Together How? si interroga il Padiglione della Repubblica di Corea alla Biennale

How Will we Live Together era il programma della Biennale 2021 curata da Hashim Sarkis ma non c’è dubbio che, come tutto ciò che ci attende, la domanda coinvolga inevitabilmente anche il Laboratorio del Futuro di Lesley Lokko. Così, la mostra della Repubblica di Corea al padiglione ai Giardini quest’anno, curata da Soik Jung e Kyong Park, è 2086: Together How?
Con ottimismo, il progetto coreano pone la domanda su come si potrebbe lavorare tutti insieme per affrontare le attuali e future crisi ambientali fino al 2086, anno in cui si prevede che la popolazione mondiale raggiungerà il picco. Attraverso un videogioco partecipativo e una serie di installazioni multidisciplinari che comprendono fotografie, disegni, modelli, video e installazioni architettoniche, la mostra invita il pubblico a immaginare una rivoluzione eco-culturale attraverso una rivalutazione critica della nostra storia.

 

Al centro della mostra c’è un videogioco partecipativo che invita il pubblico a prendere decisioni negli scenari eco-culturali attuali e futuri. Piuttosto che concentrarsi sui dati climatici, il padiglione coreano incoraggia i visitatori a capire come le questioni ambientali globali siano radicate nelle scelte passate dell’umanità, ph. ©Agne Raceviciute. Courtesy the Korean Pavilion.

 

Al centro della mostra vi è The Game of Together How, un gioco in stile quiz show, in cui i visitatori partecipano rispondendo a domande a risposta multipla riguardo ad argomenti di carattere sociale, politico ed economico che influenzano il cambiamento climatico.
Dimostrando come le decisioni di un singolo individuo possano influenzare l’ambiente, i punteggi giornalieri diventano un registro annuale che traccerà i comportamenti e le impressioni riguardo ai cambiamenti climatici fino alla fine di novembre.

 

Il lavoro di Wolsik Kim per il progetto A Community of Difference, ph. ©Agne Raceviciute. Courtesy the Korean Pavilion.

 

Co-protagoniste di 2086: Together How? sono tre piccole comunità impegnate in progetti di rigenerazione, ognuna diversa per popolazione, storia e caratteristiche: all’interno della città di Incheon; il centro storico coloniale nella città di medie dimensioni di Gunsan; e le aree rurali in gran parte abitate da lavoratori migranti nella provincia di Gyeonggi.
Questi luoghi costituiscono uno spaccato di urbanizzazione, modernizzazione e occidentalizzazione in Corea del Sud.

 

Protagonista del progetto A Future un bambino nasce senza vista, udito o olfatto ma con capacità speciali di predire il futuro, ph. ©Agne Raceviciute. Courtesy the Korean Pavilion.

 

Per esempio, nel caso studio di Gunsan, Society of Architecture (SoA) ha collaborato con Udangtangtang (UDTT), un giovane gruppo che sta ridando vita al vecchio mercato della città e sta organizzando eventi guerrilla basati sulla cultura locale, per esplorare come i nomadi contemporanei possano rivitalizzare l’eredità locale e reintrodurre la natura nelle aree abbandonate.
Prendendo in considerazione la popolazione in calo di Gunsan, i loro progetti sono presentati all’interno della ricostruzione di una casa demolita.

 

Il progetto Destructive Creation di Society of Architecture (SoA) con Udangtangtang (UDTT) incentrato su Gunsan, un tempo porto coloniale giapponese, ora con una base dell’aeronautica americana, ph. ©Agne Raceviciute. Courtesy the Korean Pavilion.

 

Nel progetto Ruin as Future, Future as Ruin il laboratorio multidisciplinare Urban Terrains Lab ha lavorato con l’organizzazione attivista Space Beam per esplorare la comunità storica di Baedari a Incheon. L’installazione presenta l’evoluzione della città di Incheon, inclusa la sua passata espansione verso il mare e il possibile ritorno della sua linea di costa originale con l’aumento dei livelli del mare.

 

L’opera Lost Village on the Sea 2086 di Naomi, parte integrante del progetto Ruin as Future, Future as Ruin, ph. ©Agne Raceviciute. Courtesy the Korean Pavilion.

 

Nel progetto Migrating Futures lo studio N H D M con sede a New York esamina attentamente i migranti stranieri nella Corea del Sud, usando il caso della città di Ansan nella provincia di Gyeonggi per proporre una possibile convivenza transculturale al di là dei confini nazionali e religiosi esistenti.

Nel progetto A Community of Difference, Wolsik Kim presenta una nuova etica di ecologia tra gli esseri umani e la natura, dove i confini non funzionano più come limiti fisici nella futura politica radicale della partita finale del clima.

 

Tutti i progetti riguardano il modo in cui il passato può essere collegato al futuro e il modo in cui il localismo può rimodellare il globalismo, ph. ©Agne Raceviciute. Courtesy the Korean Pavilion.

 

Il Padiglione presenta in anteprima anche un progetto video dal titolo A Future di Jaekyung Jung su un immaginario “dio-bambino” in grado di predire il futuro del clima.

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