L’AquaPraça di CRA-Carlo Ratti e Höweler + Yoon è arrivata a Belém

Galleggia dove l’acqua dolce del Rio delle Amazzoni si mescola con le acque salate dell’Oceano Atlantico: da martedì 19 novembre il padiglione AquaPraça, che avevamo visto in forma semplificata a Venezia (a Belém è dotata di una copertura), è parte del Padiglione Italiano alla COP30. Al termine dell’evento internazionale sul clima il padiglione rimarrà ormeggiato nella baia di Guajará come piattaforma culturale permanente, in partnership con lo stato brasiliano del Parà.

 

Ph. ©Peter White

 

Progettata dallo studio di Carlo Ratti e da Höweler + Yoon e costruita in soli cinque mesi dall’italiana Cimolai, AquaPraça è stata promossa dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo con Ciheam Bari (il centro internazionale di studi agronomici del Mediterraneo) e dal programma della Banca Mondiale Connect4Climate e realizzata con il sostegno di BF International, Bloomberg Philanthropies, Costa Crociere, Enel e Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane.

 

Ph. ©Leonardo Finotti

 

A bordo della piattaforma di 400 metri quadrati gli effetti del cambiamento climatico – e in particolare l’innalzamento del livello dei mari, in un luogo come il delta amazzonico, che ogni giorno registra variazioni di marea fino a quattro metri di altezza – diventano un’esperienza personale e diretta perché il galleggiamento dell’installazione permette di osservare i sistemi naturali e quelli costruiti allo stesso livello dello sguardo.

 

Ph. ©Peter White

 

«AquaPraça permette ai visitatori di incontrare il mare a livello degli occhi – spiega Eric Höweler, co-fondatore di Höweler + Yoon e professore alla Harvard University. Le superfici inclinate e i livelli mutevoli come le maree incarnano un equilibrio delicato».
«È una piattaforma – aggiunge J. Meejin Yoon, co-fondatrice di Höweler + Yoon e preside del College of Architecture, Art, and Planning della Cornell University – sia letterale che figurata, per approfondire la nostra comprensione collettiva e l’esperienza dell’innalzamento del livello del mare e degli impatti del cambiamento climatico sulle città e sulle comunità globali e per cercare soluzioni condivise».

Dal canto suo Carlo Ratti, co-fondatore di CRA e professore al Mit, nonché curatore della 19.Biennale Internazionale di Architettura di Venezia, mette a confronto l’idea di AquaPraça con quella che animava il Teatro del Mondo: «Nel 1980, Aldo Rossi guardava al passato per dimostrare che l’architettura poteva ancora arricchire lo skyline di Venezia. Oggi, con AquaPraça, guardiamo al futuro, esplorando la possibilità di costruire con la natura e non contro di essa. Così facendo, estendiamo il dialogo di Rossi con la città a un dialogo con il pianeta».

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