Il design delle due Germanie, una mostra al Vitra Design Museum

Dal 20 marzo al 5 settembre 2021 al Vitra Design Museum Il design tedesco dal 1949 al 1989. Due paesi, un’unica storia fa luce sui capitoli meno noti della storia della progettazione tedesca.

Pur sottolineando il significato politico del design nell’era della guerra fredda, la mostra rivela anche la molteplicità di atteggiamenti e stili progettuali con un approccio più articolato rispetto a quello tradizionale, quasi esclusivamente imperniato sulle differenze ideologiche.

 

Copertina del 1964 della rivista Kultur im Heim, ©Dresden State Art Collections.

La mostra, curata da Erika Pinner, Vitra Design Museum, Klára Němečková, Kunstgewerbemuseum, Staatliche Kunstsammlungen Dresden, con l’allestimento del celebre designer tedesco Konstantin Grcic, è la prima ad affrontare la storia del design nelle due Germanie come storia condivisa, segnata da contrasti e scontri, ma anche dalla condivisione e dall’interconnessione.

Dieter Rams e Hans Gugelot, SK 6, Braun, 1956/60, ©Vitra Design Museum, photo: Andreas Sütterlin.

 

Dopo la divisione della Germania nel 1949, anche la progettazione e la cultura quotidiana intrapresero strade diverse sui due versanti della frontiera. A Ovest, il design divenne il motore del Wirtschaftswunder, ovvero il miracolo economico, mentre a Est fu assorbito nell’economia pianificata socialista.

 

Horst Giese and Jürgen Peters, television, set »Alex«, 1957/58, photo: Günter Höhne

 

Ora, oltre trent’anni dopo la caduta del muro di Berlino, la prima rassegna del design post-bellico nelle due Germanie propone una selezione del design delle due Germanie sondando le differenze ideologiche ed estetiche, i parallelismi, le relazioni e i punti in comune tra Est e Ovest tedesco. Le opere esposte spaziano da vere e proprie icone dell’arredamento alla grafica, dal design di interni e industriale fino alla moda.

 

Herbert Hirche, modello di appartamento per Interbau, 1957, West Berlin, (architetto: Günther Gottwald), ©Collection Werkbundarchiv – Museum der Dinge Berlin, photo: Ewald Gnilka.

 

Plastica economica e colori squillanti a Est, fresco funzionalismo a Ovest: la mostra rompe con gli stereotipi, presentando una visione differenziata, mettendo in evidenza figure importanti come Dieter Rams, Egon Eiermann, Rudolf Horn e Margarete Jahny, evidenziando il ruolo delle scuole di design e l’eredità del Bauhaus.
Il panorama delle due Germanie mostra come fossero intrecciati indissolubilmente storia e design, cultura quotidiana e politica mondiale in Germania durante il periodo della guerra fredda.A Est come a Ovest, vennero fondate o riportate in vita diverse scuole per formare i giovani progettisti di cui l’industria aveva bisogno, anche perché il design rappresentava un ottimo mezzo per proiettare un’immagine moderna di larghe vedute.

 

Hans (Nick) Roericht, stoviglie impilabili per hotel TC 100, 1958/59, ©HfG-Archive / Museum Ulm, photo: Wolfgang Siol, 1961.

 

Alla fine, la costruzione nel 1961 del muro di Berlino impose una frontiera fisica. Se fino ad allora alcune aziende e designer della Germania dell’Est e dell’Ovest avevano continuato a collaborare, ora la rivalità tra i due sistemi politici prese piede anche nel mondo del design. Nella Germania dell’Ovest divenne un fattore importante nella crescita della società consumistica. Nella Germania dell’Est il design era invece regolamentato a livello centrale, nel quadro dell’economia pianificata socialista. Un dipartimento governativo, preposto alla progettazione industriale, garantiva la fornitura di prodotti a prezzi accessibili.
In termini di progresso industriale, fu l’autovettura Trabant, lanciata nel 1958, ad avere l’impatto maggiore in quanto accelerò la motorizzazione di massa della popolazione. Ancora oggi, con la sua carrozzeria in plastica riciclata, Trabi è un’icona del design della Germania dell’Est. La produzione è terminata solo nel 1991.

Willy Fleckhaus, edizioni Suhrkamp, 1963, ©Carsten Wolff, Willy Fleckhaus Archive c/o Fine German Design, Frankfurt am Main.

 

Grazie all’iniziativa del cancelliere Willy Brandt di normalizzare le relazioni tra i due Stati tedeschi, gli anni Settanta furono caratterizzati da un riavvicinamento tra l’Est e l’Ovest, culminato nella caduta del muro di Berlino nel 1989. In quel periodo, il design rifletteva, sui due versanti della frontiera, una crescente consapevolezza critica, alimentata da eventi come la crisi petrolifera del 1973. La politica di distensione portò poi gradualmente allo scambio e alla collaborazione anche nel settore della progettazione.
Nel 1984-85 a Berlino Est e nel 1988 a Stoccarda si svolsero mostre gemelle all’insegna del design dell’altra Germania.

 

Foyer del palazzo della Repubblica a Berlino, 1977, architettura: Heinz Graffander, ©ddrbildarchiv.de / Manfred Uhlenhu.

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