Al ritmo attuale, la sola installazione di impianti fotovoltaici in Italia non sarà in grado di raggiungere l’obiettivo di 52 GW fissato per il 2030 dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima.
Tuttavia, uno studio commissionato da Reed Exhibitions Italia all’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano e presentato di recente a MCE Mostra Convegno Expocomfort prevede che nei prossimi cinque anni la diffusione di comunità energetiche potrebbe portare con sé l’installazione di 2,7 – 4,6 GW di nuovo fotovoltaico, con un contributo al raggiungimento del target che nel v2026 oscillerà tra il 25 e il 45 per cento.
Lo studio stima infatti che nei prossimi cinque anni saranno tra 960mila e 1.630.000 gli utenti residenziali coinvolti in configurazioni di comunità energetiche o di autoconsumo collettivo, a cui si aggiungono tra 3mila e 6mila aziende di distretti industriali che si costituiranno in comunità di autoproduzione, autoconsumo e scambio, con benefici in termini di incremento degli investimenti nel settore dei fornitori di tecnologia pari a 2,2-3,8 miliardi di euro.
Lo studio ipotizza due scenari di possibile penetrazione, «costruiti mettendo in relazione la sostenibilità economica dei progetti per gli utenti coinvolti e la convenienza economica delle iniziative di autoconsumo attivabili in Italia prima dell’introduzione delle Comunità Energetiche nella normativa nazionale– spiega il professor Vittorio Chiesa, direttore dell’Energy & Strategy Group e presidente del comitato scientifico di MCE Mostra Convegno Expocomfort. Il mercato potenziale è rappresentato dal totale delle utenze energetiche, mentre quello disponibile è il sottoinsieme di quello potenziale al netto dei vincoli presenti».
Il punto di partenza per la stima della possibile nascita e diffusione di ‘smart district’ in Italia è il numero di utenze domestiche – 29,5 milioni – e di corrispondenti edifici residenziali (considerando i condomini e le abitazioni pluriresidenziali) depurato dei vincoli tecnici e storico-artistici che possono impedire l’installazione di impianti fotovoltaici in copertura.
Per quanto riguarda le imprese, la ricerca parte invece dai 141 distretti industriali esistenti in Italia (dati Istat) che raggruppano circa 165.000 unità locali manifatturiere.
«In linea teorica una stima di edifici su cui sarebbe tecnicamente possibile l’installazione del fotovoltaico è pari al 50-60% del totale mercato potenziale – prosegue Chiesa. Analizzati i fattori economici e tecnici che possono influire sul tasso di penetrazione delle comunità energetiche tra gli utenti residenziali e non residenziali in Italia nel breve/medio periodo, abbiamo sviluppato due scenari di diffusione, uno ‘conservativo’ e l’altro ‘accelerato’. Gli elementi che concorreranno alla loro diffusione saranno il ruolo proattivo da parte della Pubblica Amministrazione nella promozione di queste iniziative, anche grazie all’interazione con i player energy; lo sviluppo di configurazioni che siano considerate efficienti, scalabili e ripetibili; e la conferma delle detrazioni fiscali e la gestione efficiente dei finanziamenti a tasso agevolato disponibili per i piccoli Comuni».