Sei vetrine su via del Corso, ampie finestre al piano nobile che inondano di luce naturale ambienti con soffitti alti fino a 6 metri e mezzo, affreschi dei primi del Novecento restaurati, al pari dei graffiti di Afro Basaldella che nel 1950 decoravano le pareti del Caffè Aragno che occupava il piano terra dell’ottocentesco Palazzo Marignoli in via del Corso.
Opera di Foster + Partners, da decenni gli architetti di elezione di Apple, il diciassettesimo Apple Store italiano inaugurato ieri sorprende per la magnificenza dei materiali impiegati nel meticoloso restauro, in netto dialogo con il design minimalista dei prodotti di Cupertino e degli arredi in legno naturale, uguali in tutto il mondo.
Niente a che vedere con il Liberty Store inaugurato due anni fa a Milano o con il cubo di vetro di New York, quanto piuttosto con la Apple Carnegie Library di Washington, Regent Street a Londra o lo store parigino lungo gli Champs-Élisées. Ma tutti gli Apple store, seppure in maniere diverse, interpretano lo spirito del luogo al quale si rivolgono.
Il negozio di Roma si sviluppa intorno a un’elegante corte con alberi di canfora, che è il cuore verde del palazzo, reminiscenza dello storico monastero di Santa Maria Maddalena delle Convertite. Al primo piano, quattro porte danno accesso a una terrazza esterna con piante di gelsomino e ulivi, che si ispira alle terrazze romane e si affaccia sulla corte, fornendo luce naturale e vista sul negozio.
All’interno, una scala monumentale risalente al 1888, restaurata nei suoi dettagli originali in marmo di Carrara di provenienza locale.
Al piano superiore, il Forum occupa lo spazio che un tempo era la sala da ballo del palazzo: sarà il luogo destinato ad ospitare le sessioni Today at Apple. Adiacente al Forum c’è uno spazio dedicato al supporto Apple e al Genius Bar, dove un team di restauratori ha lavorato migliaia di ore per ripristinare uno splendido soffitto dipinto a mano con motivi geometrici.
Stefan Behling, head of studio, Foster + Partners, ha dichiarato: «la felicità in questo progetto è stata quella di poter riportare a nudo e riscoprire gli strati della storia che si erano depositati sulle pareti e scoprire il passato eclettico dell’edificio, cheva dai dipinti a soffitto e gli affreschi dei primi del Novecento di Fabio Cipolla ai più recenti graffiti di Afro Basaldella. Palazzo Marignoli ha visto così tanti avvenimenti nel corso della sua storia che ci siamo sentiti davvero privilegiati nel poter diventare parte della sua nuova fase di vita».