Politecnico di Torino e Coutan Studio. Ex casermette, Moncenisio. 2020-2024

Dopo un lungo periodo di marginalità e spopolamento, da alcuni anni il comune piemontese di Moncenisio, a quasi 1.500 metri di altitudine e a poche centinaia di metri dal confine con la Francia, sta conoscendo una rinascita. Oggetto di politiche di valorizzazione, il paese è stato riqualificato e abbellito, sono stati recuperati molti edifici e sono nate nuove attività economiche e ricettive che attraggono visitatori e turisti.

 

La casermetta media, ph. ©Edoardo Schiari.

 

In collaborazione con il centro culturale diocesano di Susa è stato recentemente aperto l’Ecomuseo Le Terre al Confine, che racconta le vicende e le trasformazioni del territorio locale in rapporto alla storia del colle, le cui tracce materiali e fisiche – i tracciati della Via Francigena e della Strada Reale – sono visibili ancora oggi.

Negli ultimi mesi, l’amministrazione di Moncenisio ha deciso di imprimere una forte accelerazione ai processi di sviluppo e di rinascita del luogo, creando un gruppo di lavoro che vede la partecipazione della comunità locale, di giovani professionisti valsusini e di una Unità di ricerca del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino con Antonio De Rossi, Laura Mascino, Matteo Tempestini, che ha al proprio attivo – come Centro di ricerca Istituto di Architettura Montana – diversi progetti di rigenerazione e riattivazione in territorio alpino, insieme a CoutanStudio Architetti di Edoardo Schiari e Maicol Guiguet.

 

La casermetta grande con il giardino alpino e il teatro aperto, ph. ©Edoardo Schiari.

 

Compito del gruppo di lavoro: l’elaborazione di un progetto di valorizzazione e rigenerazione per l’intero paese incentrato sull’area delle ex casermette militari, collocate immediatamente a valle di Moncenisio.

Attualmente l’area delle ex casermette ospita tre costruzioni. La più grande, con finalità residenziali, è un edificio ad andamento longitudinale, posto lungo l’asse est-ovest.
A sud di questa costruzione, in una zona altimetricamente inferiore, si trova la casermetta di dimensione intermedia, che originariamente ospitava le stalle, anch’essa longitudinale e praticamente parallela come giacitura alla più grande. A nord-ovest della casermetta più grande vi è infine un terzo edificio, il più piccolo e a pianta quadrangolare, che aveva funzioni di servizio, e che è il più degradato.

 

Interno della casermetta media, ph. ©Edoardo Schiari.

 

Il progetto presentato per HyperRegionalism è in particolar modo quello della casermetta media che ospita l’unità abitativa e la sala comunitaria. L’edificio rappresenta, insieme al giardino alpino nella caserma grande, il primo lotto di lavori, conclusi nel gennaio del 2024.

All’interno della casermetta media sono ospitati due volumi lignei: il primo è un’unità abitativa e il secondo una sala polivalente comunitaria. Questa diversificazione di usi mira a creare uno spazio multifunzionale che risponde alle esigenze della comunità per attività culturali e sociali.

Il progetto si distingue per il contrasto tra le antiche mura della caserma e i nuovi volumi in legno. La struttura dei nuovi volumi è realizzata con semplici portali in legno massello ed è rivestita con tavole di larice che formano anche lo strato di copertura, conferendo loro un aspetto monolitico.

Pianta e sezione trasversale della casermetta media esterno.

 

L’utilizzo esclusivo di legname della Val di Susa, reperito nel raggio di 20 chilometri, rappresenta un impegno concreto per l’economia circolare e il riutilizzo delle risorse locali, contribuendo alla gestione sostenibile del territorio e all’istituzione di una filiera corta e locale.
Elemento distintivo del progetto è l’attenzione alla sostenibilità energetica. Gli involucri edilizi ad alte prestazioni, le stufe a biomassa e i pannelli fotovoltaici garantiscono l’indipendenza energetica. Integrando elementi del passato e del presente, tecnologia e sostenibilità, il progetto rappresenta una risposta innovativa e adattabile alle sfide dello sviluppo locale, offrendo un esempio stimolante per comunità simili che cercano di reinventarsi in modo sostenibile.

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