Design per comunicare, una mostra su Giancarlo Iliprandi all’Adi Design Museum

Nel centenario della nascita di Giancarlo Iliprandi, prosegue fino al 28 settembre, all’Adi Design Museum di Milano, la mostra Design per Comunicare.

Dalla grande distribuzione con La Rinascente, Standa, Croff e Grancasa all’editoria e alle copertine dei dischi; dalla tipografia alla fotografia d’autore, fino al disegno a mano e alla comunicazione pubblica, la mostra percorre la ricerca visiva di uno dei protagonisti del design italiano della seconda metà del Novecento, che fu anche presidente dell’Associazione per il Disegno Industriale dal 1998 al 2001.

 

Manifesto del 1964 per La Rinascente (ph. Serge Libis).

 

Promossa da Adi, dall’Archivio del Moderno – Università della Svizzera italiana e dall’Associazione Giancarlo Iliprandi e curata da Monica Fumagalli Iliprandi e Giovanni Baule, con allestimento progettato da Lissoni&Partners, la mostra indaga il colto e ancora attuale universo progettuale del graphic designer attraverso materiali provenienti da archivi storici e collezioni private.

Il percorso espositivo si sviluppa in isole tematiche che ne seguono le principali traiettorie progettuali. A partire dalla sua formazione, dove pittura, fotografia, scenografia e architettura confluiscono nei suoi progetti, alla comunicazione e disegno degli oggetti, in cui grafica e design di prodotto si intrecciano in un dialogo continuo: comunicare un oggetto significa per Iliprandi partecipare al suo stesso processo progettuale.

Una sezione è dedicata ai lavori per la grande distribuzione e alle collaborazioni per le insegne commerciali come La Rinascente, Standa, Croff o Grancasa, per le quali il designer propone nuovi formati grafici e strategie visive.

L’editoria periodica e musicale è un altro ambito centrale della produzione di Iliprandi che collabora tra le altre con le riviste Interni, Abitare e Rivista Rai, oltre a realizzare le copertine dei Dischi del Sole con montaggi visivi capaci di anticipare il contenuto.

 

Giancarlo Iliprandi, copertina del 2011

 

Nel design tipografico, da Nebiolo a Honeywell, il disegno dei caratteri è stato reinterpretato con l’uso di tecniche tradizionali e strumenti digitali. Allo stesso tempo, traduce la fotografia in forma visiva attraverso riviste e fotolibri d’autore come I travestiti o Milano.

Un’intera sezione è riservata al disegno a mano, con bozzetti per la moda, lo sport, il teatro, emblemi e alfabeti, frutto di una profonda cultura figurativa. Non manca lo spazio per la comunicazione pubblica e istituzionale, dove manifesti e campagne come Basta o Mitagogia esplorano linguaggi provocatori e composizioni libere.

Infine, la mostra restituisce l’impegno di Iliprandi nei campi dell’associazionismo professionale, in particolare all’interno di ADI e Art Directors Club Milano e della didattica, dove ha lasciato un segno indelebile nelle principali scuole e università italiane, unendo pratica e riflessione teorica.

 

Giancarlo Iliprandi, manifesto per l’ADI, 1998

 

«Giancarlo Iliprandi ha incarnato un’idea di comunicazione visiva che va oltre il tratto grafico – ha commentato il presidente ADI Luciano Galimberti – fondendo cultura visiva e pensiero critico. Con questa mostra vogliamo rendere omaggio anche a un presidente ADI che ha contribuito alla crescita culturale dell’associazione e del design italiano. Il suo sguardo curioso e sperimentale continua a ispirare nuove generazioni di progettisti, ricordandoci che comunicare il design significa innanzitutto interpretare il mondo».

 

Giancarlo Iliprandi, stand della Montecatini, 1965

Grafico e designer, Giancarlo Iliprandi (1925-2016) si diploma in pittura nel 1949 e in scenografia nel 1953 presso l’Accademia di Brera e inizia l’attività di graphic designer dopo l’incontro con Bruno Munari nel 1950, e grazie alle collaborazioni agli allestimenti dei fratelli Achille e Pier Giacomo Castiglioni, dove conosce Max Huber.
Risalgono ai primi anni Cinquanta importanti commissioni da aziende come Agip, Rai, La Rinascente, e successivamente Pirelli, Olivetti, Arflex, Montecatini, Eni, Roche, Honeywell e Standa. Progetta inoltre l’immagine coordinata per le Cucine RB, Ankerfarm, Stilnovo e l’archigrafia per Grancasa (1985-99). A partire dagli anni Sessanta lavora in qualità di art director per diverse riviste.
Sue le copertine di Serigrafia, dal 1964 al 1992 e quelle per I Dischi del Sole dal 1964 al 1968. Fotografo per passione e professione, fa parte del Centro per la cultura della fotografia di Luigi Crocenzi. Nascono da quest’esperienza alcuni dei principali libri fotografici da lui progettati: Ex Oriente e Cinque rune, fotografie di Lanfranco Colombo (Edizioni del Diaframma, 1963 e 1964), Milano, fotografie di Giulia Pirelli e Carlo Orsi (Bruno Alfieri Editore,1965), e I Travestiti, fotografie di Lisetta Carmi, (Essedì editrice, 1972).

Dal 1967 al 1978 fa parte del gruppo di ricerca per la progettazione di caratteri tipografici della Fonderia Nebiolo che porta alla definizione dei caratteri Forma, Modulo e Dattilo.

Nel 1953 fonda il suo studio professionale e apre, dal 1993 al 2016, lo studio Iliprandi Associati con Monica Fumagalli. Nel corso della carriera ottiene vari riconoscimenti tra cui tre Compassi d’oro: nel 1979 per il font Modulo e per la grafica strumentale della Fiat 131 Mirafiori; nel 2004 per la grafica del periodico l’Arca; e 2011 il Compasso d’Oro alla carriera.
Ha ricevuto la Laurea ad Honorem dal Politecnico di Milano. È stato docente presso l’Umanitaria di Milano, l’ISIA di Urbino, l’Istituto Europeo di Design e il Politecnico di Milano, e ha pubblicato numerosi libri didattici e monografie di grafica.
Viaggiatore curioso e instancabile, negli ultimi anni ha pubblicato molti carnet, libri di disegni e dissertazioni personali sui viaggi.

Dopo la sua scomparsa, nel 2019 Monica Fumagalli Iliprandi fonda l’Associazione Giancarlo Iliprandi, con la volontà di tutelare e trasmettere l’ampia esperienza professionale del designer milanese e di condividere le storie custodite nel luogo di vita e lavoro. L’associazione si trova nella sede storica dello studio in via Vallazze 63 a Milano.

Oltre all’Associazione, che si fa garante dell’autenticità delle opere di Giancarlo Iliprandi, materiale del suo archivio professionale è confluito anche presso istituzioni pubbliche: il Centro Studi Archivi della Comunicazione dell’Università di Parma, la Civica raccolta delle stampe Achille Bertarelli e l’Archivio del Moderno.

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