Bhutan, la proposta di BIG per il nuovo aeroporto internazionale di Gelephu
Dopo l’annuncio, lo scorso anno, del masterplan per la zona amministrativa speciale di Gelephu, oggi lo studio internazionale di architettura BIG anticipa il progetto particolareggiato del nuovo aeroporto internazionale, uno degli elementi principali della futura Mindfulness City.
A maggio il progetto sarà presentato alla Biennale di Architettura di Venezia, con un’installazione in legno a forma di diamante, scolpita in tempo reale metà da un artista bhutanese e metà da una macchina a controllo numerico, nella sezione curatoriale ‘Ancient Future’.
La forma è quella della griglia romboidale basata su travi diagonali che costituisce la struttura in legno lamellare del futuro terminal e ne determina la morfologia. Strategicamente collocato sul confine tra Bhutan e India, sullo sfondo delle cime himalayane e presso il fiume Paitha, quello che sarà il secondo aeroporto del Paese si sviluppa su un’area di 68.000 metri quadrati e potrà gestire 123 voli giornalieri, con una capacità passeggeri prevista di 1,3 milioni di passeggeri, che si prevede possano aumentare fino a 5,5 milioni entro il 2065.
La sua realizzazione, secondo il re del Bhutan Jigme Khesar Namgyel Wangchuck, è una «priorità immediata dei prossimi cinque anni, essenziale per il successo della Gelephu Minduflness City come centro internazionale di scambi, e anche un’infrastruttura critica per la sicurezza nazionale di un Paese privo di sbocchi al mare».

BIG ha sviluppato il progetto del nuovo aeroporto – la cui entrata in funzione è prevista per il 2029 – in collaborazione con la società di ingegneria aeronautica Naco.
Materiale da costruzione principale sarà il legno, proveniente da foreste locali e ingegnerizzato per renderlo strutturale. Travi e pilastri saranno adornati con intagli tradizionali realizzati da artisti locali. La facciata dipinta trae ispirazione dal “kachen”, un pilastro di legno ch con il suo disegno intricato incarna l’eredità architettonica e il simbolismo spirituale bhutanese.

Le strutture in legno dell’aeroporto sono indipendenti, in modo da consentire un facile disassemblaggio in vista di futuri ampliamenti. In copertura, pannelli fotovoltaici contribuiranno al fabbisogno energetico, a conferma dell’intenzione del piccolo Paese asiatico di diventare una nazione a emissioni di carbonio negative.
Fondamentale nel progetto la relazione tra spazi coperti e spazi esterni, con gli alberi che dalla piazza principale – organizzata in quattro distinte zone, pavimentata in pietra locale e protetta da una pensilina – attraversano letteralmente il terminal per arrivare alla pista: una corte centrale chiamata Forest Spine, visivamente accessibile da qualsiasi punto dell’aeroporto, divide infatti in due il terminal, con i voli nazionali sul lato ovest e i voli internazionali a est.

Un ruolo fondamentale svolge anche la luce naturale, che inonda gli spazi dal grande ingresso a tripla altezza ai lucernari e alle ampie finestre che si aprono sulla vegetazione e sulla pista. Gli spazi interni – previsti anche bagni di ‘gong’, ambienti per la meditazione e un’area dove praticare yoga – promuovono la tranquillità e il relax dei viaggiatori, incarnando i valori di benessere e felicità del Paese, che anziché di Prodotto Interno Lordo preferisce parlare di Indice Nazionale della Felicità.
I gate sono situati al livello superiore del terminal, accanto alle aree commerciali e di ristorazione, con ampie vedute sull’area di sosta degli aerei e sul paesaggio himalayano.

Numerose le strategie passive adottate per adattarsi al clima subtropicale del Bhutan meridionale: la struttura in legno assorbe l’umidità dall’aria, aiutando a regolare l’umidità interna, mentre i tetti e le corti ventilate favoriscono il flusso d’aria naturale. Pensiline e forti sbalzi ombreggiano e proteggono dalla pioggia gli spazi esterni.
Dal punto di vista della mobilità, il nuovo aeroporto sarà anche un hub dei collegamenti su terra, promuovendo l’uso dei trasporti pubblici su tram e filobus elettrici per rggiungere la nuova Gelephu e il resto del Paese.
Gelephu International Airport
- Località Gelephu, Bhutan
- Committente Regno del Bhutan
- Progetto architettonico BIG-Bjarke Ingels Group
- BIG partners-in-charge Bjarke Ingels, Frederik Lyng, Giulia Frittoli
- BIG project manager Per Bo Madsen
- BIG design lead Sorcha Burke, Dace Gurecka
- BIG team Andrea Megan Hektor, Chiara Gargiulo, Dalma Ujvari, Jan Magasanik, Mantas Povilaika, Nanna Gyldholm Møller, Nathan Angelo Osena, Nikol Maraj, Will Chuanrui Yu, Dace Gurecka, Xinyu Zhao, Matthew Goodwill
- Collaborazioni Netherlands Airport Consultants (Naco), Magnolia Quality Development Corporation Limited, Changi Airport Planners and Engineers, Influit, WT Partnership
- Superficie 68.000 mq