Carlos Carlé e ‘dodici artieri ad alta temperatura’ in mostra ad Albissola

In concomitanza con la terza edizione del Festival della Maiolica, in programma dal 6 all’8 giugno 2025 nei quattro comuni liguri della Baia della Ceramica, il 6 giugno presso il Centro Esposizioni MuDa di Albissola Marina inaugura la mostra Carlos Carlé e il grande gres. Dodici artieri ad alta temperatura(fino al 7 settembre).

Il progetto espositivo, a cura di Enzo Biffi Gentili, storico e critico delle arti applicate, è promosso dalla Fondazione Museo della Ceramica di Savona Onlus e dal Comune di Albissola Marina.
La mostra celebra e rivaluta l’opera plastica di Carlos Carlé (1928-2015), tra i principali scultori ceramisti del Novecento, a dieci anni dalla sua scomparsa.

Carlos Carlé, Compresso, 2002, gres, 21x21x10 cm. Foto Matteo Zarbo

 

Argentino di nascita e italiano di adozione, l’artista entra in contatto con la ceramica da giovanissimo. Negli anni ’50, aderisce ad Artesanos, movimento d’avanguardia di ceramica artistica nell’Argentina del Dopoguerra. Nel 1963 si trasferisce in Italia e lavora presso la fabbrica di ceramiche di Vincenzo Solimene a Vietri sul Mare. Dopo un viaggio in Europa nel corso del quale approfondisce la tecnica del gres, nel 1966 arriva ad Albissola, dove rimane per due anni, lavorando a stretto contatto in particolare con Wifredo Lam; vi fa ritorno nel 1973 per stabilirsi definitivamente nella cittadina ligure. Dai primi anni Settanta, Carlé è uno dei membri più attivi e stimati dell’Accademia Internazionale della Ceramica di Ginevra.

 

Carlos Carlé

 

La mostra albisolese mette in dialogo la sua opera con quella di dodici artisti nati tra gli anni Venti e gli anni Ottanta del Novecento: Carlo Zauli (1926-2002), Nanni Valentini (1932-1985), Franco Bucci (1933-2002), Emidio Galassi (1944), Sandro Lorenzini (1948), Adriano Leverone (1953-2022), Danilo Trogu (1956), Roberto Castellano (1969), Simone Negri (1970), Marta Palmieri (1973), Olivia Cognet (1983), Francesco Ardini (1986).
Artieri, come li definisce il titolo: un termine che, nella visione di Biffi Gentili, esprime l’unione tra abilità artigianale e sensibilità artistica caratteristiche di queste figure capaci di incarnare una nuova idea di arte applicata.

 

Marta Palmieri, Phobos, 2023, refrattario, 53x52x53 cm

 

Il percorso espositivo, con oltre 40 opere in mostra, dal punto di vista scientifico-disciplinare si configura come un saggio plastico-visivo che va alla ricerca di analogie compositive, estetiche, formali e cromatiche. A livello politico e culturale, rialimenta relazioni con i territori di riferimento ceramico di ogni artista. L’esposizione diventa quindi anche un viaggio dalla Liguria di Lorenzini, Leverone e Trogu alla Faenza di Zauli e Galassi; dalle Marche di Valentini, Bucci e Palmieri alla Lombardia di Negri; dalla Castellamonte di Castellano alle Nove di Ardini, sino alla Vallauris di Olivia Cognet.

 

Danilo Trogu, Edificio 1, 2016, gres, 34x40x44 cm

 

Infine, il grande gres richiama anche una serie importante di sculture di Carlos Carlé, dalle dimensioni monumentali, ispirate a megaliti, menhir, dolmen, e muri arcaici. Un aspetto cruciale dell’opera dell’artista – in mostra sottolineato dalla partecipazione dello studio di architettura Peluffo & Partners – che deriva dall’amore di Carlé per il patrimonio archeologico del Sudamerica e della Liguria neolitica, tra Ponente e Provenza.

 

Carlos Carlé, Muro, 2007, gres, 160x50x20. Foto Matteo Zarbo

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