Prosegue fino al 12 settembre in Triennale Milano la mostra dedicata a Vico Magistretti (1920-2006), una una grande esposizione che ne ripercorre l’intero percorso progettuale, iniziato proprio al Palazzo dell’Arte negli anni del secondo dopoguerra, dove ottenne i primi riconoscimenti per il suo lavoro.
Inizialmente prevista nel 2020 in occasione del centenario della nascita di Magistretti, la mostra, realizzata in collaborazione con la Fondazione Vico Magistretti e curata da Gabriele Neri, espone il prezioso patrimonio di disegni, schizzi, modelli, fotografie, prototipi e pezzi originali conservati nell’archivio dell’architetto milanese, insieme a materiali provenienti dagli archivi di aziende, istituzioni e privati. Il progetto allestitivo è stato affidato a Lorenzo Bini/Binocle.
Suddivisa in sezioni tematiche, l’esposizione presenta al pubblico il lavoro di Vico Magistretti per la prima volta in maniera unitaria, in un percorso in cui architettura e design, in tutte le loro molteplici declinazioni, sono intrecciati al fine di restituire l’ampiezza della sua attività, offrendo così un’interpretazione critica aggiornata ed estesa oltre la celebrazione delle sue icone più famose.
Afferma Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano: «Semplicità, eleganza e genio sono le tre grandi componenti nel DNA progettuale di Vico Magistretti, tra i principali artefici di quella storia straordinaria che, dal secondo dopoguerra, grazie al fecondo dialogo tra progettisti e imprenditori illuminati, ha proiettato il design italiano da Milano nel mondo».
In scena per la prima volta gli oggetti di design e l’architettura. Secondo Lorenza Baroncelli, «per raccontare questo straordinario architetto e designer non si può prescindere dalla sua ‘milanesità’, che lo ha portato dal cuore di questa città in tutto il mondo. Magistretti ha esercitato una profonda influenza sui progettisti delle generazioni più giovani, come Jasper Morrison e Konstantin Grcic, che saranno presenti in mostra con degli omaggi. Il filo narrativo dell’allestimento è il colore rosso, il suo preferito nelle grandi scelte e nei piccoli vezzi. Il ‘rosso’ tiene insieme una inestimabile collezione di oggetti e ricordi, capace di raccontare in maniera sentimentale, ma allo stesso tempo precisa, la personalità dirompente, creativa e carismatica di Magistretti e la sua straordinaria sensibilità artistica».
Tra i progetti di architettura più significativi di Magistretti vi sono a Milano la Chiesa di Santa Maria Nascente al QT8 (1947-55, con Mario Tedeschi), la Torre al Parco in via Revere (1953-56, con Franco Longoni) e il palazzo per uffici in corso Europa (1955-57). A questi si aggiungono altri interventi di particolare rilevanza, tra i quali le torri di piazzale Aquileia (1961-64), la Casa Arosio ad Arenzano (1956-59), il Golf Club di Carimate (1958-61), la casa Bassetti ad Azzate (1959-62), il Municipio di Cusano Milanino (1966-69), la Facoltà di Biologia dell’Università di Milano (1978-81) e la Casa Tanimoto a Tokyo (1985-86).
Come designer, Vico Magistretti ha lavorato con le più importanti aziende del settore, tra cui Cassina, alla quale è storicamente legato sin dal 1960 e per cui ha firmato numerosi progetti, come ad esempio il divano Maralunga (1973) e la libreria Nuvola Rossa (1977) –, Artemide, Campeggi, DePadova, Flou, Kartell.