L’International Construction Cost Index sviluppato ogni anno da Arcadis mostra come nel 2021 i mercati occidentali abbiano subìto aumenti dei costi di costruzione a doppia cifra.
Se le cause andavano ricercate in una combinazione di fattori – tra cui l’aumento dei costi dell’energia, la carenza di materiali e la disponibilità di manodopera – l’attuale guerra in Ucraina accresce l’incertezza e rischia di consolidare il trend inflazionistico già in precedenza alimentato anche, specie in Italia, dal forte divario tra domanda e offerta provocato dai vari bonus per le ristrutturazioni.
A livello di mercati – la ricerca di Arcadis prende in considerazione cento tra le principali città del mondo – la città dove i cantieri sono più costosi torna ad essere Londra, seguita da Ginevra e Oslo.
A metà classifica, Milano e Roma registrano comunque aumenti dei costi di costruzione di oltre il 10 per cento.
Tendenze al rialzo anche negli Stati Uniti e in Germania, mentre le ultime posizioni sono occupate da città asiatiche – tranne Singapore, dove le difficoltà di accesso al lavoro hanno generato alti livelli di inflazione – e indiane. In Australia e nel Medio Oriente invece una domanda inferiore alle aspettative ha reso più competitivo il mercato e una parte significativa dei costi è stata assorbita dalla catena di approvvigionamento
Di fronte alle continue carenze di materiali, l’efficienza e la produttività rimangono fondamentali per affrontare la scarsità di risorse e ridurre gli sprechi, così come lo è l’attenzione all’intero ciclo di vita di un progetto rispetto al costo dei ritorni a breve termine.
Secondo Massimiliano Pulice, a.d. di Arcadis Italia «La sostenibilità resta in cima all’agenda. Le aziende devono adottare un approccio all’uso dei materiali basato sul concetto del “less is more” ponendo maggiore attenzione agli aspetti economici della progettazione e ai principi dell’economia circolare che contribuiranno a ridurre i costi e facilitare il conseguimento di obiettivi di sostenibilità sul più lungo periodo.
Sebbene le condizioni di mercato incombenti non siano sfavorevoli, crediamo che queste sfide presentino più che mai al nostro settore una grande opportunità per portare avanti l’innovazione e consolidare la convinzione di poter fare di più con meno, riducendo così il nostro impatto e la dipendenza dalle risorse e dall’ambiente».