Si è tenuta oggi a Milano la seconda edizione del convegno “Costruiamo il futuro. Dall’on-site all’off-site, industrializzare per rinnovare il settore delle costruzioni”, organizzato da Tecnostrutture in collaborazione con Harpaceas, Brioschi Sviluppo Immobiliare, Pichler e Rubner.
La necessaria modernizzazione del settore dell’edilizia passa sia attraverso una revisione delle formule contrattuali sia attraverso l’industrializzazione dei processi costruttivi.
Sul primo punto è stato presentato un Position Paper – frutto di un anno di lavoro di un team composto da rappresentanti dei vari settori della filiera e realizzato in collaborazione con Green Building Council Italia e Oice – che propone un modello di accordo trasparente e collaborativo come formula contrattuale evoluta per gli appalti in edilizia. Al concetto di “prezzo fisso” dei tradizionali contratti a corpo si sostituiscono quelli di “prezzo obiettivo” e “prezzo massimo garantito”, attraverso modalità di appalto “open book – cost plus fee” che favoriscono la collaborazione tra le parti per il raggiungimento di obiettivi condivisi e un’equa distribuzione di rischi e benefici.

«Oggi l’appalto a corpo – ha spiegato Eugenio Kannès, Ceo di Brioschi Sviluppo Immobiliare – prevede che l’impresa appaltatrice offra e garantisca un prezzo forfettario sulla base di un progetto esecutivo, fornito dal committente, che deve dichiarare di considerare completo ed eseguibile. In realtà i limiti di completezza e adeguatezza dei progetti costituiscono la principale causa di contenziosi e allungamento dei tempi nei cantieri, e quindi il rispetto di costi, tempi e qualità che i contratti tradizionali dovrebbero garantire è più illusorio che reale. Inoltre, i contratti tradizionali sono rigidi, mal si adattano agli eventi imprevisti ma anche a gestire le varianti in corso d’opera. Il modello contrattuale “Project Partnering + Cost Plus Fee” proposto consente di superare questi problemi, coinvolgendo la filiera produttiva nello sviluppo e ottimizzazione della progettazione».
Il convegno ha poi approfondito il tema della produttività del settore, indispensabile per affrontare questioni come la scarsità di manodopera specializzata, i lunghi tempi di realizzazione, l’incertezza dei costi, la necessità di costruire con tempi certi e con qualità elevata, l’esigenza di migliorare la sicurezza e le condizioni di lavoro degli addetti, e di realizzare edifici capaci di adattarsi, lungo il loro ciclo di vita, alle mutate esigenze d’uso. L’industrializzazione dei processi, ovvero la prefabbricazione off-site, è la via più innovativa e veloce per rendere sostenibile il comparto delle costruzioni: garantisce la certezza dei costi, è altamente tecnologica, assicura una maggiore sicurezza, riduce i costi di manutenzione, si conforma ai criteri Est e tutela l’ambiente.
«L’industrializzazione off-site – ha affermato Franco Daniele, Ceo di Tecnostrutture – è l’unica strada percorribile oggi per ridurre l’impatto ambientale nelle nostre città».
A seguire, sono intervenuti Stefano Corbella, sustainability officer di Coima, che ha illustrato l’Hackathoncondotto da Coima con 130 studenti di 16 università italiane per definire cosa si attendono le nuove generazioni dalla città del futuro; Mauro Bailo, ingegnere tecnico di 2A Group, che ha parlato di sicurezza sul lavoro, e Alessandra Marini, docente di Tecnica delle costruzioni dell’Università degli studi di Bergamo, che si è focalizzata su nuovi metodi di progettazione che abbiano alla base il Life Cycle Thinking, l’approccio strategico che considera l’intero ciclo di vita di un prodotto, servizio o processo. Si tratta di costruire edifici che siano adattabili ad ogni necessità, e l’edilizia off-site va in questa direzione, la stessa che stanno adottando anche le politiche europee.

Lo studio Matteo Thun & Partners ha poi presentato il caso di studio del Camping Marina di Venezia: al convegno Matteo Thun ha illustrato la filosofia che ha guidato l’approccio al progetto – una ‘non-architettura’ che interagisce con la natura, una serie di costruzioni ‘leggere’ ed eco-compatibili per costruire le quali neppure un pino marittimo del sito è stato tagliato o danneggiato, un insieme di vetro, legno, materiali antichi e tradizionali in una struttura totalmente accessibile e sostenibile – mentre l’architetto Matteo Beretta, che ha seguito il cantiere – sviluppato in più fasi per non ostacolare la normale attività turistica estiva – si è soffermato sugli aspetti tecnici del progetto e sui vantaggi dell’off-site.

L’evento si è concluso con una tavola rotonda cui hanno preso parte Franco Daniele, Ceo di Tecnostrutture, Mauro Burgio, direttore responsabile Bryden Wood Milano, Alessio Bertella, partner e manager Bim & Digitalization di Harpaceas, Luca Benetti, direttore Italia Pichler, Roberto Modena, senior project manager Rubner, Claudio Saibene, procurement and construction director di Coima, Paolo Bertolini, presidente Camping Marina di Venezia, Fabrizio Capaccioli, presidente di Gbc Italia e Massimo Recalcati, direttore generale di Ceas in rappresentanza di Oice.
Conduttore della mattinata il giornalista Rai Gianluca Semprini.
