Alla sua prima partecipazione ufficiale alla Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, il Qatar si presenta con un nuovo padiglione nazionale permanente nei Giardini e con una grande mostra collettiva diffusa, dedicata al tema dell’ospitalità nei territori del Medio Oriente, Nord Africa e Asia Meridionale.

Curata da Aurélien Lemonier e Sean Anderson per conto del futuro Art Mill Museum, la mostra si intitola Beyti Beytak. My Home is Your Home. La mia casa è la tua casa e si articola su due sedi. Nei Giardini, sul sito del futuro padiglione, è stata allestita una struttura temporanea firmata dalla progettista pakistana Yasmeen Lari: il Community Centre, realizzato in bambù, è un omaggio all’architettura sociale e resiliente promossa in Pakistan dalla Heritage Foundation.

L’altra parte della mostra si sviluppa a Palazzo Franchetti, dove oltre trenta studi di architettura esplorano il rapporto tra architettura e appartenenza, comunità e paesaggio domestico.
In mostra disegni, plastici e materiali d’archivio di tre generazioni di progettisti, da Raj Rewal, Nayyar Ali Dada e Hassan Fathy a voci contemporanee tra cui Elizabeth Diller, Marina Tabassum, Sameep Padora, Abeer Seikaly, Meriem Chabani e molti altri. Un’intera sezione è dedicata alla città di Doha e alle sue trasformazioni urbane.

Nel frattempo, il Qatar guarda al futuro con ls realizzazione di un proprio padiglione permanente. L’incarico progettuale è stato affidato all’architetta franco-libanese Lina Ghotmeh, vincitrice di un concorso internazionale curato da Malcolm Reading Consultants. Il nuovo padiglione, che sorgerà accanto allo Stirling Pavilion, sarà solo il terzo ad essere costruito nei Giardini negli ultimi cinquant’anni.
