I premi della 18. Biennale di Architettura. Leone d’Oro al Brasile

Assegnati i premi della 18. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia.

Leone d’Oro per la migliore partecipazione nazionale al Brasile (curatori Gabriela de Matos e Paulo Tavares) per il programma espositivo Terra [Earth] (nella foto di apertura). Assegnato, nelle motivazioni della giuria internazionale, presieduta da Ippolito Pestellini Laparelli e composta da Nora Akawi, Thelma Golden, Tau Tavengwa e Izabela Wieczorek “per una mostra di ricerca e un intervento architettonico che centrano le filosofie e gli immaginari della popolazione indigena e nera verso modi di riparazione”.

Paulo Tavares e Gabriela de Matos, curatori del padiglione del Brasile (ph. ©Matteo De Mayda, courtesy La Biennale).

 

Il Leone d’Oro per la migliore partecipazione alla mostra principale “The Laboratory of the Future” è stato assegnato invece allo studio Daar-Decolonizing Architecture Art Research (Alessandro Petti e Sandi Hilal), che espongono nella sezione Dangerous Liaisons alle Corderie dell’Arsenale “per il loro impegno di lunga data teso a un profondo coinvolgimento politico con pratiche architettoniche e di apprendimento della decolonizzazione in Palestina e in Europa”.

 

L’installazione di Daar nella sezione della mostra curatoriale Dangerous Liaisons alle Corderie dell’Arsenale (ph. ©Andrea Avezzù, courtesy La Biennale).

 

Leone d’argento per un promettente giovane partecipante a Olalekan Jeyifous (nato a Ibadan, in Nigeria, nel 1977 e basato a Brooklyn) “per una installazione multimediale – al padiglione centrale ai Giardini – che esplora una pratica di costruzione del mondo capace di allargare le prospettive e l’immaginazione del pubblico, offrendo visioni di un futuro decolonizzato e decarbonizzato”.

 

L’allestimento di Olalekan Jeyifous al Padiglione Centrale ai Giardini (ph. ©Matteo De Mayda, courtesy La Biennale).

 

Menzioni speciali sono state attribuite:

  • per le partecipazioni nazionali, alla Gran Bretagna, con l’esposizione dal titolo Dancing Before the Moon, curata da Jayden Ali, Joseph Henry, Meneesha Kellay e Sumitra Upham, premiata “per la strategia curatoriale e le proposte progettuali che celebrano la potenza dei rituali quotidiani come forme di resistenza e come pratiche spaziali nelle comunità della diaspora”;
  • per le partecipazioni alla mostra principale a: Twenty Nine Studio / Sammy Baloji (nato a Lubumbashi, in Congo, nel 1978 e basato a Bruxelles); Wolff Architects, di Città del Capo, Sud Africa; Thandi Loewenson (nato a Harare, Zimbabwe, nel 1989 e residente a Londra).

Su proposta di Lesley Lokko infine, il Leone d’Oro alla carriera è stato assegnato all’artista, designer e architetto Demas Nwoko, nato nel 1935 a Idumuje-Ugboko, nel sud della Nigeria, membro fondatore, sul finire degli anni Cinquanta, del gruppo artistico ‘Zaria Rebels’, che promuovevano un mix di modernità ed estetica africana in grado di riflettere il crescente spirito di liberazione dal colonialismo di quegli anni.

Leone d’Oro alla carriera a Demas Nwoko, qui con Lesley Lokko, curatrice della 18. Biennale di Architettura, e Roberto Cicutto, presidente di Biennale Venezia (ph. Jacopo Salvi, courtesy La Biennale di Venezia).

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