In Conflict, il Portogallo alla Biennale di Architettura

Palazzo Giustinian Lolin, sede della Fondazione Ugo e Olga Levi, ospita l’esposizione del Portogallo per la Biennale 2021, a cura del collettivo depA (Carlos Azevedo, João Crisóstomo, Luís Sobral con Miguel Santos.

 

Cinco Dedos, Lisbona, 1972-1982, architetto: Vítor Figueiredo.

 

L’architettura è qui intesa come processo trasformativo e politico: In Conflict si apre con la Rivoluzione dei Garofani del 1974 e arriva fino ai giorni nostri, e racconta lo sviluppo di sette progetti residenziali portoghesi, ampiamente controversi.

La mostra rivisita i progetti delle torri del Bairro do Aleixo, Porto; il complesso residenziale Cinco Dedos a Chelas, Lisbona; il progetto SAAL Algarve di Meia Praia, Lagos; la proposta di riconversione del cantiere navale di Margueira – L’Elipse, Almada; il piano di costruzione di Aldeia de Luz, Mourão; la riqualificazione di Ilha da Bela Vista, Porto; la ricostruzione delle abitazioni distrutte dagli incendi del 2017, a Figueiró dos Vinhos, Pampilhosa da Serra e Pedrógão Grande.

 

Aleixo Towers, Porto, 1968-1976, architetto: Manuel Teles, ph. © Nelson d’Aires, 2013.

 

I progetti sono stati selezionati in quanto momenti importanti per comprendere la disciplina dell’architettura nella sua dimensione fisica e sociale.

Parallelamente ai sette casi messi in evidenza, la mostra presenta altri ventuno processi architettonici, simili a questi per problematiche, scala e modalità d’azione: si costruisce così un panorama allargato e trasversale dei primi 45 anni della democrazia portoghese, attraverso il loro riflesso nell’architettura.

 

La mostra In Conflict presso Palazzo Giustinian Lolin, ph. ©José Campos.

 

Il progetto espositivo supporta questa lettura speculare a partire dall’uso dello specchio. La scenografia non intende neutralizzare l’atmosfera esistente all’interno delle sale del palazzo bensì definire una relazione caleidoscopica che rompe la configurazione spaziale sovvertendo la lettura degli ambienti, caratterizzati da dipinti, tessuti, ornamenti, carta da pareti e specchi originali.

 

Il progetto espositivo, a cura del collettivo depA architects, ph. ©José Campos.

 

Come sottolineano i curatori «In Conflict cerca di ripensare il ruolo dell’architettura come disciplina artistica, pubblica, politica ed etica. Nell’impossibilità di risolvere tutte le contingenze, è importante pensare a come creare luoghi dove tutti possano trovare spazio nel dibattito, nell’attesa di realizzare il progetto di un futuro comune».

Il progetto In Conflict è stato commissionato dalla Direzione generale delle arti, sulla base di un concorso pubblico, e realizzato dal Ministero della cultura del Portogallo.

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