del ministero della cultura e del turismo e il patrocinio del Ministero degli Esteri turco.

 

La mostra mette in luce che gli edifici inutilizzati possono avere ciascuno una storia a sé, ma in Turchia sono centinaia le città che per vari motivi nel corso del tempo sono state abbandonate, e in queste città sono innumerevoli le strutture inutilizzate, ph. ©Rachele Maistrello.

 

Ghost Stories: The Carrier Bag Theory of Architecture mette in discussione le percezioni e gli approcci comunemente accettati rispetto agli edifici per scoprire proposte che diano più speranza per il futuro.

La ricerca nasce dal volume di Elizabeth Fisher The Carrier Bag Theory of Evolution in cui si sostiene che il primo oggetto culturale utilizzato dagli esseri umani non sia stato uno strumento da caccia, bensì probabilmente un contenitore per trasportare gli ortaggi raccolti. Sulla base di tale idea, la mostra invita ad ascoltare e comprendere la storia degli edifici abbandonati, anziché concentrarsi su storie di successo.

 

Il concept della ricerca nasce dal volume di Elizabeth Fisher The Carrier Bag Theory of Evolution, ph. ©Rachele Maistrello.

 

Presupposto dell’esposizione è che poiché in Turchia la costruzione è dettata dalla crescita economica piuttosto che da esigenze di razionalizzazione spaziale, vi è una straordinaria varietà di edifici abbandonati, dagli ospedali agli aeroporti. Focus della mostra è l’archivio di immagini raffiguranti centinaia di residenze, complessi edilizi e siti produttivi abbandonati, grattacieli parzialmente o completamente vuoti, alberghi, scuole, ospedali, ristoranti e strutture ricreative.

 

La mostra introduce nuovi strumenti e metodi per riconvertire le strutture esistenti, anziché demolirle, sulla base di momenti di confronto collettivi, ph. ©Rachele Maistrello.

 

Uno dei punti focali della mostra, ossia come consolidare e riutilizzare il patrimonio edilizio esistente, diventa ancora più urgente dopo il devastante terremoto di Kahramanmaras, che ha colpito 13,5 milioni di persone, lasciandone migliaia alla ricerca di un alloggio temporaneo.
In un paese con un enorme patrimonio edilizio che deve essere consolidato per resistere ai terremoti, non essendo possibile ricostruirli tutti, occorre trovare il modo di trasformare l’esistente.

 

Il brand VitrA è uno dei principali sponsor di Ghost Stories: The Carrier Bag Theory of Architecture, ph. ©Fatih Yilmaz.

 

Dal 2014 la Turchia partecipa alla Biennale di Venezia il Padiglione grazie all’acquisizione di una sede permanente all’Arsenale (Sale d’Armi), su iniziativa dell’İKSV e con il sostegno di 21 sponsor, tra cui VitrA.
Özgen Özkan, CEO di Eczacıbaşı Building Products, Gruppo cui appartiene il marchio VitrA, ha dichiarato: «Il recente disastro sismico che ha colpito la Turchia ha mostrato l’immensa responsabilità di tutti gli attori del settore edilizio. La mostra di quest’anno riflette su questa tragedia invocando una nuova prospettiva sul costruire, sottolineando al contempo la necessità di proteggere le strutture esistenti e di crearne di nuove. Dobbiamo dare priorità alla conservazione del passato e contemporaneamente alla costruzione del futuro. Demolire e ricostruire non solo danneggia la natura e il patrimonio, ma mette a dura prova risorse già limitate».

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