Finalmente un edificio per uffici che rinuncia alle grandi facciate vetrate. La forte identità dell’architettura della nuova sede del Gruppo CAP, la società che gestisce il servizio idrico integrato della città metropolitana di Milano, è data da 430 finestre che bucano facciate opache rivestite in pietra lavica.
La loro disposizione irregolare, che nelle intenzioni si richiama alla Compositie in Lijndi Piet Mondrian e alla conformazione della rete idrica diffusa nel territorio metropolitano, ricorda anche gli oblò che si aprono sulle murate delle navi.
Già soprannominato ‘l’Arca’ per l’ampio sporto dell’ingresso, che ricorda la prua di un’imbarcazione in navigazione e per la disposizione non perpendicolare del volume, l’edificio, di altezza massima di 30 metri, sviluppa una superficie complessiva di 11.250 metri quadrati di superficie distribuiti su sei piani e uno interrato per accogliere fino a 500 dipendenti in spazi polifunzionali e privi di barriere architettoniche.
In copertura, 422 pannelli fotovoltaici, per una produzione totale di 189,9 kW/p, assicurano un’autonomia energetica fino a circa il 70 per cento, mentre la climatizzazione è servita da un impianto che utilizza l’acqua di prima falda o le acque meteoriche opportunamente filtrate – per risparmiare la preziosa acqua potabile, con una termoregolazione ad aria controllata che consente un’ottimale gestione delle temperature.
Il nuovo edificio è certificato “Net zero Energy Building” e Leed Gold.
L’opera – che sorge in via Rimini, nel quadrante sud-ovest di Milano già punteggiato dalla presenza di spazi significativi come l’università Iulm, l’edificio della Naba e le sedi di importanti aziende, è il risultato di un concorso indetto nel 2016 e vinto l’anno successivo dallo studio Claudio Lucchin & Architetti Associati.
Avviati nell’ottobre 2018, i lavori sono stati realizzati da Cmb e hanno comportato la demolizione di un precedente capannone per lasciare posto agli scavi e al posizionamento dei pali interrati lungo tutto il loro perimetro.
Tra i materiali impiegati anche il calcestruzzo di Holcim Italia, che ha fornito a Cmb consulenze specifiche e prodotti studiati e testati ad hoc per le parti a vista della facciata, dove sono stati forniti circa 1000 mc di un calcestruzzo Fibrèo SCC, e per la copertura della guaina dell’ultimo solaio, realizzata con il nuovo calcestruzzo ECOpact – di ridotto impatto ambientale perché prodotto a partire da cementi pozzolanici a basso contenuto di clinker – a ritiro controllato e con l’aggiunta di fibre strutturali realizzato con cemento 32,5 IV_A LH.