L’ADI Design Museum prosegue la meritoria attività storico-culturale di ricerca sulle radici del design italiano che ha avviato da tempo con la mostra “Renato Forti 1923 – 2015” (fino al 7 settembre), a cura di Marco Fiorentino, omaggio critico e documentale a un autore rimasto ai margini della storiografia ufficiale, ma la cui opera rivela una coerenza espressiva e una qualità progettuale di assoluto rilievo.

La rassegna presenta un nucleo rappresentativo di arredi, corpi illuminanti, disegni progettuali e schizzi ambientali, frutto di un’indagine condotta attraverso una molteplicità di fonti: documentazione d’epoca, cataloghi commerciali, archivi fotografici, repertori delle case d’asta, oltre al materiale conservato nell’Archivio Renato Forti, che comprende il fondo documentario della ditta Frangi, dove Forti lavorava e che acquisì nel 1978, dopo la cessazione dell’attività dell’azienda.

Tra le opere in mostra, ordinate cronologicamente e articolate in sezioni che alternano arredi, lampade, oggetti e materiali d’archivio, spicca la libreria F54, datata 1954, già inclusa nella mostra “Il design italiano oltre le crisi” (Triennale di Milano, 2014), a cura di Beppe Finessi.
Il percorso si conclude con una selezione di schizzi ambientali, esemplificativi del processo progettuale integrato che caratterizzava l’approccio di Forti.

Negli ultimi anni il mercato del modernariato ha riscoperto il lavoro di Renato Forti, anche se le attribuzioni risultano spesso incerte o discordanti.
A questo proposito, l’attività di sistematizzazione archivistica in corso ha permesso nuove verifiche incrociate, rese possibili anche grazie al ritrovamento di fotografie originali riconducibili allo studio Ballo+Ballo, ora conservate presso l’Archivio Fotografico del Comune di Milano.

L’esposizione è resa possibile grazie alla collaborazione di MC Selvini, attuale produttore di alcune delle creazioni di Renato Forti, oltre a pezzi provenienti dalla casa della figlia Roberta, da collezionisti privati e da Guteform.
L’allestimento è stato realizzato dall’interior designer Sara Fontana, che ha scelto una soluzione essenziale e funzionale, sfruttando la versatilità dei pannelli fonoassorbenti Caimi, partner tecnico della mostra, per esporre i materiali grafici e fotografici.
