La nuova stanza di Andrea Branzi da Pianca & Partners
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Andrea Branzi, Transparencies: Erbe 4. Mensola in plexiglas trasparente incolore con disegni interni colore verde, viola, bianco, nero e rosso. Edizione numerata 16 Nilufar. prod. Metea, 2011, 56 x 10 x 18 cm. "Forme limpide e luminose che non hanno ombra e fanno vedere il mondo opaco che le circonda, e come lenti di ingrandimento lo dilatano. Sono come meduse, intermedie tra l’acqua e un organismo vivente. Questi vasi contengono al loro interno spazi dove galleggiano genomi, erbe o polvere d’oro. Ho sempre pensato che i vasi non sono soltanto vasi. Essi non sono nati per contenere qualcosa, ma per rappresentare con la loro forma concava i cicli generatori dell’universo, i buchi neri del cosmo. Il lento movimento circolare del tornio, su cui nascono, riproduce l’energia ciclica delle costellazioni, un movimento generatore che dal fango fa nascere tutte le forme e la vita. Il fuoco che tutto consuma, consolida la loro terra rendendola eterna. I vasi sono presenti in tutte le civiltà, in tutti i paesi, in tutti i deserti; i piccoli frammenti dispersi di antichissime brocche sono la testimonianza certa dell’esistenza su quel terreno di villaggi scomparsi o dell’accampamento di nomadi in marcia. All’interno di un vaso si conserva dunque un frammento della storia dell’uomo e del suo rapporto con l’universo; una penombra sacra. Transparency guarda dentro a questa penombra, a questo interno sempre nascosto, per svelarne la segreta bellezza". Andrea Branzi, 2017
La nuova stanza di Andrea Branzi da Pianca & Partners
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Andrea Branzi, Pinocchio 3. Tecnica mista su carta. 2020. cm 29,7 x 21. "Come in una poesia di Giorgio Caproni, l’immagine di Pinocchio attraversa Genova, serena e luminosa come una filastrocca; da Bacon, a Rosai, fino Masaccio e la Cina; senza imparare niente, senza ridere e senza piangere, ma ascoltando il vento di Tramontana… Pinocchio spaventa i bambini, con il suo racconto terrificante, fatto di buio, di freddo, di fame e di ladri, dove il Re non esiste, i vecchi si picchiano, il grillo è ucciso a martellate, l’asinello è affogato e il burattino impiccato... L’Appennino di Pinocchio è quello delle stragi di Marzabotto, di Sant’Anna di Stazzema, del Mostro di Firenze, di Via Rasella, delle Fosse Ardeatine. Lucignolo è un fascista… Cosa speravano di ottenere i bambini nel Paese dei Balocchi? Una Città Ideale, il socialismo, la fine del lavoro, una Utopia, una merenda con il burro spalmato davanti e di dietro, una pera sbucciata, un cane da guardie e le Faine ladre? La Fata Turchina è morta?... Alla fine il burattino diventerà un bambino qualsiasi; ma con l’industrializzazione saranno proprio i bambini che diventeranno marionette, omologate, servili, integrate… Questo girotondo intorno a Pinocchio ci sorprende sempre perché è un mistero amaro, come piace ai poeti e agli artisti; un girotondo infinito che attraversa il mondo, senza incontrare consolazioni ma soltanto spaventosa novella della nonna… Un nastro infinito di burattini, che sorridono danzando intorno al fuoco spento del cammino…". Andrea Branzi
La nuova stanza di Andrea Branzi da Pianca & Partners
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Andrea Branzi, Collezione Portali, vasi in ceramica, 50 x 10 x 50 cm. "Portali è una collezione di 18 ceramiche bianche, concepite come se fossero dei piccoli ambienti tutti uguali; dentro ciascuno di questi portali si colloca però un vaso sempre diverso (o un tronco d’albero). Si tratta dunque di una serie di micro-spazi, in parte ripetitivi e in parte variati, che nel loro insieme creano un paesaggio architettonico fiorito; infatti più che una collezione di vasi “PORTALI” mi sembra un progetto ambientale, il persistere di un pensiero semplice che si rinnova nel tempo e nello spazio, come una metrica o pentagramma. Come mi succede spesso negli ultimi anni infatti, il vero centro dei miei interessi sono i fiori; per la loro misteriosa presenza profumata e colorata dentro allo spazio dell’uomo. Come gli ikebana giapponesi attorno a cui si sviluppa l’architettura, o i tokonoma che raccolgono in una sorta di piccole nicchie la letteratura e i simboli domestici più privati. Credo che uno dei compiti del design sia infatti quello di saper aggiungere al mondo costruito non dei decori inutili, ma degli spazi autonomi, dei micro-luoghi dedicati a ciò che può sembrare superfluo, ma senza il quale tutto diventa inutile; lo spazio per i fiori, per gli oggetti sacri delle civiltà laiche". Andrea Branzi, 2007
La nuova stanza di Andrea Branzi da Pianca & Partners
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Andrea Branzi, Buratti. Armida. Burattino in feltro, stoffa e legno, 2019. "Buratti e burattini, maschere, pupi e marionette, Gioppini e Cesire, Pinocchi e Pinocchini, Bertoldi, Bertoldini e Cacasenni, Arlecchini e Pulcinella, giganteschi Gargantua e Pantagruel; tutti guardano il mondo. Questi personaggi ci salutano come attori di un teatro felice, privo di tragedie, e disposti a inventare nuove emozioni. Non hanno tragedie da raccontarci, ma soltanto la sorpresa dei teatrini ambulanti e dei piccoli circhi equestri senza leoni. Narratori di una letteratura che ride e non spaventa nessuno. Nel XXI secolo non ci sono più progetti, ma solo Buratti maschere fragili che riempiono il vuoto della narrazione contemporanea". Andrea Branzi, 2019
La nuova stanza di Andrea Branzi da Pianca & Partners
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Andrea Branzi, Archetipi 7, 2019, zucca, legno e rete metallica, 50 x 50 h 40 cm. "Gli archetipi sono quei modelli teorici, mentali, che anticipano tutte le nostre attività creative; si tratta di un patrimonio antropologico non evidente, che giace nel profondo del nostro istinto, quando diamo forma e sostanza a nuove forme espressive. In architettura significa fare riferimento a strutture primarie come le capanne, i recinti, le strutture agricole, la cui funzione non è definita in rapporto all’abitare ma al costruire, intesa come attività primaria prima che funzionale. Oggi l’architettura civile vive una crisi di credibilità, nel senso che il suo rapporto con la società si è progressivamente logorato; a sua volta la società vive una profonda crisi e non è più in grado di fornire quadri di valori al progetto. In questo contesto la riflessione sugli archetipi primari diventa importante perché essi non sono una eredità del passato, ma piuttosto un repertorio da inventare; non sono cioè un repertorio certo ma piuttosto un materiale da indagare dentro la profondità della nostra mente". Andrea Branzi
Prosegue fino al 30 aprile la mostra di Andrea Branzi La nuova stanza, che segna la prima collaborazione tra la galleria Antonia Jannone Disegni di Architettura e Pianca & Partners, piattaforma dedicata al mondo del contract promossa da Pianca insieme a 26 marchi della filiera dell’arredamento e delle costruzioni.
Fino al 30 aprile lo showroom di Milano progettato da Calvi Brambilla ospita, con le parole di Andrea Branzi, «una camera felice, molto vitale, dove il design non nasce dalle nuove tecnologie, ma da una energia diversa, ricca di vitalità e di sorprese, portatrice di serena felicità… I burattini, la musica, le ceramiche, le maquette, le lampade, i plexiglass, risplendono come se fossero appena rinati, come quando inauguriamo una casa nuova… In una Milano murata e dura, tra Porta Tenaglia e via Legnano, le grandi vetrine sono luminose come se una musica nuova rimbalzasse tra una nota e un’altra…».
La selezione dei lavori più recenti di Andrea Branzi – Archetipi, Portali, Buratti, Marmi caldi, Lampade sorelle, Pinocchio – rappresenta un mondo popolato da oggetti, sculture e disegni che invitano alla semplicità e alla gentilezza. Materiali semplici e naturali come ferro, pietra, marmo, ceramica, stoffa contribuiscono a raccontare un pensiero progettuale intenso e stratificato.
Andrea Branzi
Architetto e Designer, nato a Firenze nel 1938 dove si è laureato nel 1966; vive e lavora a Milano dal 1974. Fin dalla laurea ha fatto parte del movimento di avanguardia dell’Architettura Radicale con il gruppo “Archizoom Associati”.
È stato consulente responsabile del primo Centro Design e Servizi per un’industria di materie prime (Montefibre) dal 1974 al 1979, vincendo con le ricerche di Design Primario il primo dei tre Compassi d’Oro, di cui uno alla carriera.
Nel 1982 ha co-fondato e diretto Domus Academy, di cui è stato il Direttore Culturale per 20 anni. Come Professore Ordinario è stato Presidente del Corso di Studi in Design degli Interni alla Facoltà di Design del Politecnico di Milano.
È stato direttore della rivista MODO dal 1982 al 1984. Dal 2007 al 2010 è stato Curatore Scientifico del Design Museum della Triennale di Milano. Nel 2010 ha partecipato alla Biennale di Architettura Venezia. Nel 2008 ha ricevuto la Laurea Honoris Causa in Design dall’Università della Sapienza di Roma e nello stesso anno è stato nominato dal Principe Filippo di Edimburgo Membro Onorario del Royal Society for Industry di Londra.
Nel 2008 presso la Fondation Cartier di Parigi ha presentato la mostra “Open Enclusures”, con musica originale di Patti Smith. Nel 2018 è stato invitato nel Salone Permanente del Centro Pompidou di Parigi. Nel 2019 ha ricevuto dalla Principessa Cristina di Svezia il premio Rolf Schock, conferito dalla Royal Academy of Art di Stoccolma.
Ha tenuto conferenze e seminari in Francia, Belgio, Olanda, Germania, Inghilterra, Svizzera, Spagna, Portogallo, Stati Uniti, Israele, Brasile, Argentina, Giappone, Corea, Hong Kong, Cina, Singapore, Tailandia, Canada.
I suoi progetti sono oggi conservati presso molti musei quali: Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma; Centro Georges Pompidou di Parigi; Design Museum di Gent; MOMA di New York; Brooklyn Museum di New York; Denver Museum of Art; Fondation Cartier pour l’Art Contemporain di Parigi; Groninger Museum; Fonds Régional d’Art Contemporain di Orleans; Houston Museum of Fine Arts del Texas; Israel Museum di Gerusalemme; Musée des Beaux-Arts di Montreal; Musée Les Arts Décoratifs di Parigi; Victoria & Albert Museum di Londra; Vitra Design Museum di Weil-am-Rhein; MAK di Vienna; Musée de Saint Pierre di Lione.